Pubblicato da www.americacallsitaly.org dicembre 2017 HOME
Chi sono gli sciiti
Giovanni De Sio Cesari
Indice: conflitto con i sunniti-- caratteri degli sciiti -- scontro coni wahabiti-- altre confessioni assimilate agli sciiti
Conflitto con i sunniti
Nel Medio Oriente divampa dovunque il conflitto fra sciiti e sunniti combinandosi in un intreccio inestricabili con altri conflitti etnici, economici e religiosi. Ma chi sono gli sciiti.
Derivano da una antica disputa dinastica nella successione a Maometto di 1300 anni fa ma che si è poi colorata di credenze religiose diverse e in contrasto con quelli della maggioranza detta sunnita e poi di una prassi, di culto diverso. Infine si è cristallizzata in identità etnica che prescinde anche da differenza di culto. E una successione di eventi che si è manifestato un po dovunque nella storia anche in ambito cristiano Ad esempio il contrasto fra Croati e Serbi che a volte è sfociato in una feroce guerra civile ( durante la seconda guerra mondiale e e poi nel dissolvimento della Jugoslavia) trae origine da una differenza di credo di due gruppi Croati e Serbi : parlano la stessa lingua ma si convertirono i primi al cristianesimo nella versione cattolica (latina) e i secondi in quella ortodossa ( greca) . Il contrasto risale a più di mille anni fa ed era relativo a uno scontro fra l’autorità del papa di Roma (cristianesimo latino occidentale) e quello del patriarca di Costantinopoli (greco, impero bizantino ) Poi si sono formati anche differenze di credo, di prassi religiosa e infine determina semplicemente la ideniità di una comunità a prescindere dal vero e proprio credo religioso. Si è croati e serbi a prescindere dal fatto che si sia credente o meno ma solo per tradizione familiare
Fenomeni simili sono avvenuti anche nell’ambito islamico Abbiamo cosi comunità di sciiti in Iraq, Libano, Siria, Bahrein, Yemen Arabia Saudita, Pakistan che differiscono dai sunniti solo per la tradizione religiosa che comunque è più forte di quella nazionale In Iraq non ci si sente affatto iracheni ma sciiti e sunniti e il loro scontro sanguinoso e interminabile continua a desolare tutto il paese. In Iran invece il credo sciita praticamente coincide con la nazionalità (e lingua ) iraniana e quindi naturalmente lo sciismo coincide con la identità nazionale anche se in realtà lo sciismo non ha origine nel mondo iraniano ma in quello arabo: infatti i grandi santuari e i luoghi di culto sciita si trovano in Iraq in ambiente tutto arabo. Un altro gruppo in cui la sciismo e etnia coincide è quello di in Afganistan degli Hazara di origine mongola ( si ritiene) che sono tenuti ai margini e talvolta perseguitati come ai tempi dei talebani
La cristallizzazione fa si che in pratica non è possibile che ci siano conversioni religiose fra sciiti e sunniti e ogni conflitto quindi è la premessa di un prossimo conflitto perchè la parte perdente aspetterà l’occasione favorevole per la rivincita, innescando un processo infinito che puo essere solo arrestato dalla sterminio o dalla pulizia etnica della parte sconfitta, tragedia certo da evitare e comunque in genere nemmeno contemplata. Nei conflitti pertanto fra sciiti e sunniti non ci sarà mai un vincitore ma solo semplicemente un compromesso: la ragionevolezza vorrebbe allora che il compromesso fosse preso prima di ricorrere alla forza ma non sempre, anzi quasi mai gli uomini sono ragionevoli quando scoppiano gli odi e le rivalse ( si veda le nostre due guerre mondiali ). In verità lo scontro aperto e sanguinoso fra sciiti e sunniti nel passato raramente è divampato in modo cosi aperto come ora. Le due fazioni islamiche in genere hanno convissuto senza troppe difficolta: i conflitti sanguinosi fra le varie confessioni sono state nel passato una caratteristiche del mondo cristiano, dalle eresie cristologiche alle eresia medioevali fino allo scontro fra cattolici e riformati che desolò tutta l’Europa per oltre un secolo con diramazioni che arrivano fino ai nostri tempi: si pensi ai contrasti in Irlanda fra cattolici e protestanti ( detti orangista, nell’Ulster) che solo negli ultimi anni pare ricomporsi ( ma mai completamente ) Fino ai tempi di Khomeini la differenza non sembrava poi tanto importante : infatti nella sua lotta contro il grande satana (cioè la immoralità e l’ateismo dominante l’America e l’ Occidente ) Khomeini intendeva unire tutto il mondo islamico al di sopra delle differenze confessionali. La guerra fra Iraq e Iran non era vista come una guerra fra sciiti e sunniti ma fra un islam fondamentalista (integralista) e una islam moderato e laico di ispirazione occidentale dei regimi nazionalisti ( che per altro guardavano a Mosca politicamente) Gli sciiti dell’Iraq non fecero affatto causa comune con gli iraniani malgrado i contrasti molto forti con i sunniti che dominavano il paese, fin dalla fondazione
Caratteri degli sciiti
La fazione sciita nasce nel contrasto alla successione del profeta Maometto: alla sua morte nel 632 furono designati in successione, tre califfi (successori) non parenti di Maometto ma una parte dei fedeli riteneva che la successione spettasse però ai familiari di sangue di Maometto (Ahl al-Bayt.; la gente della casa), rappresentati da Alī ibn Abi Tālib, cugino a genero del Profeta, avendone sposata la figlia Fatima e dai loro discendenti che erano quindi anche discendente di Maometto per linea femminile che pero era poco considerata nelle tradizioni arabe del tempo ( e anche dei nostri, per la verità) . Nel 656 Ali fu effettivamente nominato come quarto califfo ma fu assassinato poco dopo: il potere passò allora agli Omeyyadi, governatori della Siria. Uno dei figli di Ali,.al-Usayn ,cercò di rivendicare il potere ma fu ucciso con 72 seguaci a Kerbela nel 680: a ricordo di questo episodio si celebra la Ashura Fino a qui quindi una semplice disputa dinastica e non l’unica e forse nemmeno quella più importante nella successione ma da questo episodio che sarebbe rimasto quasi sconosciuto nacque un movimento che tuttora, dopo 13 secoli divide drammaticamente tutto il dar el islam ( mondo islamico)
Seguirono infatti altri discendenti pretendenti alla successione , in tutto dodici “iman” a partire da Ali. l’ultimo dei quali fu Muhammad ibn al-Hasan, detto al-Mahdī (l’inviato) morto nell' 874 ma i suoi seguaci affermarono che non era morto ma era stato solo occultato per tornare sulla terra a instaurare il regno di Dio alla fine di tempi. Una credenza innovativa e diciamo dirompente per il mondo mussulmano
In effetti gli sciiti elaborarono una loro interessante dottrina che per molti versi ricorda quella della “civitas dei” di S. Agostino
Essi sostengono che dopo Maometto non è possibile sulla terra una comunità veramente “giusta” secondo i dettami della legge di Dio. La morte di al-Husayn. non è semplicemente un episodio di una banale lotta dinastica ma assume un significato universale e metafisico: è la dimostrazione che il bene non può trionfare su questa terra e al Hausayn che preferisce morire con i suoi seguaci invece di arrendersi al male è il martire, per eccellenza , la testimonianza della malvagità degli uomini che non permette la società veramente giusta. Da qui la dottrina del “nascondimento”: solo alla fine dei tempi al Husayn tornerà sulla terra per fondare la società veramente giusta. Abbiamo quindi un pessimismo simile a quello cristiano di S. Agostino: nel mondo vi è il male: esso resterà sempre indissolubilmente intrecciato con il bene fino alla fine dei tempi quando il mondo sarà redento dal ritorno di al Husayn ( in S. Agostino, dal ritorno dl Cristo che separerà il bene dal male). In questa cornice dottrinale la Ashura non è la semplice rievocazione di un fatto storico avvenuto tanti secoli fa ma è il lutto per il male che è nel mondo, ora come allora, ed in ciascuno di noi: la penitenza dolorosa con flagellazioni e ferite è la espiazione del male, la penitenza. Analogamente nel nostro Venerdì Santo si ricorda non solo la passione di Cristo ma il male che c’è nel mondo che richiama alla penitenza: nelle tradizioni medioevali giunte in qualche luogo fino a noi ( come a Guardia Sanframondi) vi sono flagellazioni simili a quelle degli sciiti: il battente espia il male che è anche in se stesso, nei propri peccati
In questo complesso ideologico lo stato è necessario per reprimere il male che è nell’uomo (“remedium carnis”, diceva S. Agostino) ma non può istaurare una società veramente giusta, Da questo si ricava che il potere civile deve esser distinto da quello religioso ; solo con il ritorno dell’ “iman” al Husayn i due poteri si congiungeranno in una unica persona, diletta da Dio. Gi sciiti quindi, come S. Agostino e anche Lutero, inclinano per l’obbedienza allo stato anche se esso è, per sua natura, imperfetto
A questa dottrina si affianca anche prassi religiosa diversa Ci sono alcune regole diverse ma sono di scarsa importanza : il punto fondamentale è che gli sciiti hanno luoghi di culto, manifestazioni religiose che non sono rivolte direttamente al culto di Allah ma ad al-Husayn e altri personaggi considerati santi La ashura che è la festa principale, come detto, ricorda il sacrificio dell’Iman Si crea qualcosa di simile al culto dei santi dei cattolicità: il fedele non mette assolutamente in dubbio la unicità e onnipotenza di Dio ma in realtà nelle preghiere ci si rivolge ai santi o alla Madonna perchè intercedano presso Dio Da qui la grande importanza che hanno i santi protettori, la Madonna, nel medio evo le lotte a volte violente per il possesso delle reliquie e simili pratiche. Nella Riforma Protestante tutte queste pratiche furono considerate devianti, pagane e abolite Tutto un mondo religioso infatti crollò allora Nel mondo protestante, a prescindere dalle differenze dottrinali non sempre chiare e in fondo poco note, è la prassi quello che lo differenzia dal cattolicesimo. Se ci rivolgiamo al comune fedele difficilmente questi ci saprà dire quali principi teologici e dottrinali differenzino cattolicesimo e protestantesimo ma tutti vedono che nelle chiese cattoliche abbondano di icone di santi e della Madonna che sono del tutto assenti in quelli protestanti
Ora l’islam a si identifica con muwahhidum (sostenitori dell’unicità di dio) con un monoteismo assoluto e intransigente che caratterizzerebbe la loro religione a differenza del cristianesimo che invece adora la trinità
Gli sciiti appaiono quindi dei pericolosi eretici cosi come sembrarono i cattolici rimasti fedeli la papa nel mondo protestante( è vero anche il contrario naturalmente)
Scontro coni wahabiti
In tempi recenti il radicalismo islamico sunnita rappresentato dai wahabiti ha riacceso uno scontro dottrinale che nei secoli sembrava sopito
Il movimento fu fondato da
Muhammed Ibn Abd al-Wahab (1703-91) con l intento di un ritorno alle
origini, ai Sahabah (immediati seguaci), alla purezza dell'insegnamento
dell'islam non contaminato con le tradizioni dei vari popoli, dai compromessi
con le esigenze politiche ed economiche, un ritorno ai tempi dei primi califfi,
alle prime generazioni.
Egli si oppose a un islamismo popolare, intriso di tradizioni locali se non
addirittura di magia pagana. Condannò rigidamente l'iconografia, la
intercessione di personaggi ritenuti santi, in particolare il culto delle tombe
e ogni innovazione di culto posteriori alla predicazione coranica.
Conseguentemente oltra a varie tendenze come o meno eterodosse come gli alawiti,
gli islameliti, i sufi vide negli sciiti il principale nemico a causa delle
loro pratiche e teorie empie.
el Wahab convinse al suo credo, fra gli altri, l’emiro Muhammad bin Saud, e furono cosi conquistati i luoghi santi, Mecca e Medina dove, secondo i dettami del movimento furono distrutti i monumenti di Khadija (sposa di Maometto), di Abu Bakr (primo califfo) e di Ali ( quarto califfo, il primo dei docici Iman riconosciuti dagli sciiti).Quindi si rivolse contro gli sciiti e nel , nel 1802 attaccarono la città sacra degli Sciiti , Kerbala e saccheggiarono il mausoleo più sacro, quello dell’Imam Husayn
Per i suoi sanguinosi eccessi il movimento fu poi combattuto dall'impero turco e
da Mehemet Ali, kedive d'Egitto che riconquistò i luoghi santi. Dopo il crollo
dell’impero Ottomano tuttavia i wahabiti riemersero nella storia e il trono di
Arabia fu assegnato alla famiglia dei ibn saud ( donde il nome di Arabia
Saudita). Da allora non solo l’Arabia fu governata da wahabiti ma il movimento
potè espandersi in tutto il mondo mussulmano e anche nei residenti in Occidente
soprattutto grazie ai cospicui finanziamento dell’Arabia Saudita che sono
presenti un poco in tutte le fondazioni islamiche sparse per il mondo. Poichè il
wahabismo era movimento tutto interno all’ambito islamico esso non entrava in
conflitto con l’Occidente e pertanto il regime wahabita è rimasto fedele alleato
degli USA.
Ma una parte di esso, in anni recenti, ha visto anche nelle usanze occidentali
che andavano diffondendosi nel dar el islam una allontanamento dal salaf
(originario, dei tempi di Maometto) Questo fatto comporta una spaccatura: una
parte dei Wahabiti pur affermando la purezza dei primi tempi non per questo vede
l’Occidente come nemico e un’altra parte che invece vede come maggiore eresia il
bida (novità) proprio nel diffondersi della cultura occidentale e quindi
considera quest’ultimo come il principale nemico più ancora che le altre
correnti eterodosse dell’Islam stesso
Ma comunque nel rinnovarsi dell’ortodossia della muwahhidum ( unicita di Dio) gli sciiti sono i nemici fondamentali i: Il jihadismo di ispirazione wahabita vede quindi gli sciiti ( come i sufi, Alawiti e altre tendenze eterodosse) come dei pericolosi eretici ( il termine eretico non esiste nel mondo islamico;: si dice quindi infedeli, apostata e altri termini del genere )
In questo contesto non solo i jihadisti ma anche la stessa Arabia Saudita si sentono quindi in lotta con gli sciiti e loro alleati come difensori del vero islam.
Altre confessioni assimilate agli sciiti
Il conflitto in atto ha fatto si che alcune sette religiose non propriamente sciite e in lotta con i sunniti sono stati considerati loro alleati e assimilati ad essi anche se di diversa confessione
Attualmente i piu importanit di essi sono due :gli zaidisti e gli Alawiti
Zaydismo
Gli sciiti di cui abbiamo finora trattato sono detti duodecimani perche arrivano fino alla dodicesima successione degli iman. Ma altri si riferiscono ad altri iman precedenti: fra questi gli zaydisti attualmente diffusi in Yemen e Arabia saudita .
Fanno riferimento a Zayd ibn ʿAlī ibn al-Ḥusayn, uno dei figli del quarto iman che insorse contro il potere gli omayyade a Kūfa nel 740 d.C. dopo il massacro di Kerbelāʾ ma fu sconfitto ..
Tuttavia i suoi seguaci diffusero la opposizione agli Ommeyadi con un programma di equità sociale, di difesa dei più deboli . Non hanno pero assunto le credenze propria degli sciiti nel ritorno dell’iman e quindi non sono molto diversi dai sunniti ma comunque la loro confessione religiosa determina una identità della comunità che la fa distinguere orgogliosamente dai propri vicini sunniti.
Essi sono divenuti determinanti per la formazione del movimento Huthi Questo non si proclama propriamente un movimento zaydista, anzi rifiuta la identificazione, ma in pratica i loro aderenti sono appartenenti a questo credo religioso. Il loro nome deriva da quello del loro primo comandante Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, ucciso dalle forze armate yemenite nel settembre del 2004
Tanto basta per mantenere tutto lo Yemen in un conflitto infinito che coinvolge ai confini anche la Arabia Saudita ed è uno dei punti più caldi dell’attuale conflitto fra sciita e sunniti
Alawita
Gli alawiti costituivano una setta spesso perseguitata dalle autorità: le loro credenze e pratiche religiose restavano alquanto nascoste, misteriose in quanto sono disponibili solo per pochi iniziati ma si sa che ha alcune dottrine lontane dell’Islam : vi sarebbero presenti credenze quali trasmigrazione dell’anima, la reincarnazione, la divinità di Ali ibn Abi Talib – il quarto califfo e cugino del Profeta– e una santa trinità che comprende Ali , Muhamad e uno dei compagni del profeta, Salman al Farsi
Con il mandato francese sulla Siria e la laicizzazione che comportò la equiparazione di tutte le d fedi religiose in campo politico . gli alawiti discesero dai monti nei quali si erano sempre rifugiati e man mano riuscirono a prendere tutto il potere in Siria guidati dalla famiglia degli Assad con i quali praticamente finirono con identificarsi Questo fatto ha in pratica illanguidito le loro credenze religiose e si è detto che hanno conquistato il paese ma hanno perso la loro anima. In effetti il potere degli Assad e dgli alawiti ha il merito storico di aver laicizzanto il paese , di aver emancipati tutte le tante comunità religiose. In Siria i sunniti costituiscono il 65 per cento, mentre il resto e rappresentato da cristiani di molte professioni diverse. Ismailiti drusi, sciiti, e altri gruppi minori ancora Forsegli alawiti costituiscono il 10%
Gli Assad hanno represso con inflessibilità e diciamo con ferocia ogni tentativo di integralismo islamico e in questo ha il favore delle minoranze religiose non solo degli alawiti che vedono con terrore un possibile prevalere di un radicalismo sunnita. Gli iraniani hanno considerato gli alawiti come una corrente degli sciiti ma in realtà essi sono abbastanza lontani non solo dagli sciiti malgrado qualche elemento in comune ma anche dall’islam in generale ed inoltre professano per motivi politici un laicismo spinto che è poi la ragione del loro successo.
Ma tutto questo si è risolto nella estrema rovina del paese un tempo fiorente