Responsabili di stupro
Giovanni De Sio
Lunedì,15 febbraio 2010
Recentemente la magistratura ha condannato i genitori di giovanissimi
stupratori a risarcire la vittima con una notevole somma, 450.000 euro
seguendo quello che è una tendenza attuale di monetizzare il danno
morale ed esistenziale. I genitori sono stati considerati responsabili
di non aver adeguatamente educati i loro figli al sentimento
dell’amore. Come si legge nella sentenza “non hanno trasmesso quella
educazione dei sentimenti e delle emozioni che consente di entrare in
relazione non solo corporea con l’altro e non hanno badato a che il
processo di crescita dei loro figli avvenisse nel segno del rispetto
dei sentimenti, dei desideri e del corpo dell’altra/o".
Senza entrare nel merito giuridico la sentenza lascia non poche
perplessità;vogliamo soffermarci su quella che ci pare la più
importante dal punto di vista etico .
Si pone un rapporto immediato di causa effetto fra l’azione educativa
dei genitori e il comportamento dei figli: se i genitori avessero
svolto bene il compito indicato allora i figli non avrebbero compiuto
lo stupro.
Il ragionamento pedagogicamente e sociologicamente non regge in nessun
modo. Innanzitutto ogni soggetto è libero e si autodetermina. Il
miglior maestro può avere il peggiore alunno e il peggior maestro può
avere il migliore alunno, L’idea che l’educatore, inteso in senso lato,
è comunque responsabile di quello che fa l’alunno presuppone una
concezione meccanicistica dello spirito umano. Negli anni ‘50 ci si
avviò su questa strada da parte della psicologia a indirizzo
comportamentistico ma essa rivelò presto i suoi limiti e fu
abbandonata. L’uomo non è un macchina che si può determinare con il
semplicistico rapporto input .output come una certa filosofia (non
scienza ), di carattere materialista, voleva sostenere: l’uomo è
innanzitutto autodeterminazione. Se neghiamo d’altra parte questo
concetto nessuno sarebbe responsabile di nulla perche si invocherebbe (
e spesso di fatto viene invocato) una serie praticamente ininterrotta
di avvenimenti precedenti. Non possiamo sempre e a priori imputare
all’educatore ciò che ha compiuto l’educato
Ma anche dal punto di vista sociologico il ragionamento appare ancora
più insostenibile. Infatti i giudici paiono credere che l’educatore sia
solo, o essenzialmente, i genitori. Ma in realtà l’opera educativa,
come tutti pedagogisti hanno sempre evidenziato, in tutte le società,
non è mai opera dei soli genitori ma di tutta la società.
Certamente i genitori hanno un compito importante, fondamentale ma non
certo esclusivo e in ogni caso sono a loro volta influenzati
dall’ambiente in cui vivono .
Se
in tutte le società questo è vero, e ancora più vero nella nostra
società nella quale la famiglia è generalmente in crisi, i mass media
sono onnipresenti, la scolasticismo sempre più ampio
Un bambino trascorre un tempo infinitamente più ampio davanti alla TV e
al pc e a scuola: nella maggior part del tempo, quindi, la influenza
dei genitori è pressocchè pari allo zero Dovunque impera il
permissivismo, l’esaltazione dell’aspetto sessuale dell’amore, il
misconoscimento di ogni valore del sentimento, la negazione di ogni
valore morale assimilato ai tabu, alle nevrosi patologiche.
Se un tempo i giovani volevano “l’ amore” ora vogliono soprattutto “fare l’amore”
Può essere imputato tutto questo a dei singoli genitori, considerarli
moralmente e quindi anche giuridicamente responsabili di stupro?
E’ invece tanto più logico e chiaro che se i giovani sono “in un certo
modo” la responsabilità debba risalire a tutta la società, alla TV, ai
“grande fratello” ,ai siti web, alla scuola stessa carente di valori
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