Pubblicato   da    Appunti    giugno 2009                          HOME

 

Meridionali e razzismo

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Il fatto che si creda e si  sostenga che le genti del sud abbiano una cultura alquanto diversa da quelle del nord  non può essere considerato, di per se, una forma di razzismo

A prescindere  della   questione se tali differenze esistano realmente e se siano effettivamente consistente o se  generalizzazioni senza vero fondamento ma  il credere che esistano certe  differenze non significa affatto essere razzisti.

E’ infatti  costatazione comune e irrefutabile  che i gruppi umani tendono a comportarsi in modo diverso  (diversità culturali o di mentalità) sia nel tempo ( nel medioevo o nel 800). sia per diverse  civiltà ( cinesi ed europei)   o per l' attività lavorativa  (contadini ed operai) o per ambiente ( città e campagne ) e quindi anche per diverse nazioni ( italiani e tedeschi) o parti di nazioni  (inglesi e scozzesi)

 E’ un fatto che dipende dalle vicende storiche e ambientali: non c'entra niente con il razzismo che è la teoria  secondo la quale tali differenze sarebbero genetiche e immodificabili.

Ma il razzismo, dopo essere stato per secoli una teoria comune, ormai è ridotto a minoranze insignificanti e la inconsistenza  delle sue teorie è cosa ormai scientificamente evidente .

Pertanto  l'idea che genti del sud siano alquanto diverse culturalmente  da quelle del nord troverebbe facili spiegazione nell'evoluzione storica ambientale economica culturali  cosi come il fatto che ciascuno  può facilmente assumere la mentalità del paese che lo ospita: non per niente fra i leghisti molti sono di origine meridionali e

 perfino  la moglie di Bossi è  di origine siciliana

La cultura non è affatto un tratto genetico, come favoleggiavano i razzisti : nessuna cultura è immodificabile, nessun individuo è legato per sempre alla cultura di origine,  e ognuno può modificare individualmente e liberamente il proprio modo di agire.

Va anche  rimarcato che le tendenze culturali hanno solo valore statistico e non assoluto: pertanto il fatto che una certa cultura abbia delle caratteristiche non significa che  esse siano patrimonio di tutti i suoi componenti cosi come  il fatto che un individuo si comporti in un certo modo non significa che un tale modo sia  comune al suo popolo. Quando si dice che il senso della famiglia sia più forte al sud che non a nord (ammesso che sia vero)  non si intende dire che ogni  meridionale abbia un senso della famiglia  più forte di ogni settentrionale: certamente no, ma che questo fatto è solo statisticamente valido nello  stesso senso che è vero che gli uomini sono più alti delle donne.   

Poco o nulla quindi le differenze culturali ci dicono  di un singolo individuo che va giudicato per se  stesso e non per etnia di appartenenza .

 

Entrando brevemente  nel merito di tali differenze si ha  l'impressione che le differenze fra sud e nord vengano enfatizzate eccessivamente perchè in esse confluiscono altre differenze

Il gran numero di meridionali che si trasferì  negli anni 60 al nord non erano solo del sud: erano anche contadini che entravano nel mondo operaio,  provenienti da piccoli centri isolati nelle grandi città, di bassa scolarizzazione e molto piu poveri- Queste differenze, credo, erano più importanti di quelle supposte "etniche" ma furono  considerate di carattere "etnico": 

 

  Non si deve nemmeno enfatizzare la discriminazione fra nord e sud:

Le rivalità dei gruppi umani è un fenomeno che si verifica a tutti i livelli, nell’Italia del  sud come in quella del nord, come dovunque: dappertutto vi sono campanilismi infiniti: Pisani contro  Livornesi, i  Napoletani disprezzano i  "cafoni" e ogni piccolo centro ritiene, seriamente e vivamente, di essere superiore a quello vicino: anche nei Simpson,  Springfield  e   Shelbyville,  sono affetti da scambievole “razzismo“ 

Era  inevitabile che nel nord  l’arrivo di un gran numero di persone che parlavano con accento diverso scatenasse  una reazione di diffidenza

Però, a un certo livello culturale, distinzioni e pregiudizi perdono valore e spariscono: infatti  “leghisti intolleranti ” puri e duri sono generalmente persone propriamente  ignoranti: non esiste nessuna discriminazione nel campo della cultura o delle professioni  elevate.

 

Effettivamente il meridione ha, o aveva, caratteristiche notevolmente diverse dal nord: una terra complessivamente arretrata rispetto al nord: era  un fatto innegabile  che durava da 600 anni.

Quando si fece l'unita di Italia si scopri il divario nord -sud: la questione meridionale. si disse,

In verità  quasi nessuno, prima dal nord era andata al sud :Cavour, Mazzini e Garibaldi si trovavano a loro agio  in Francia o in Inghilterra ma non erano mai stati a Napoli

 Già i garibaldini  riportarono l'impressione di un mondo diverso, poi ci furono le grandi inchieste parlamentari,  una schiera infinita di studiosi  e di scrittori: il problema non fu mai "se " il sud era più arretrato ma "perche" lo era

In realtà  la decadenza era cominciata alla fine del 1200 con gli angioini:in genere si cita la battaglia di Benevento (1266)  e la Guerra dei Vespri

 Infatti la prima letteratura italiana fu la scuola siciliana (Federico II)  ma poi il primato passo alla toscana con il dolcestilnovo.  

E’ una fatto che risalta già a livello visivo:  le cattedrali che nel medioevo  erano  il segno dello sviluppo,al   sud  sono romaniche o arabo normanne (Palermo,Monreale, Salerno,Bari,Trani)   tutte anteriori al 300: al nord invece si vede il gotico fiorito, il rinascimentale ( Firenze, Orvieto, Siena Modena)  che mostrano visivamente  come il primato passasse dal sud al nord

 

Questo pero non vuol dire che bisogna generalizzare: il sud aveva ed ha   i suoi punti di eccellenza di cui si puo fare un lungo elenco.