Pubblicato in " Appunti " luglio 06 n7 ,anno III HOME
Giovanni De Sio Cesari
COMUNISMO: UNA BUONA IDEA?
Spesso si dibatte il problema se il comunismo era una buona idea che ha avuto una cattiva realizzazione oppure che era una cattiva idea e per questo ha avuto una cattiva realizzazione
Ore se per comunismo noi consideriamo il pensiero di Marx a me pare che il problema è mal posto: non si può dire se fosse o meno una buona idea per il semplice fatto che non può essere considerata una “idea” nel senso di una proposta, un modello da realizzare ma consiste essenzialmente invece in una analisi scientifica dell’economia capitalistica. Ai tempi di Marx un numero pressoche infinito di autori proponevano questo o quel modello di società a carattere socialista per ovviare ai mali del capitalismo. Marx invece sostenne che si trattava di un socialismo utopistico mentre qualificò, e a ragione, il suo pensiero come socialismo scientifico. Infatti egli non propone propriamente un modello di stato e anzi irride a quelli che invece ne presentavano uno rifinito fantasticamente in tutti i particolari (compreso l’età del matrimonio e i programmi scolastici), Egli fa invece una analisi scientifica dell’economia capitalistica : infatti la sua opera principale si intitola appunto “ Il capitale” che è stata scherzosamente definita l’opera “più citata e meno letta della cultura” perchè in realtà è di difficile lettura per chi non ha una conoscenza approfondita delle teorie economiche dell’800: in essa si tratta del comunismo come di un qualcosa che verrà dopo il capitalismo ma di cui si possono prefigurare gli aspetti solo in modo molto generale , essenzialmente in negativo nel senso che non avrà i caratteri del capitalismo .
Il punto centrale del suo pensiero è che la società capitalista è destinata a crollare per le sue contraddizioni interne . Si parla soprattutto di “caduta tendenziale del saggio di profitto” teoria economica difficilmente comprensibile se non si ha una particolare conoscenza delle teorie economiche del tempo.
Semplificando al massimo possiamo dire che egli ritiene che il capitalismo crollerà perchè avremo una società sempre più polarizzata fra i capitalisti sempre più ricchi e i proletari sempre più numerosi e sempre più poveri con la sparizione dei ceti medi.
Si tratta di una teoria scientifica, non di una proposta, di un modello da realizzare . Non ha senso chiedersi quindi se è stata realizzata bene o male: trattandosi appunto di una teoria scientifica è possibile constatare se la esperienza la ha confermata o smentita, cosi come avviene per ogni legge scientifica.
Appare evidente, dopo più di un secolo, che la previsione è stata assolutamente smentita dai fatti. Infatti il ceto medio non è affatto sparito, come prevedeva Marx, ma anzi si è tanto allargato da comprendere ormai la grande maggioranza della popolazione in tutti i paesi in cui il capitalismo si è sviluppato: restano infatti da parte una esigua porzioni di ricchissimi e un numero più o meno consistente di emarginati, di poveri per i più vari motivi: ma i lavoratori invece di diventare sempre più poveri hanno raggiunto livelli di benessere assolutamente impensabili ai tempi di Marx
Mi pare pertanto che oggettivamente, in base all’evidenza scientifica le teorie di Marx fossero errate. Questo non vuol dire che fosse uno stupido, che il suo pensiero non abbia contenuti interessanti e importanti naturalmente, ma solo che la prova dei fatti ha non ha confermato le sue previsioni scientifiche .
Certo è sempre possibile pensare che in un futuro più o meno lontano si verifichino i fatti previsti e che quindi la previsione fosse esatta ma solo in tempi più lunghi: tuttavia fino a che i fatti smentiranno le sue previsioni dobbiamo dire che la teoria era scientificamente errata.
Ma chiedersi se la sua idea nel senso di proposta sia stata stata attuata bene o male non ha senso: gli non fa una proposta, non da una indicazione di una scelta: semplicemente enuncia una teoria scientifica seconda la quale il capitalismo sarebbe crollato e al suo posto si sarebbe instaurato il comunismo ma non per scelta ma per la necessita oggettiva dei fatti :al massimo l’azione del “partito comunista” avrebbe potuto accelerare il processo
Chiedersi se lo stato instaurato da Lenin, Mao , Pol-pot o Tito corrisponda o meno al modello marxiano è una domanda che non ha senso: in realtà Marx non ha mai proposto un modello di stato : ha invece previsto il”deperimento dello stato “ cioè che a un certo punto dell’evolvesi necessario e ineluttabile della storia lo “stato” avrebbe gradualmente perso le sue funzioni e quindi sarebbe scomparso: lo stato infatti è considerato un mezzo necessario per assicurare il dominio alle classi dominanti ma in una società di liberi ed uguali dove non vi sia più sfruttamento dell’uomo sull’uomo esso non ha più scopo di esistere.
Naturalmente se non ci fermiamo al pensiero propriamente di Marx ma andiamo a quello più vasto del comunismo allora la prospettiva potrebbe essere diversa.