Ebrei e semiti
Giovanni De Sio
Lunedi,1 febbraio 2010
Il 27 gennaio è stata celebrata la Giornata del ricordo delle vittime
della follia nazista non solo ebrei ma anche altri gruppi come i
zingari (che non vanno dimenticati) affinchè nessuno possa dimenticare
a quali abissi di inumanità ci può condurre il razzismo. Nell’occasione
si ricorda, e giustamente che gli ebrei furono perseguitati anche nei
secoli precedenti. Tuttavia va precisato che l’antisemitismo nazista è
cosa ben diversa dall’antiebraismo dei secoli precedenti: ebrei e
semiti sono concetti sostanzialmente diversi .
Effettivamente gli Ebrei furono emarginati fino alle soglie dell’età
moderna, fino all’affermarsi dello Stato laico e liberale. La
discriminazione era pero contro gli Ebrei intesi come i seguaci di una
religione, non contro un popolo. Nel momento in cui l’ebreo si
convertiva al cristianesimo cessava di essere un ebreo ed era
considerato un cristiano come gli altri. I cristiani erano ben
consapevoli che il Cristo si era incarnato nel seno di una ebrea e che
ebrei furono tutti i primi apostoli: i Cristiani furono coloro, ebrei o
gentili, che riconobbero il Cristo, gli Ebrei quelli che pure credendo
nelle Sacre Scritture tuttavia ancora non lo riconoscono.
L’emarginazione degli Ebrei non era un atto diretto esclusivamente
contro gli Ebrei ma la conseguenza di un modo di vedere lo stato e la
vita sociale. La fede religiosa era un elemento essenziale per
individuare un popolo: coloro che non erano cristiani non potevano fare
parte propriamente della nazione. Il concetto non riguardava
specificamente gli ebrei: qualunque comunità non cristiana era
considerata corpo sociale a parte .
D’altra parte simili leggi si trovavano anche nel mondo mussulmano,
dove cristiani ed Ebrei erano considerati “dimmy” cioe “protetti” ,
liberi di professare la loro fede ma non equiparati ai mussulmani. Ed è
la medesima cosa che avveniva in Occidente: gli Ebrei erano “protetti”
dal principe ma non venivano confusi con il popolo cristiano e d’altra
parte gli stessi Ebrei non chiesero mai una cosa del genere. Va notato
che anche nell’ambito cristiano le confessioni minoritarie venivano
emarginate: avveniva per i Valdesi in Francia e Italia, per i cattolici
in Inghilterra, per i protestanti nei paesi cattolici. Gli Ebrei erano
quindi considerati stranieri e per questo potevano essere espulsi, come
in effetti avvenne spesso: furono cacciati prima dalla Francia e
dall’Inghilterra, poi dalla Spagna e dalla Germania, furono costretti e
emigrare verso paesi slavi portando una forma di lingua tedesca (
Yddish): a un certo punto divenne comune la loro chiusura in quartieri
particolari, i ghetti, le cui porte, a volte, venivano chiuse di notte.
L'antisemitismo è cosa del tutto diversa dall’antiebraismo: esso
consiste nella contrarietà a un popolo considerato una razza, per
motivi biologici-genetici, non culturali. Non ha rilevanza il fatto
religioso e culturale. Un semita rimane un semita anche se si converte
al cristianesimo e anche se, caso molto frequente, non segue nessuna
religione. Notiamo che l’antisemitismo si basa su un errore di fatto:
gli Ebrei non possono considerarsi geneticamente un popolo, e il fatto
risalta immediatamente agli occhi. Infatti gli Ebrei hanno caratteri
somatici simili ai popoli presso i quali hanno convissuti (biondi nel
nord, bruni nel sud, addirittura negri i Falascià dell’Etiopia), a
dimostrazione dello scambio genetico. E d’altra parte bisogna anche
ritenere che, per le conversioni di Ebrei al cristianesimo, anche i non
Ebrei hanno qualche antenato ebreo.
Individuare l’ebraismo come una religione è corretto, ma individuare
gli Ebrei come una razza ( semiti) è del tutto fantasioso.
Nel nazismo gli ebrei, divenuti una razza, sono considerati l’origine
di ogni male, i responsabili di tutte le disgrazie del popolo tedesco e
in ultima analisi non propriamente degli uomini ma qualcosa di
inferiore all’uomo, dei sotto-uomini che quindi possono essere
eliminati senza alcun problema morale. Ecco questo è il punto centrale:
non si tratta veramente di uomini. Anche nei secoli antecedenti spesso
si erano accusati gli Ebrei di ogni misfatto, spesso su di loro si era
artatamente dirottata l’ira del popolo: erano un comodo capro
espiatorio. Tuttavia il nazismo afferma qualcosa di profondamente
diverso: non si perseguitano gli Ebrei in quanto autori di misfatti
(immaginari ma creduti veri dalle folle) ma in quanto tali a
prescindere da ogni e qualsiasi responsabilità personale e/o anche di
gruppo.
In conclusione possiamo affermare che l’antisemitismo nazista è una
follia moderna e occidentale, quasi unica nella storia, che non può
essere confusa con una storia pure lunga e piena di persecuzioni
Per critiche e commenti:giovannidesio@libero.it
Per approfondimenti : www.giovannidesio.it
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