Pubblicato in "Osservatorio internazionale" marzo 10 n 3 , HOME
I DERVISCI, I BOXER
E IL GIUDIZIO DEL BENE
Giovanni De Sio Cesari
Indice: Il problema - I dervisci -i boxer - conclusioni
IL PROBLEMA
Dal punto di vista storico scientifico non si pone il problema se un certo movimento o avvenimento sia “bene” o “male” ma quello dei fatti che lo sostanziarono, delle cause e degli effetti che possono essere poi considerati positivi e negativi, ma solo da un determinato punto di vista.
Essere nel giusto NON e' un fatto che può essere scientificamente “vero o falso” perché fa riferimento a una scala di valori che varia a seconda del tempo, delle civiltà e delle singole ideologie anche se siamo portati quasi inevitabilmente a credere che il criterio a cui aderiamo noi sia l'unico valido e possibile
Non ci poniamo,in questa sede, il problema di cosa sia la morale se essa sia,ad esempio, marxisticamente, una sovrastruttura dell’economia e variabile con essa oppure sia il comando di Dio, eterno immutabile che viene, però , spesso disconosciuto dagli uomini: ci limitiamo ad osservare che vi sono diversi pareri sul bene non risolvibili con il criterio della scientificità della storia
Questo principio, indiscusso nella storiografia, non deve però portarci a credere che il giudizio di bene e di male che danno gli uomini che operano nella storia sia ininfluente. Al contrario:gli avvenimenti storici dipendono essenzialmente da quello che gli uomini che vi partecipano giudicano bene o male
Nessun poter politico, nessun impero regge a lungo se non sostenuto dalla diffusa convinzione che sia in qualche modo legittimo, che sia accettato o almeno tollerato insomma che esso sia, nel complesso, seppur parzialmente e relativamente un “bene” : se invece si diffonde la convinzione che esso sia il “male” ,che sia illegittimo. crolla rapidamente, a volte di colpo, come è avvenuto per il governo dello Zar e poi per quello del comunismo in Russia
Ciascuno segue quello che egli CREDE giusto, opportuno: non importa assolutamente nulla se quello che "crede sia giusto" sia poi veramente giusto, ammesso che una questione del genere abbia un significato
il giudizio etico cambia nel tempo e anche nello stesso tempo per i contendenti: non si può giudicare un fatto dal punto di vista morale con una morale che non è del tempo in cui si svolsero i fatti: sarebbe come giudicare accettabile ora la schiavitù perche, secondo la morale romana, lo era duemila anni fa
Per chiarire questo concetto facciamo riferimento, a solo scopo esemplificativo, a due avvenimenti inerenti al colonialismo che si svolsero quasi contemporaneamente :la rivolta dei Dervisci del Sudan e quella dei Boxer in Cina
Come tutti i poteri, anche gli imperi coloniali si fondavano su una accettazione generalizzata dei governati, anche se non propriamente sul consenso
Infatti bastavano piccoli contingenti europei, la maggior parte degli eserciti era formato da indigeni, non ci furono in effetti grandi battaglie ma quando questa accettazione venne meno, nel 900, gli imperi si dissolsero rapidamente quasi senza resistenza tranne casi particolari nei quali entrarono poi altri fattori (in Algeria la presenza dei pieds noir, in Viet nam la guerra fredda, ecc)
Come in tutti i regimi, ovviamente, esisteva un dissenso,: la presenza di rivolte, manifestazioni e scontenti non significa necessariamente che in generale quel potere non venga genericamente accettato
I DERVISCI
I seguaci del Madhi, noti in Occidente impropriamente come Dervisci,diedero vita a una sanguinosa rivolta nel Sudan, allora controllato dagli Egiziani a carattere fondamentalista, diremmo con un termine moderno: gli Egiziani avrebbero voluto l'aiuto inglese ma per motivi di politica interna, questi non vollero mandare un esercito .
Allora il Kedive d'Egitto si rivolse a un ufficiale inglese, Gordon, che era diventato famoso per aver guidato eserciti cinesi contro i Taiping e che era molto popolare in Sudan per la lotta contro la tratta degli schiavi. Gordon fu nominato dal Kedive d'Egitto, governatore generale del Sudan, si recò a Kartoum nel 1889 e la difese per alcuni mesi con forze solo arabe: poi i dervisci attaccarono in massa , la conquistarono e fecero un massacro: la testa di Gordon fu portata in trionfo infilata su una picca
Dieci anni dopo, gli inglesi inviano un piccolo contingente, al comando di Kithchener che impiegò tre anni per arrivare a Kartoum e solo pochi minuti per sconfiggere rovinosamente i Dervisci nel 1899
In particolare, l'esercito di Kitchener era costituito per due terzi da arabi musulmani: gli inglesi erano solo 6.500 contro circa 14 mila arabi egiziani
Ciascuno delle parti in lotta credeva di essere nel giusto Gli inglesi credevano di portare la civiltà che per essi era solo quella europea: infatti In Inghilterra Kitchner ebbe grandi onori, fu nominato lord dalla regina ,ebbe una tomba in ST. Paul
Ma anche i seguaci del Madhi credevano fermamente di essere nel giusto: ne erano cosi sicuri che ci scommisero la vita e la persero. Conoscevano bene la superiorità delle armi del nemico e potevano darsi alla guerriglia; ma erano troppo convinti che Dio avrebbe dato loro la vittoria e per questo caricarono in massa con spade e fucili antiquati l'esercito inglese: caddero in massa davanti Kartoum
Quando i dervisci si resero conto che Dio non li avrebbe protetti fuggirono per ogni dove e furono inseguiti per ogni dove dagli Egiziani che ne fecero strage, in tutto il Sudan : fu persino disseppellita la testa del Madhi e inviata al Cairo, infissa su una picca
I 14 .000 arabi dell’ esercito di Kitchener avevano ancora un 'altra interpretazione: anche essi ritenevano di combatter per il giusto dopo che per 10 anni i dervisci si erano abbandonati a ogni eccesso infierendo soprattutto contro gli egiziani e presumibilmente, anche la maggior parte dei sudanesi furono sollevati dall'arrivo degli inglesi: si dice che la rivolta provoco' un milione di morti ma sono stime generiche e vaghe
A Gordon e a Kitchener poi egiziani e sudanesi innalzarono monumenti e intitolarono luoghi e ancora tuttora un'isola del Nilo porta il nome di Kitchener
Poi un secolo dopo qualcuno scrive che i dervisci erano il “bene” e Kithchener il “male”, che i fanatici dervisci erano i veri arabi e gli Egiziani dell'esercito anglo egiziano non erano veri arabi,ma dei mercenari e dei traditori ,
Ma queste non erano le idee del tempo come abbiamo visto: altrimenti senza l'accettazione dei locali, non sarebbe stato pensabile che cosi pochi uomini potessero conquistare e mantenere territori immensi come il Sudan,
I BOXER
La rivolta dei Boxer del 1900 in Cina fu un avvenimento che segnò profondamente la storia della Cina: con essa infatti tramontò ogni possibilità che in Cina si affermasse rapidamente la "modernizzazione" portata dagli Europei come era avvenuto in Giappone e solo in tempi recenti la Cina sta riconquistando quel posto primario nel mondo che ha sempre avuto dagli albori della civiltà. Per 60 anni, dalla guerra dell'oppio (1839-42 ), gli Europei avevano umiliato continuamente i cinesi che si mostravano del tutto incapaci di opporsi ad essi e la Cina era continuamente percorsa da eserciti europei che coglievano ogni pretesto per intervenire .
In questa cornice, negli stessi anni della rivolta di Dervisci in Sudan, in Cina si manifestò un movimento che in Occidente fu conosciuto come i Boxer. Con connotazioni fortemente tradizionaliste e xenofobe essi si dedicavano alle tradizionali arti marziali , a volte vivevano dando spettacolo delle loro abilità, come dei giocolieri da fiera. Si trattava di un movimento spontaneo, senza una vera gerarchia e organizzazione centrale, che si diffondeva in modo incontrollabile. In genere i Boxer erano convinti che i loro amuleti li avrebbero resi immuni dalle armi degli Europei e che le loro abilità nella lotta avrebbero loro permesso di aver facilmente ragione degli eserciti Occidentali e fra di loro avevano grande credito personaggi che avevano fama di potere magici.
i Boxer cominciarono ad assalire le missioni cristiane viste come espressione degli Europei, dei "diavoli stranieri". Gli Europei non potevano restare indifferenti a massacri di cinesi convertiti e tanto meno di missionari Europei e cosi esplose la tragica crisi
Nel giugno del 1900 gli Europei, preoccupati, organizzarono una corpo di spedizione di 2.000 uomini che agli ordini dell'ammiraglio inglese Seymour parti dal porto di Tianjin per Pechino in treno. Contemporaneamente bande di Boxer cominciarono ad affluire minacciose nella capitale e ad attaccare le missioni cristiane. L'imperatrice CIxi tentò allora da una parte di calmare i Boxer e all'altra di convincere gli Occidentali a non fare affluire proprie truppe nella capitale assicurandoli che avrebbe garantito con l'esercito regolare la protezione delle loro rappresentanza ma la situazione le sfuggi completamente da mano. I comandanti militari europei persero il contatto telegrafico con le truppe di Seymour, che temendo il peggio attaccarono e presero i forti di Tianjin e allora l'esercito regolare cinese reagì attaccandoli e il contingente di Seymour dovette tornare indietro.
Cixi allora tento di convincere i diplomatici delle potenze a lasciare sotto la sua protezione momentaneamente Pechino per rifugiarsi a Tianjin ma questi rifiutarono. Il 20 giugno l'ambasciatore tedesco fu ucciso per strada da una folla inferocita. Gli Europei si chiusero allora nelle loro Legazioni cercando di provvedere direttamente alla propria difesa in attesa di aiuti militari. Le Legazioni si trovavano addossate alla Citta Proibita e quindi vicinissime alla sede imperiale ed erano circondate da grosse mura. Vi erano circa 500 soldati e vi si rifugiarono anche circa 3.000 cinesi cristiani. Contro di esse si riversarono le masse dei Boxer ma per ben 55 giorni gli Europeiresistettero strenuamente e questa resistenza fu forse l'umiliazione più cocente per i cinesi che non riuscivano nemmeno a sopraffare un minuscolo gruppo di stranieri nella loro stessa capitale. Intanto le potenze organizzavano un corpo di spedizione. Appena si furono riunite forze sufficienti esse marciarono sulla capitale. Si trattava di circa 16.000 uomini che avanzarono sbaragliando ogni resistenza ed entrarono in Pechino il 14 agosto, giusto in tempo per salvare le Legazioni la cui difesa era ormai agli sgoccioli. In fondo si trattava solo di 16.000 uomini in un paese che contava allora circa 200 milioni di abitanti: eppure i cinesi non potevano nulla contro di essi.
I soldati si abbandonarono a massacri indiscriminati. Templi e palazzi furono incendiati senza motivo,cominciarono saccheggi e furono depredate banche e case private. In seguito poi alcuni reparti si recarono nelle province dove si erano avuto persecuzioni anti-cristiane e si abbandonarono a rappresaglie indiscriminate su villaggi locali generalmente del tutto estranei alle vicende. Il terrore si spargeva in tutta la Cina,e con esso il risentimento e l'odio verso i "diavoli stranieri", verso i loro crimini; per un cinese l'atteggiamento europeo era crudele, umiliante e anche incomprensibile.
CONCLUSIONI
La conseguenze di questo avvenimento che chiudeva tutta una serie di avvenimenti umilianti per la Cina non fu però , per niente, una apertura della Cina gli Occidentali che con le loro poche forze non riuscirono mai conquistare. Infatti poco dopo nel 1908 l'impero cadde e iniziarono una serie di avvenimenti luttuosi e terribili in Cina che posero definitivamente fine al tentativo degli europei (e poi dei Giapponesi) di impadronirsi della Cina. La modernizzazione è avvenuta poi in tempi recenti ma sempre in perfetta autonomia
Perchè avvenimenti simili hanno avuto esiti tanto diversi in Cina e in Sudan (e (in genere nel mondo arabo e ancora di più in India) ? Il problema è che la coscienza degli avvenimenti. il giudizio che cinesi e arabi davano degli avvenimenti era molto diversa Tra i primi era diffusa la opinione della necessita di accettare li primato europeo e la modernizzazione da essi portata
L’esercito inglese era formato prevalentemente da truppe locali ma nessun cinese al tempo di boxer, come nei 60 anni precedenti, militò mai in eserciti stranieri
Infatti i cinesi definivano il loro Paese "Zhongguo", con una parola che possiamo tradurre come "il centro" nella convinzione che tutto il resto del mondo era periferia , popolata da "barbari".
Furono sempre assolutamente convinti che non ci fosse nulla al di fuori della Cina che i cinesi non sapessero fare meglio e che nulla veramente di interessante potesse mai venire dal di fuori. Un barbaro non solo non aveva nulla di offrire se non cose futili ma non sarebbe nemmeno mai riuscito, per quanto si fosse sforzato, a diventare un cinese,cioè un "uomo civile"
Il cinese comune non poteva assolutamente pensare che gli Europei avessero una civiltà superiore. Certo vedevano le sconfitte, il dilagare del loro potere che si sovrapponeva a quello delle autorità legittime ma non poteva ammettere che questi barbari venuti dal mare potessero essere qualcosa di più di barbari. non potevano proprio "concepire" l'idea che ci fosse in loro qualcosa da imitare Essi imputavano la difficoltà della Cina a due motivazioni fra loro convergenti: l’abbandono degli antichi costumi e la incapacità della corte di opporsi ai barbari che era poi il suo compito fondamentale.
In Europa la repressione della rivolta dei Boxer fu esaltato come un fatto glorioso, giusto anzi doveroso. Si era intervenuti in difesa di Cristiani perseguitati e orribilmente massacrati, si erano difese le ambasciate attaccate contro ogni diritto delle genti, si erano puniti gli autori di misfatti.
In Cina invece la cosa apparve sotto luce ben diversa:i "diavoli stranieri" avevano profittato della debolezza e complicità di una Corte indegna, guidata da una imperatrice usurpatrice corrotta, avevano massacrato innocenti, avevano incendiato templi e capolavori architettonici, saccheggiato e rubato dovunque e si erano sopratutto installati per appropriarsi delle ricchezze della Cina. I cristiani erano traditori, alleati con i nemici e la loro persecuzione fatti episodici presi a pretesto dagli stranieri, i Boxer erano patrioti eroici che si erano immolati per la patria,Ognuno guardava a fatti diversi o meglio dava agli stessi fatti diverso peso e proporzione, come sempre avviene nei contrasti politici e a oltre cento anni pare che i due punti di vista non si siano poi tanto avvicinati.
Noi non ci poniamo il problema da che parte fosse la regione e in quale misura. Ma semplicemente abbiamo voluto semplificare come la differenza di giudizio diffusa nei popoli produce diversità di esiti ad avvenimenti simili
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