Il popolo invisibile
Giovanni De Sio
Lunedi,18 gennaio 2010
Di forte ai problemi degli immigrati spesso si richiede la applicazione
rigorosa della legge come una panacea, il rimedio infallibile per ogni
situazione
Chiedere il rispetto delle legalità è senza alto cosa buona: non si
vede come una società possa reggersi senza di esso Ma la realtà sociale
vera è cosa diversa da quelle giuridica : bisogna anche vedere quale è
l’impatto fra le due realtà. Ad esempio l’attuale legislazione prevede
che un extracomunitario possa entrare in Italia solo se ha già un
contratto di lavoro: ma tutti sanno che nessuna impresa, ne tanto meno
nessuna famiglia assume un operaio o una badante che non conosce e che
si trova in un lontano paese. In realtà lo straniero entra in Italia
illegalmente poi, se è fortunato, trova un lavoro e quindi “finge” di
entrare nuovamente, questa volta legalmente .
In effetti però in questo modo la strada per diventare immigrato
regolare è quello di incominciare come clandestino che però ormai è un
reato: la conclusione paradossale è che per entrare nella legalità
bisogna commettere una illegalità
Può accadere che il clandestino non trovi lavoro per lungo tempo prima di riuscire a ambientarsi, a imparare la lingua
Abbiamo cosi un massa di clandestini che hanno violato le leggi, che
devono quindi essere condannati ma che potremmo anche definire anche “
lavoratori in cerca di occupazione”: legalmente non dovrebbero esistere
ma esistono e sono in tanti. E allora si finge che non esistano dal
punto di vista legale: quelli che lavano i vetri, che fanno i vu cumpra
sulle spiagge e nelle piazze, i tantissimi che lavorano in nero
arrangiandosi alla meno peggio. fingiamo di non vederli. Anche i
sospirati contratti a tempo indeterminato che fanno la differenza fra
un clandestino senza diritti e un lavoratore straniero regolare con
diritti uguali a quelli degli italiani, in realtà ,spesso è una
semplice finzione giuridica:sono gli stessi lavoratori che si pagano i
contributi con la complicità di italiani compiacenti
Cosi a Rosarno migliaia di irregolari lavoravano da 20 anni sotto gli
occhi di tutti, ispettori del lavori, sindacati, polizia, magistrati :
la maggioranza avevano anche permessi di soggiorno il che significa che
in effetti avevano un contratto fasullo
Non si tratta di un fatto isolato ma avviene questo un pò dappertutto
Esiste quindi un popolo di invisibili: ma sono non di meno persone o in
carne ed ossa, che hanno le stesse necessita sentimenti aspirazioni di
tutti gli altri esseri umani ,alcuni migliori altri peggiori , come in
tutti i gruppi umani.
D’altra parte il popolo degli invisibili non è solo composto da
stranieri: quanti italiani in realtà si arrangiano con attività più o
meno ai limiti della legalità: chi non trova un lavoro “vero “,
regolare, con contratto e previste contribuzione sociali si arrangia in
mille modi : “si esce per la pagnotta” dicevano un tempo i napoletani
Il diritto primo di ogni uomo è mangiare per sopravvivere: gli altri
seguono se questo primo è soddisfatto La legalità deve tener conto
della realtà non può essere un modo per rendere più grama e difficile
la condizione dei poveri, degli ultimi della terra costringendoli ad
entrare nella illegalità per sopravvivere. Se una legge non può
applicarsi nella realtà allora le legge va cambiata
In ogni caso per il cristiano la carità è sempre al di sopra della
legalità: le infinite associazioni che aiutano i poveri e i diseredati
composti ormai in maggioranza dai migranti non possono chiedere i
documenti e i permessi di soggiorno: chiunque è nel bisognoso è un
fratello in Cristo da aiutare
Per critiche e commenti:giovannidesio@libero.it
Per approfondimenti : www.giovannidesio.it
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