Rubriche

Problemi e società

Cristiani in M. O.

Giovanni De Sio

Lunedi,3 gennaio 2011
La strage di Alessandria d’Egitto e i timore per il Natale copto hanno per un momento portato all’attenzione del grande pubblico internazionale i problemi dei cristiani sparsi nel Medio Oriente:70 mila soldati schierati a guardia delle chiese, la solidarietà delle stesse autorità islamiche, anche l’attenzione mondiale hanno permesso ai copti d’Egitto di celebrare pacificamente il loro Natale . Ma tutto questo non muta la situazione generale dei cristiani: spenti i riflettori dei mass media, ritirati i soldati, si torna alla vita di sempre difficile per i cristiani che ha portato all’emarginazione e alla fuga nell’emigrazione
Perche avviene tutto ciò?
Il motivo più evidente è il riemergere prepotente e diffuso di quello che definiamo comunemente fondamentalismo islamico Dopo la fine del colonialismo, nel Medio Oriente si erano istallati regimi di orientamento vagamente socialista ( Nasserismo, bath ) che, in concreto, si ispiravano ai modelli laici occidentali. In questo contesto le differenze di credo religioso diventavano poco significative nella vita politica ed economica così come avviene in occidente. La crisi e i fallimenti di quei regimi hanno risvegliato nelle masse arabe l’idea di un ritorno alla Umma ( comunità dei credenti mussulmani ). Rette dale regole della Sharia. Ma a differenza del Cristianesimo l’Islam più che una filosofia religiosa è una vera e propria legge che prescrive minutamente tutti i comportamenti sociali, dall’eredita alle procedure giudiziarie. Questo vale anche per il posto che spetterebbe ai cristiani ( e agli ebrei che pero non esistono più ): essi sono dei Dimmy (protetti) a cui è concesso, dietro pagamento di una tassa (gihaz ) di poter praticare la propria religione in quanto popoli del libro (Ahl al-Kitab ) cioè della bibbia ma ad essi non è riconosciuta la pienezza dei diritti politici, devono comunque essere in condizione subordinata e non danneggiare gli interessi dei mussulmani
Quindi nella mentalità islamica il cristiano è sì un fratello che va rispettato ma pur sempre è in una condizione subordinata: insomma ci si aspetta che sia riconoscente perchè è tollerato. Di fatto poi la condizione dei cristiani variò continuamente nella storia secondo l’atteggiamento concreto dei vari governi e dei momenti storici a secondo appunto del prevalere o meno dello zelo religioso
I cristiani del Medio Oriente in genere hanno buone posizione economiche e sociali ( ma non sempre e non dovunque), hanno contribuito notevolmente alla civiltà araba sia nel passato che nel mondo moderno ed avevano raggiunto anche la pienezza dei diritti politici: non si sentono quindi di poter tornare alla vecchia condizione di tollerati
D’alta parte tutto il mondo arabo tende ad esplodere e a frammentarsi : violentissima come si vede in Iraq e in Libano la rivalità fra i due rami principali sunniti e sciiti e dovunque intolleranza verso le sette minoritarie Dappertutto poi si combatte sanguinosamente fra i cosiddetti moderati e ei radicali ( talebani, al Qaeda )
Tutto poi è esasperato( o forse causato) dal ritardo storico del mondo arabo mussulmano che si approfondisce sempre di più.
Dopo la fine del comunismo e l’affermarsi della globalizzazione, Cina, India e in parte anche l’America latina conoscono uno sviluppo economico che per ampiezza non trova riscontro in tutta la storia umana: ma il mondo arabo resta ai margini, non partecipa alla globalizzano malgrado le immense risorse energetiche che possiede. Da qui quindi anche uno scontento sempre più ampio e diffuso che prorompe in manifestazioni violente malgrado l’apparato repressivo di quei regimi. In questo contesto la collera popolare si indirizza verso un Occidente che sarebbe la fonte del mancato sviluppo, si vede dappertutto oscuri complotti anti-islamici: i cristiani sono correligionari degli occidentali e possono proprio apparire una quinta colonna dei nemici più o meno immaginari. Anche l’intervento umanitario occidentale può esser controproducente. Vedasi ad esempio la risposta risentita dell’Iman dell’università islamica del Cairo all’appello papale.

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Sull’argomento vedi : TOLLERANZA ISLAMICA E LIBERTA RELIGIOSA
http://www.giovannidesio.it/tolleranza%20islamica.asp (§)