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da APPUNTI
marzo 2009. HOME
CRISI A CONFRONTO
:1998 E 2008
Giovanni
De Sio Cesari
La attuale crisi economica richiama alla mente
per alcuni la crisi che a partire dal 1989, in un tempo incredibilmente breve
di tempo fece crollare il sistema del comunismo reale che sembrava avere
radici profonde in tanta parte dl mondo, da Berlino est a Pechino.
Non che la crisi del comunismo non fosse
evidente ma fra crisi e crollo vi è una differenza fondamentale: nessun
osservatore poteva pensare, all’inizio del 1989, che il muro di Berlino sarebbe
crollato ,che l’URSS si sarebbe sfasciata, che la Cina avrebbe presa una strada
francamente capitalista.
Analogamente, se tutti potevano prevedere
all’inizio del 2008 che il sistema finanziario andava verso una grave crisi (
e in tanti lo rivendicano), tuttavia nessuno aveva veramente previsto che ci
sarebbe stata una crisi di tali proporzione, soprattutto che avrebbe investito
tutto il mondo. nessun paese escluso.
D’altra parte la storia è piena di avvenimenti
imprevisti che poi vengono spiegati solo con il senno di poi. Lo stesso
comunismo, ad esempio, si affermò in Russia senza che alcuno lo prevedesse.
Anche nel 1789,quando il re di Francia convocò gli Stati Generali non si
aspettava certo di aver messo in moto una catena di avvenimenti per la quale,
tre anni dopo, sarebbe stato decapitato.
Ma a parte la imprevedibilità, la attuale
situazione economica e il crollo del comunismo sono fatti del tutto diversi per
tre ordini di motivi: crisi, beni di consumo, alternativa
CRISI
il comunismo non crollò per una crisi interna
ma semplicemente per il confronto con il mondo occidentale.
Il comunismo aveva assicurato a tutti alimentazione, scuola, sanità e,
soprattutto, un posto di lavoro
i tedeschi dell'est nel 89 non stavano peggio
degli anni precedenti e comune meglio di tutti gli altri comunisti .
Eppure, appena appena si capì che l'Armata Rossa
non sarebbe più intervenuta, la gente dell'est abbatte il Muro, e poi il
regime, come dei forsennati, da un giorno all'altro, possiamo dire: e qualche
anno dopo la scena si ripetè pure nella grande, gloriosa Unione Sovietica che
fini in pezzi : il mondo comunista non crollò per una crisi ma per aver perso
il confronto con l’Occidente capitalistico
Attualmente invece noi ci troviamo da anni di
fronte a una vera crisi. Lo sviluppo economico si è fermato sostanzialmente
in Occidente, crediti e speculazioni finanziarie hanno reso possibile ancora
procrastinare la crisi economica: in realtà ci siamo comportati come una
famiglia che non avendo più i mezzi per tenere un certo livello di vita continua
a vivere a quel livello facendo debiti: prima o dopo i debiti arriveranno a un
livello al quale non ci sarà più nessuno che vorrà farci credito. È quello che
sostanzialmente è avvenuto con la crisi finanziaria che è essenzialmente una
crisi di fiducia.
La gente non ha più fiducia, perde lavoro o
teme di perderlo, aumentano i nuovi poveri cosa che non avveniva affatto
nell'ultimo comunismo
BENI DI CONSUMO
il crollo del comunismo fu
dovuto a mancanza di beni: Il sistema non era In grado di produrre beni di
consumo a sufficienza: non e' che la gente non avesse i soldi ma mancavano
proprio i beni .
La
gente dell'Est vide che quelli dell’ Ovest avevano un più alto tenore di
vita: cioè in pratica più beni di consumi e li desideravano ardentemente pure
loro e la loro economia non ne produceva a sufficienza per distribuirli
Il desiderio
di quello che alcuni, sprezzantemente, definiscono consumismo ha abbattuto i
regimi dell'est.
Si tratta di fatti
opposti a quelli che ora si stanno verificando: noi abbiamo beni di consumo ma
non riusciamo a distribuirli e la mancanza di mercato finisce con limitare la
produzione stessa con un ciclo vizioso.
Nei paesi comunisti
non si trattava di un problema di distribuzione altrimenti sarebbe bastata la
solita tessera di razionamento:
non potevano distribuirli perche non li producevano
ALTERNATIVA
Nei paesi comunisti
avevano davanti a loro un modello alternativo quello capitalistico (di libero
mercato) nel momento in cu si resero ben conto che esso aveva avuto un successo
ben superiore a quello dell’economia di stato vollero precipitarsi in essa nella
speranza che avrebbero ottenuto piuttosto facilmente gli stessi risultati. Le
cose furono molto più complicate perche non è che una economia di mercato possa
instaurarsi in qualche anno: occorrono generazioni come era avvenuto in
Occidente. Il risultato immediato fu una crisi generale dalla quale
faticosamente quei paesi, e nemmeno tutti, stanno uscendo e i traguardi
occidentali sono sempre lontani. Più cautamente la Cina cambiò sistema economico
mantenendo però le strutture dello stato comunista e questo ha impedito la
paurosa crisi che ha attanagliato l’URSS
Nella crisi attuale
invece non c’è affatto una modello alternativo che fu la causa prima del crollo
del comunismo
Gli economisti
vanno in cerca di nuove ricette, oscillano fra un intervento dello stato in
emergenza e il timore che esso possa aggravare ulteriormente la crisi, fra chi
ritiene che bisogna intervenire molto e chi pensa che alla fine il mercato
stesso si riordinerà nel modo migliore
Manca del tutto un
modello alternativo: siamo sempre nell’ambito del modello liberistico.
Pensare a una
qualche soluzione inspirata al comunismo è del tutto privo di fondamento, fuori
dalla realtà.
Se con il
termine "comunismo" ci si riferisce a quello realizzato (Unione Sovietica) esso
è definitivamente fallito 30 anni fa e nessuno si sognerebbe, nemmeno in
ipotesi, di risuscitarlo. Se si intende, invece, quello della varie
rifondazioni, delle sinistre antagoniste, si vagheggia una società alternativa
che, in concreto, nessuno sembra in grado di delineare, se non da un punto di
vista filosofico ed etico e non certo in termini economici. Comunque il punto
centrale sarebbe in queste società la riduzione dei consumi ( consumismo) mentre
le soluzioni della attuale crisi puntano tutte all’opposto sulla ripresa dei
consumi.