Pubblicato in APPUNTI , settembre 2009 HOME
DIALOGO E VERITA
Giovanni De Sio Cesari
All'inizio del secolo scorso ci si rese conto che nemmeno la scienza
raggiungeva la verità cosi come era accaduto per la metafisica nel secolo
precedente La coscienza che la realtà fosse inconoscibile determino uno shock
influenzando la cultura, specie nella prima parte del secolo, da Pirandello
("uno, nessuno e centomila ") a Sartre ( "la noia") ma si riversò su tutto e
tutti
Nella seconda parte del secolo scorso, però, ci si rese conto che, anche
senza la possibilità di conoscere la verità ultima e definitiva, la conoscenza
poteva procedere, anzi era meglio assicurata: la scienza faceva progressi
stupefacenti e anche la religione rifioriva .
Lo stupore e l'ansia per la impossibilita di conoscere la verità hanno
lasciato il posto a una nuova rielaborazione dei concetti di verità e di
fatto ( e non ci sono nuovi Pirandello e Sartre)
Non possiamo
conoscere la verità ultima e definitiva e abbiamo solo ipotesi: ma questo non
significa assolutamente che tutte le ipotesi siano equivalenti: alcune sono
coerenti, chiare e in accordo con i fatti, altre contraddittorie, confuse
(termini ambigui) e in contrasto con i fatti
I concetti di coerenza logica e di chiarezza linguistica non implicano
difficoltà : resta allora da vedere cosa intendiamo, modernamente, con FATTI
Non si pensa più che fatti e opinioni siano due categorie affatto diverse I
fatti sono opinioni condivise da tutti i partecipanti e se qualcuno mette in
dubbio un FATTO, allora questo diventa una opinione
Per esempio: in un convento di francescani è un FATTO che Dio esiste: in un
circolo nogod è un FATTO che Dio non esiste : ma se un francescano incontra un
nogod l'esistenza di Dio diventa una opinione
Più in generale noi diciamo che un avvenimento è un FATTO se è condiviso non
solo dal nostro gruppo di riferimento ma genericamente da TUTTO il nostro
contesto storicamente costituito
Prima di Galilei il geocentrismo era un fatto, ai tempi di Galilei era una
opinione, dopo e' diventato un fatto l'eliocentrismo
I fatti, almeno nel senso delineato, esistono e sono fondamentali in
qualunque discorso: altrimenti ognuno potrebbe dire tutto e il contrario di
tutto
Ovviamente accade che qualcuno ritenga che un certo avvenimento sia un FATTO
(da tutti condiviso) e invece qualcuno lo contesti: allora il fatto diventa
una opinione da discutere.
Si potrebbe dire che S. Francesco era ateo, che la terra è immobile, che
Berlusconi non ha vinto le elezioni: ma sarebbero opinioni in contrasto con i
fatti a meno che si adducessero seri studi su S. Francesco, nuove teorie
astronomiche, prove di brogli generali: in ogni caso ci si baserebbe sempre su
altri FATTI
Si definiscono dunque fatti e opinioni sempre nell'ambito di un dialogo: quindi se mi trovo di fronte a un interlocutore che pensa che "Mosca non sta in Russia " vuol dire che questo fatto diventa una opinione e che quindi debbo portare degli argomenti per dimostrarlo: che l'interlocutore ricavi la sua opinione da un profondo senso critico e personale, da semplice ignoranza, dalla propaganda di regime, da una imposizione religiosa o altro ancora, nulla cambia : occorre discutere con quella persona portando argomenti : non posso semplicemente dire che sia un FATTO "che Mosca è in Russia"
La differenza sta magari in questo: che se il mio interlocutore ha un pensiero critico e personale sarà capace di portare argomenti e ribattere alle mie osservazioni. Se invece si tratta di un "indottrinato" non ne sarà capace: alle mie osservazioni dirà che sono un empio, un nemico di Dio o del popolo e della giustizia, che non capisco niente. che i miei sono discorsi insulsi, che sono un ingenuo o un furbo : tutte cose che potrebbero anche essere vere ma che nulla hanno a che fare al fatto che "Mosca si trovi o meno in Russia"
La conseguenza di tutto ciò è la necessità del dialogo per raggiungere la verità sia pure relativa a un certo contesto
Vi sono poi quelli che ritengono di essere ispirati da Dio, di avere intuizioni metafisiche, di capire il tutto per illuminazione, di avere il dono della chiaroveggenza: con essi evidentemente non è possibile il dialogo.
Ma per tutti gli altri nella vita si possono fare due scelte esistenziali, Una di esse è quella di limitarsi all'ambito culturale scelto, magari anche piccolo e marginale : religioso, politico etico e pensare quindi che tutti gli altri che hanno idee diverse abbiano torto,siano stupidi o corrotti che cercano cavilli per non riconoscere la chiarezza delle nostre verità, che dicono sciocchezze a cui è inutile rispondere perche non si può parlare con chi non condivide i nostri principi e il nostro linguaggio e cosi via. Può essere una scelta molto rassicurante e gratificante ed è nei fatti molto più ampia di quanto si possa credere
Si può fare
pero un’altra scelta esistenziale : prendere sul serio ed esaminare
attentamente tutte le idee, non solo quelle delle maggioranze ma anche quelle
delle minoranze,dei fascisti, dei razzisti dei negazionisti, degli integralisti
religiosi, dei comunisti e cosi via.
La conoscenza
delle differenti culture, principi e linguaggi è di grandissimo interesse : il
dialogo e’ sempre la forma più alta di umanità
Se si pensa di poter dialogare solo con persone che condividono le stesse idee
generali, che ritengono veri gli stessi fatti che danno lo stesso significato
alle parole ci si chiuderebbe nel proprio orizzonte mentale senza prendere in
esame a quello che sostengono gli " altri" con la inevitabile conseguenza che
sembrerà sempre di aver ragione
Ovviamente ciascuno pensa di aver ragione: sarebbe strano il contrario: tutti,
se affermiamo qualcosa, crediamo di aver ragione
La differenza
sta pero in questo : alcuni esaminano anche le ragioni degli altri. le
confrontano con le proprie: per vedere quali siano irrazionali, irragionevoli
soprattutto non verificate dai fatti
SI espongono delle argomentazioni e
si aspetta: se qualcuno mostra che il ragionamento è sbagliato ( non basta
dire che è sbagliato , deve dire perchè) si esaminano le critiche e se le si
trova fondate si riesamina il proprio pensiero
Ovviamente se
non arrivano delle critiche al proprio pensiero si rafforza l'idea che si
abbia ragione, sempre tenendo presente che non si possiede certo la VERITA (perche NON
è conoscibile) ma solo che fino ad ora non mi hanno mostrato che io
sbaglio
Chi ha
lo spirito
critico, chi ha un pensiero proprio, riesce a tenere il dibattito rispondendo
alle obiezioni con adeguate argomentazioni Chi non riesce a stare a un tavolo di
discussione tende a rovesciarlo