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La Sentinella Martedì 27 luglio 2004
Novembre 2002: un messaggio di Bin Laden agli iracheni Nel novembre del 2002 Bin Laden fece pervenire alla TV satellitare Al Jazira una cassetta, in seguito considerata autentica dagli esperti della Cia. In essa erano contenuti due distinti messaggi, uno rivolto agli iracheni e l’altro al popolo americano.
In questo ultimo Bin Laden ha minacciato nuovi attentati suicidi contro i “crociati”. Nelle minacce sono compresi anche gli alleati degli Stati Uniti in Iraq, e ci si riserva “il diritto di rispondere nel momento e nel luogo più opportuni a tutti i paesi che partecipano a questa guerra ingiusta , in particolare la Gran Bretagna, la Spagna, l'Australia, la Polonia, il Giappone e l'Italia”
In seguito le minacce si sono concretizzate solo per la Spagna l’11 marzo 2004. Noi esamineremo pero in questa sede solo il primo messaggio, quello rivolto agli Iracheni
Testo del Messaggio
Essi invitano l’umanità a entrare nella religione miscredente della
democrazia e invitano gli iracheni ad entrare nel Consiglio
governativo iracheno che opera senza seguire l’Islam; essi fanno un
grande errore e sono contro Allah, l’Islam è la religione di Allah e
loro sono della Jahiliya. O mujahidin iracheni vi dico, per finire, che voi siete l’esercito di Allah e siete la prima linea per difendere la comunità islamica del mondo, la Nazione di Maometto».
Il Commento Si inizia con indicare come martire chi combatte senza danaro in cambio. La frase di per se appare poco chiara. Forse si voleva indicare i combattenti islamici in contrasto con i giovani che si arruolano nella rinascente polizia irachena, i quali invece sono spinti dal bisogno di guadagnare. Il termine arabo tradotto con “martire “ in italiano è “ shaid” : esso significa” testimone” (come in greco “martire” ) e viene usato per indicare il combattente islamico che cade in combattimento e in questo modo da testimonianza della sua fede Il jihad nel corano ha due significati: uno di guerra agli infedeli e l’altro di sforzo personale nel cammino della fede. Nel linguaggio di al Qaeda viene usata solo nel primo significato. La terra dell’Iraq viene qualificata come quella di “Salahuddin” (grafia italiana più comune: Salah ad-Din ), noto in Occidente con il nome latinizzato di Saladino e questa indicazione ha una valenza altamente emblematica per un musulmano iracheno. Saladino infatti, di stirpe Curda, nacque proprio a Tigritt , governò Egitto e Siria e, soprattutto, pose fino al regno cristiano di Gerusalemme sconfiggendo i Crociati nella battaglia di Hattin nel 1187. Viene quindi considerato l’eroe nazionale arabo nelle guerre medioevali contro i crociati: un esempio che sembra attuale, tagliato su misura ai fini di bin Laden . Difficilmente a un occidentale verrebbe in mente di ricordare Goffredo di Buglione ma, si sa, viviamo in mondi spirituali diversi Dopo un accenno velato al petrolio, viene il punto più interessante. Si fa riferimento a voci (propaganda ) che parlano di governi democratici e pacifici, i quali cooperano con i governi rinnegati: si deducono allora elementi importanti delle concezione dei fondamentalisti:
Si parla inoltre di “Jahiliya”. Letteralmente, tale termine indica le tenebre che erano sulla terra prima che Dio si rivelasse a Muhammad : quindi si tratterebbe del paganesimo pre-islamico, adoratore degli idoli. Tuttavia è comune nel lessico degli estremisti indicare con questo termine tutto ciò che si allontana dall’Islam mettendo dei feticci (il danaro, la democrazia, la libertà sessuale) al posto di Dio e della Shari’ah: in effetti corrisponde a nostre espressioni come “ dio-danaro” o “ idolo del successo” In sintesi, il comunicato sostiene una guerra santa che, pur avendo come primo obbiettivo gli USA, in realtà è rivolta contro tutti i governi arabi e tutte le tendenze della comunità islamiche che muovano verso la democrazia e – più in generale – verso il modo moderno considerato espressione diabolica e contro il quale è doveroso solo il jihad, “la guerra sul sentiero di Allah”, come recita il comunicato .
Giovanni De Sio Cesari
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