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Perchè meravigliarci della Guerra Santa ?
A cura di Giovanni De Sio Cesari
Vi è a nostro parere un rifiuto di fondo generale della opinione pubblica occidentale di inquadrare gli avvenimenti del Medio Oriente e del terrorismo cosi detto islamico come una lotta a carattere religiosa. Ma il rifiuto, a nostro parere, non nasce dall’analisi dei fatti e delle idee in gioco ma dipende da una prospettiva eurocentrica in cui le lotte religiose appaiono qualcosa di lontano, di incredibile, di inconcepibile. Certamente intorno alla guerra in Iraq e in genere alle vicende del Medio Oriente ruotano grandi interessi economici, politici, anche personali. Ma questo non vuol dire che il nocciolo delle questione non sia una questione religiosa relativa al modo di intendere l’Islam. La storia umana è piena zeppa di guerre di religione, sono fatti che hanno le loro motivazioni perfettamente comprensibili il che non significa naturalmente che noi le condividiamo. Facciamo qualche brevissima considerazione sui fatti,sulle idee sulla cultura e sul Medio oriente.
I FATTI
La guerra di religione non sono cose da medioevo barbarico (che, in verità, fu invece relativamente tollerante in fatto di religione ). In Europa lotte terribilmente sanguinose fra cattolici e protestanti hanno avuto il loro culmine nel ‘600, dopo la fioritura del Rinascimento, dopo le scoperte geografiche e le invenzioni moderne, ai tempi della fondazione della scienza. Alla fine della sciagurata guerra dei Trenta Anni, a Westfalia, ci si accordo sul principio “cuius regio, eius religio” che sanciva l’obbligo di seguire la religione dello stato stabilita dal principe e siamo ai tempi di Galilei e Cartesio, mica nella barbarie primigenia. Anche nel secolo in cui siamo nati, il ’900 , abbiamo avuto una grande lotta, spesso sanguinosa, di carattere religioso Si è combattuto in nome del comunismo ( quello reale di Stalin, Mao e Pol pot.) contro le religioni ( cristianesimo,ma anche buddismo e islam) e in nome della religione contro il comunismo
LE IDEE
Le guerre religiose non sono più assurde di tutte le altre. Non è facile logicamente conciliare un credo religioso con la tolleranza religiosa e comprendiamo fra i credi religiosi anche l’ateismo. Se un fedele è convinto che certi principi o regole vengano direttamente da Dio non gli sarà facile accettare che altri non li accettino : “non si può ammettere che l’errore abbia gli stessi diritti della verità” proclamava il Sillabo ancora nel 1870 ,non nel buio medioevo. E chi crede, secondo una certa visione del marxismo che la religione sia l’oppio dei popoli , che essa è un puntello fondamentale del dominio del capitalismo ( della borghesia, dello sfruttamento ecc. ecc. ) sarà pure lecito combattere contro di essa con gli stessi mezzi, anche violenti, con i quali si lotta per la liberazione del proletariato. Non per niente la Chiesa enumera più martiri in questo secolo che ai tempi di Decio o di Diocleziano.
LE CULTURE Ogni cultura viene sostanziata da tutto un modo di rapportarsi alla realtà nel pensiero e nell’azione nella quale importantissima è anche l’aspetto religioso ( o ateo o agnostico o solamente laico). Le credenze religiose non sono qualcosa di accidentale come il preferire un cantante o una squadra di calcio. Dobbiamo anche distinguere fra credenza religiosa (propria dei credenti ) e religione come fatto sociale condiviso da tutta la comunità. Si può essere cristiani anche se si è atei: un esempio notissimo può considerasi Pascoli che, pure non credendo, esaltava i temi del perdono e dell’amore cristiano. Se due civiltà si scontrano, si scontreranno anche due religioni. Ma soprattutto va notato che nessuna civiltà permane uguale a se stessa : vi sono momenti in cui i mutamente sono lenti, quasi impercettibili e momenti in cui abbiamo una forte accelerazione, una soluzione di continuità, una frattura culturale: in questo caso avremo un frattura fra la religione, conservatrice per sua natura e il mondo in evoluzione e anche nell’ambito della religione stessa fra visione più tradizionalista e una più innovatrice : è avvenuto da noi con la Rivoluzione Francese , con quella liberale, con quella democratica
IN MEDIO ORIENTE Ci pare evidente che nel mondo mussulmano assistiamo a una svolta di civiltà che comporta quasi necessariamente una guerra di religione, non nel senso che due religioni collidono ma nel senso che due interpretazioni della stessa religione vengono a scontrarsi. In tutto il Medio Oriente i temi religiosi sono in primo piano. Lo stesso bin Laden si è formato in Afganistan in una guerra contro i Russi che fu sentita e condotta come guerra religiosa come un jihad . Komeini pure nel 1980 bandì un jihad contro l’Iraq e a migliaia ,a decine di migliaia i giovani andavano a farsi esplodere sui campi minati per essere “shaid” ,martiri. In Palestina il laicismo di al Fatah è stato travolto dalle concezioni religiose di Hamas che confida più in Dio che negli alleati arabi o occidentali. Lo stesso Saddan Hussein, minacciato dagli americani, per guadagnarsi l’appoggio del suo popolo proclamò che aveva avuto visioni angeliche e che addirittura discendeva dal profeta : nessuno lo prese sul serio, naturalmente, ma è indicativo chiaramente della mondo in cui egli si muoveva.
CONCLUSIONE A noi pare evidente che il nocciolo della questione sia una lotta interna alle fazioni dell’islam: questo non vuol dire che intorno a questo nocciolo non ruotano poi grandi interessi economici e politici, grandi affari e interessi personali. Accade sempre in tutto le lotte religiose anzi in tutte le lotte: ma non per queste le lotte religiose cessano di essere tali. Non credo che ci sia molto da meravigliarsi se nel mondo dell’Islam vi sia una lotta di interpretazioni religiose: è un fatto del tutto comune nella storia.
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