Marcia per Asia Bibi
Giovanni De Sio
Lunedi,3 gennaio 2011
I rappresentanti della Conferenza di tutti i partiti cristiani del
Pakistan hanno organizzato una marcia nel giorno di Natale per
chiedere al governo la abolizione la legge sulla blasfemia in base alla
quale è stata condannata a morte Asia Bibi
Asia Bibi è una donna cristiana di 45 anni, madre di cinque figli: è
stata dapprima offesa come “impura” (perché non islamica); poi ha difeso
la sua fede cristiana di fronte alle pressioni delle altri lavoranti
musulmane. Il marito di una di loro, l’imam locale, ha deciso di
lanciare l’accusa e denunciare la donna, che è stata prima picchiata,
poi imprigionata e infine, dopo un anno, condannata a morte per
blasfemia il 7 novembre scorso da un tribunale. Il caso ha sollevato
proteste non solo all’interno del Pakistan ma anche in tutto il mondo
con una campagna internazionale nella quale è intervenuto anche il Papa
con un pubblico appello
Ma gli imam nei sermoni del venerdi difendono accanitamente la legge
opponendosi a ogni emendamento e protestano contro quella che chiamano
una cospirazione tesa a secolarizzare il Paese: cosi la tensione cresce
dovunque si accedono manifestazioni contro ogni modifica.
Nel contempo i rappresentanti di tutti i partiti religiosi si sono
riuniti il 21 dicembre sotto la presidenza del leader del Jamiat Ulema e
hanno deciso per il 24 dicembre una protesta contro gli emendamenti
proposti alla legge sulla blasfemia.
Il 31 dicembre invece i partiti islamici hanno indetto un giorno di sciopero generale
Le autorità sono strette fra le proteste internazionali per la mancanza
di libertà religiosa e il timore di favorire la propaganda dei talebani
contro i quali sono in lunga e sanguinosa guerra con attentati quasi
tutti i giorni
In questa situazione difficile si tende da parte degli oppositori,
realisticamente, non all’abolizione della legge stessa ma ad emendamenti
che possano mettere al riparo dalle strumentalizzazioni.
Lo scopo originario della legge infatti era quello di proteggere la
santità e il rispetto verso i profeti di tutte le religioni, ma a causa
del suo uso scorretto non solo i cristiani, ma anche i membri delle
altre minoranze religiose sono in difficoltà, perché molte persone
innocenti ne sono diventate il bersaglio.
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