Pubblicato da Appunti, aprile 2008, n 62 , anno V Home
UNICITA’ ED ETICHETTE
Giovanni De Sio Cesari
Noi ammettiamo che siamo irripetibili ed unici come tutte le cose d'altronde: è profondamente giusto:ognuno è se stesso e sfugge a ogni categoria e classificazione, è una irriducibile, irripetibile singolarità
Tuttavia sappiamo che non possiamo conoscere questa essenza irripetibile ed unica se non in quanto essa ha caratteri comuni e generali . Noi conosciamo una persona per le sue manifestazioni, non in se stessa
Ad esempio, il dolore: ogni uomo sente il dolore a modo suo. ha una sua soglia e sue caratteristiche: tuttavia io posso comprendere chi ha dolore solo e nella misura in cui tale dolore può essere rapportata al concetto di dolore ( cioè al dolore in generale)
Questo principio distingue la scienza moderna (galileiana ) della quella antica: la seconda infatti pretendeva di conoscere la essenza delle cose da cui poi voleva ricavare le proprietà: la prima invece ammette di non conoscere l'essenza (hipotesis non fingo: non pongo ipotesi su cosa sia) ma conosco solo le sue manifestazioni: io non so cosa sia la materia, l'energia ,l'intelligenza ma posso conoscere le leggi che le regolano
Dal che deriva che se io non classifico le persone in realtà non conosco niente di loro: dobbiamo pur tenere presente che possiamo comprendere le persone ( e ogni cosa) solo inserendola in categorie e schematizzazioni: : so che una certa persona è una donna, un'italiana, una madre, una docente ecc. non conosco " la persona" senza questi attributi categoriali. L'io è qualcosa che non si esaurisce nelle sue caratteristiche ma in realtà senza le caratteristiche non è conoscibile , resta un interrogativo, un mistero insondabile. una astrazione insomma.
Diceva Aristotele che del singolo non vi conoscenza se non in quanto partecipa dell'universale
Noi per conoscere semplifichiamo e creiamo di modelli che valgono in generale ma per nessuno in particolare Così, volendo spiegare le differenze, della realtà finiamo con negarle.
Possiamo dire che mettiamo delle etichette sulle persone
Ma le etichette non sono solo necessarie nel supermercato: senza di esse il supermercato non potrebbe funzionare. Ma tutto il nostro mondo è fatto di etichette, senza di esse noi non riconosceremmo le cose e in concreto le cose per noi non esisterebbero.
Il bambino già da piccolo vuole il nome (etichetta) delle cose (namimg = nominare) perchè solo cosi gli oggetti escono fuori dall'indistinto caleidoscopio dei sensi e assumono un significato e vengono riconosciute
E poi se a un concepito mettiamo l'etichetta "bambino" non possiamo piu distruggerlo, se a un nato mettiamo l'etichetta " figlio mio", gli dedichiamo la vita, se a un uomo mettiamo l' etichetta " nemico" , lo uccidiamo
Se in tasca ho un "etichetta carta di credito" posso prendere tutto quello che rientra nella ambito della cifra che vi è scritto: un economista, De Seta, sostiene che lo sviluppo economico dell'Occidente è dovuto soprattutto al fatto che si è creato un mondo di etichette ( modalità di riconoscimento, di certificazione ) che permette una enorme quantità di scambi
Quando diciamo che l'etichetta non basta per conoscere una persona vogliamo dire che non basta una o poche etichette e che più etichette ci mettiamo più la conosciamo
In altri termini la conoscenza di in una persona (e di qualsiasi cosa) non è mai completa e può essere sempre approfondita: il che significa pure che nulla poi noi conosciamo in assoluto ma ogni cosa solo in parte