Pubblicato da www.americacallsitaly.org maggio 2010. HOME
GIUSTIZIA E POLITICA IN ITALIA
In Italia, patria del diritto, come si dice, è insorto ormai da molti anni un acuto conflitto fa magistratura e politica che condiziona fortemente non solo la vita nazionale ma che ha anche gravi effetti negativi anche sulla sua immagine all'estero
Presentiamo al riguardo un intervento del Presidente della Repubblica italiano, Giorgio Napolitano, in occasione dell'incontro con i nuovi magistrati nel quale è contenuto un forte appello a non andare oltre i limiti costituzionali e un'analisi generale sul giustizialismo
Intervento del Presidente Napolitanoall'incontro con i nuovi Magistrati in tirocinio
Quirinale, 27/04/2010
Signor Ministro della Giustizia,
a tutti voi e ai collaboratori della Commissione del Consiglio Superiore per il tirocinio e la formazione professionale, il mio più cordiale saluto. ........... A voi magistrati che state per assumere una così rilevante funzione, un benvenuto caloroso. In 298 avete superato un selettivo concorso, dimostrando di possedere una valida preparazione giuridica e di essere animati da forti motivazioni, che vi hanno indotto ad una scelta così impegnativa. ............. Quello di oggi è il mio secondo incontro con i magistrati ordinari in tirocinio e conferma una tradizione coltivata dal mio predecessore, della cui importanza sono profondamente convinto. Lo scorgere nei vostri volti passione e fervore, ma anche consapevolezza dei difficili compiti che vi accingete a svolgere, è motivo di orgoglio: in particolare per me, che dell'autonomia e indipendenza della magistratura sono garante nella duplice veste di Presidente della Repubblica e di Presidente del Consiglio Superiore. E in questo duplice ruolo, debbo farmi carico - anche oggi, in questa che per voi è soprattutto una cerimonia augurale - di alcuni problemi che in materia di giustizia continuano a creare apprensione. Innanzitutto - l'ho rappresentato al CSM lo scorso 9 giugno - il problema della crisi di fiducia insorta nel paese sia per il funzionamento insoddisfacente dell'amministrazione della giustizia sia per l'incrinarsi dell'immagine e del prestigio della magistratura. Occorre adoperarsi per recuperare l'apprezzamento e il sostegno dei cittadini e a tal fine la magistratura non può sottrarsi a una seria riflessione critica su se stessa, ma deve proporsi le necessarie autocorrezioni, rifuggendo da visioni autoreferenziali. E' un percorso non facile, al quale può darsi positivo inizio se si stemperano le esasperazioni e le contrapposizioni polemiche che da anni caratterizzano il nodo, "delicato e critico", dei rapporti tra politica e giustizia. Rimango convinto, come ho avuto modo di dire più volte, che la politica e la giustizia non possono e non debbono percepirsi come "mondi ostili guidati dal reciproco sospetto". Deve prevalere in tutti il senso della misura, del rispetto e, infine, della comune responsabilità istituzionale, nella consapevolezza di essere chiamati solidalmente a prestare un servizio efficiente, a garantire un diritto fondamentale ai cittadini.,,,,,,,,,,,, Quella del magistrato è una funzione che esige equilibrio, serenità e sobrietà di comportamenti. Il suo unico fine è quello di applicare e far rispettare le leggi attraverso un esercizio della giurisdizione che coniughi il rigore con la scrupolosa osservanza delle garanzie previste per i cittadini. Non dimenticate che i casi sui quali siete chiamati a pronunciarvi promanano da situazioni difficili e spesso dolorose che hanno come protagonista l'uomo e le aspettative di giustizia che nutre. Sappiate quindi accompagnare il ricorso alle vostre competenze giuridiche e il necessario scrupolo nell'applicazione delle norme con un profondo rispetto della dignità della persona. Fate attenzione a non cedere a "esposizioni mediatiche" o a sentirvi investiti - come ho detto più volte in questi anni - di missioni improprie ed esorbitanti oppure ancora a indulgere ad atteggiamenti impropriamente protagonistici e personalistici che possono offuscare e mettere in discussione la imparzialità dei singoli magistrati, dell'ufficio giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale. La fiducia che i cittadini ripongono nella magistratura si nutre anche della percezione che essi hanno della indipendenza e imparzialità dei singoli magistrati nell'esercizio concreto delle loro funzioni. E' stata d'altronde la Corte Costituzionale a ricordare (sentenza n. 224/2009) che "i magistrati, per dettato costituzionale debbono essere imparziali ed indipendenti e tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento". Lo afferma ora anche la risoluzione che domani sarà definita dal plenum del Consiglio Superiore e che ho molto apprezzato. In essa si prende atto della oggettiva confusione di ruoli che può tra l'altro discendere dalla circostanza che il magistrato si proponga per incarichi politici nella sede in cui ha esercitato le sue funzioni. I valori costituzionali dell'autonomia e indipendenza si difendono tutelando i magistrati dai comportamenti che creano nei loro confronti un clima di ingiusta delegittimazione, ma anche adottando risoluzioni consapevoli - quale quella che ho prima richiamato -. Né vanno assecondate chiusure corporative, dissimulate insufficienze professionali, tollerati casi gravi di inerzia o cattiva conduzione degli uffici. Non a caso, questo Consiglio Superiore della Magistratura ha più incisivamente esercitato il potere disciplinare, e di ciò ho già dato atto in altra occasione..... Qualunque sia la sede in cui andrete a operare, qualunque sia la funzione che andrete a svolgere, unico dovrà essere il vostro comune impegno; garantire la legalità e l'attuazione dello stato di diritto che la ordinata convivenza civile presuppone e richiede. Lasciatemi dire, in conclusione, che la Repubblica si attende molto da voi, dalle nuove generazioni di magistrati che hanno preso o stanno prendendo il loro posto in quell'"ordine" che la Costituzione ha voluto "autonomo e indipendente da ogni altro potere". Ci attendiamo da voi un apporto di fresca e serena consapevolezza delle vostre responsabilità, nell'esercizio della funzione che vi spetta e nel rapporto di leale cooperazione con tutte le istituzioni rappresentative e di garanzia, così come nell'attento rapporto con l'evoluzione e le domande della società. Le tensioni e le polemiche acuitesi nel corso degli anni non debbono condizionarvi : applicatevi al vostro compito con animo sgombro. E non vi manchi la fierezza di appartenere a un mondo di servitori dello Stato - "soggetti solo alla legge", fedeli alla Costituzione - che in decenni di vita democratica ha espresso personalità di straordinaria tempra morale, sapienza giuridica, sensibilità umana e sociale, e dato contribuiti inestimabili alla tutela della legalità, dei diritti dei cittadini, delle regole di un ordinato e dinamico vivere civile. E' un patrimonio che nessuna ombra, nessuna caduta, nessuna contestazione può cancellare o svilire : un patrimonio che voi siete chiamati a raccogliere e che potete salvaguardare e rinnovare se vi sorreggeranno, insieme con il senso della misura, anche lo slancio ideale e l'apertura culturale di cui oggi siete portatori. Dipende non poco da voi e dai vostri colleghi delle più recenti leve della magistratura, aprire una nuova pagina, una nuova stagione nelle travagliate vicende della giustizia in Italia Un forte augurio a voi tutti e un affettuoso saluto ai vostri cari. |
Giovanni De Sio Cesari
Indice: concetto di giustizialismo - contrasto fa politico e giudiziario - straripamento della giudiziario - i magistrati - ruolo dei magistratura
Concetto di giustizialismo Il termine “giustizialismo” indica l’idea che TUTTA la realtà possa esser risolta (compresa, modificata) in base alla “giustizia” ( nel senso di legalità ). E’ analoga allo scientismo, al familismo, allo scolasticismo (e tanti altri “ismi”) nei quali si ritiene che TUTTO possa essere risolto dalla scienza, o dalla famiglia o dalla scuola. Ma la realtà e’ sempre molto più complessa, non può essere vista e risolta da un solo punto di vista per quanto importante esso possa essere Come in tutti gli “ismi” il giustizialismo si appoggia su confusioni logiche e semantiche La “verità giudiziale” viene confusa con la “verità in assoluto”: ma la prima si basa su quello che è rilevante processualmente cioè quello che viene filtrato attraverso tutta una serie di regole, in mezzo a ogni sorta di norme, amnistie, prescrizioni, improcedibilità, cavilli e contro cavilli e comunque poi dipende dalla libera convinzione dei giudici: tutti sanno che nessuna vertenza giudiziaria è sicura e che è fatto del tutto comune che una sentenza di un giudice venga rovesciata da un altro giudice. Il “legale” viene confuso con il “giusto” (il morale, il bene): ma la legalità dipende dalle leggi e non necessariamente esse possono essere considerate giuste: il fatto che la persecuzione degli ebrei nel nazismo o la schiavitù in America fossero legali non significa che esse fossero giuste come il fatto che Socrate o Cristo fossero condannati legalmente non significa che quelle condanne fossero giuste. Si assolutizza la funzione dei giudici come se essi fossero al di sopra della realtà comune: ma essi sono uomini come gli altri che non solo possono sbagliare ma possono anche agire per interessi personali, per convinzione personali anche a fine di bene: anzi è inevitabile che il giudice in quanto parte di un contesto socio culturale ne sia influenzato. Vi è poi la naturale tendenza di ogni potere, quindi anche di quello giudiziario, ad accrescersi e a straripare dal proprio ambito specifico
Il giustizialismo si appoggia soprattutto sull’idea popolare che “la legge dica qualcosa e basta ... e allora non resta che applicarla”: ma è una idea assolutamente fuori dalla realtà. Se fosse cosi semplice chiunque potrebbe fare il giudice ( basterebbe saper leggere) non occorrerebbero concorsi super difficili, non ci sarebbero grandi avvocati, luminari del diritto, corti di cassazione a sezioni unite, i giudici non si contraddirebbero continuamente e l'esito di ogni causa sarebbe facilmente prevedibile mentre e' sempre impossibile prevederne l'esito con certezza. In pratica se fosse cosi semplice le cause quasi non esisterebbero e non milioni e milioni da rendere ingestibile la giustizia, cosi come avviene. E' infatti sempre possibile dare una diversa interpretazione delle norme, discutere all'infinito se un certo fatto corrisponde a quello previsto dalla legge, e' sempre possibile trovare un cavillo e un contro cavillo al quale appigliarsi: nella giurisprudenza la forma ( i formalismi) è la sostanza. Non bisogna nemmeno pensare che una delle tesi sia vera e l'altra falsa, non avrebbe senso: per questo è previsto un giudice che alla fine decide; ma e' sempre una SUA decisione e in genere sono previsti altri giudici che possono decidere diversamente Se fosse possibile fare leggi assolutamente chiare sparirebbero avvocati, giudici e cause : la illusione settecentesca che bastano le leggi si è dissolta di fronte al fatto incontrovertibile che è sempre possibile dare interpretazioni diverse: quello che conta è sempre la capacità del giudice di esprimere sentenze che aderiscano alla essenza della legge. autorevolmente
Contrasto fa politico e giudiziario In Italia è accaduto che il contrasto fra potere politico e giudiziario si sia incentrato sul caso Berlusconi: in conseguenza si sono formati praticamente due partiti: uno “a favore dei giudici” con girotondi, piazze inferocite e manifestazioni di ogni genere con obbiettivo fondamentale Berlusconi, caricato di ogni male e dall’altra parte un altro partito “contro i giudici” che li accusano, di ogni parzialità e nefandezza. di essere” toghe rosse” che vogliono rovesciare la volontà popolare democraticamente espressa.
Non pare che si possa parlare
invece di "partito dei giudici" nel senso che esisterebbe un complotto
o una associazione di giudici che si proporrebbe fini politici cosi come
propone la propaganda berlusconiana: il fatto oggettivo è che una parte
degli italiani ( circa la meta) crede che alcuni giudici perseguano
fini politici in contrapposizione all'altra meta che invece crede che
non lo facciano : i partiti sono formati dai cittadini non dai
giudici, quindi.
Ma Il problema non riguarda solo Berlusconi ma un pò tutti gli ambiti della politica e tutti i partiti messi sotto tutela delle procure In realtà, però, il problema di rapporto fra i due poteri, politico e giudiziario, è un contrasto storicamente sempre esistito e che è esploso in Italia particolarmente agli inizi degli anni 90 quando una serie di indagini giudiziarie mise fuori gioco una intera classe politica (non solo singoli esponenti, come spesso accade) che pure aveva governata per 40 anni. l’Italia: che abbia poi governato bene o male è un giudizio storico, non giudiziario Con gli avvisi di garanzia a Berlusconi si formarono i due partiti di cui dicevamo. Una parte degli italiani continuò a credere che i giudici facessero semplicemente il loro mestiere mentre un'altra parte ritenne invece che facevano un uso strumentale della giustizia :prima non c'erano questi due partiti ma tutti,di destra, centro o sinistra credevano fermamente nei giudici Ai tempi di Mani Pulite quindi tutti i politici alzarono bandiera bianca e si arresero senza combattere, anche quelli che furono poi assolti: ma da quell'avviso a Berlusconi in poi tutti quelli che sono perseguiti gridano al complotto politico A prescindere dal fatto di chi dei due partiti abbia ragione (ammesso che questo problema abbia un senso) rimane il fatto che i magistrati, di fatto, hanno perso la credibilità di imparzialità. All’annuncio che il sottosegretario Bertolaso era indiziato di gravi reati il presidente del consiglio ne ha tessuto subito elogi incondizionati e tutto il consiglio dei ministri è scoppiato in un applauso fragoroso Credo che sia un fatto che non ha precedenti storici: più importante però è che quell’applauso è stato idealmente condiviso da una buona pare degli italiani i quali in effetti continuano a votare Berlusconi dimostrando, nei fatti, che essi non credono affatto alle condanne e alle indagini della magistratura. D’altra parte il problema giudiziario di Berlusconi non riguarda solo il privato cittadino Berlusconi (come spesso si dice) ma tutti perche se egli dovesse essere costretto a dimettersi per una condanna verrebbe annullato il voto degli italiani (dato quando questi problemi giudiziari erano già conosciuti) a prescindere dal fatto che nuove elezioni sarebbero di grave pregiudizio in un momento difficile come il nostro Non si può sostituire il capo del governo eletto con una azione giudiziaria che porterebbe facilmente al cambio della maggioranza: sarebbe un grave colpo alla democrazia Le leggi "ad personam", in realtà, sono a favore di una sola persona (a prescindere dalle acrobazie dialettiche che vorrebbero negarlo ) ma non sono volute da una sola persona ma dalla maggioranza o meglio diciamo da una meta, pressappoco, degli italiani che quelle leggi implicitamente approvano dal momento in cui continuano a votare Berlusconi. Il fatto che un capo di stato finisca in prigione indica un buon funzionamento della democrazia, dell'uguaglianza di fronte alla legge. Però questo è vero solo se i giudici sono al di sopra di ogni sospetto: ai tempi di Mani Pulite infatti tutti applaudirono i magistrati e Craxi, per evitare la prigione, dovette riparare all’estero malgrado avesse la maggioranza parlamentare a lui favorevole, Ma attualmente, ormai almeno la meta degli italiani è sinceramente convinta della parzialità dei giudici che hanno perso quindi il prestigio di un tempo. L'uso strumentale della giustizia in campo politico è invece una caratteristica della mancanza di democrazia, comune nei paesi del terzo mondo o nella Russia di Stalin in cui l'avversario politico viene criminalizzato. Preciso: non entriamo nel merito della questione se i giudici siano o meno parziali ma constatiamo solo che una parte degli italiani lo crede. sinceramente, e questo basta per togliere loro l'autorità richiesta. Per una parte degli italiani la anomalia consiste nei politici ch sfuggono alla giustizia ma per l'altra meta l'anomalia è che i giudici invadono la politica. In altre parole c'e da chiedersi: : è Berlusconi che vuole una eccezione per se oppure sono i giudici a fare una eccezione per Berlusconi ?
C’è qualcosa che allora non funziona in Italia, certamente : ma cosa ? E il potere politico che non accetta più controlli oppure è la magistratura che ha invaso il campo politico ? E’ un interrogativo a cui non credo sia facile dare una risposta non banale
Lo straripamento della giustizia Quando si parla di giustizialismo non ci si riferisce alla lentezza eccessiva della giustizia che è problema ancora più importante ma diverso : esso dipende essenzialmente dall’eccessivo complessità delle procedure e anche dal garantismo spesso eccessivo Il problema del giustizialismo riguarda invece l’operato di un piccolo numero di magistrati, soprattutto procuratori, che userebbero strumentalmente le procedure giudiziarie per fini diversi da quelli previste dalle leggi per convinzioni politiche, per desiderio di notorietà personale e per tanti altri motivi ancora Qualche esempio per chiarire · La cassazione sentenzia che se un bambino frequenta la scuola i genitori immigrati clandestini non possono essere allontanati perche sarebbe di grave nocumento al bambino (mentre un’altra corte di cassazione aveva affermato il contrario). Se questa sentenza fosse generalizzata allora basterebbe avere un figlio iscritto in una scuola per il permesso di soggiorno vanificando tutte le disposizioni in merito, cosa che chiaramente i giudici volevano fare: è evidente che il parlamento (il governo) non intendeva stabilire che basta iscrivere un figlio a scuola per avere il permesso di soggiorno: chi potrebbe pensarlo,chi ne ha mai parlato ? però la cassazione, cavillando sulle parole, si e' sostituita al governo, alla legge.
· Un giudice istruttore stabilisce che quelli che mettono bombe in Iraq non sono terroristi ma patrioti che difendono la patria: può essere una rispettabilissima opinione personale politica. Però lo stato italiano li definisce terroristi, manda anche nostre truppe in Iraq che subiscono anche gravi perdite pe una bomba: può un giudice stabilire in fatto di politica estera o di difesa? Che impatto può avere avuto all’estero un pronuncia del genere ?
· Indagini su Nassirya. è stata indagato il comandante italiano per negligenza: ma allora i giudici stabiliscono essi come si guidano le operazioni politico militari?
· Caso Abu Omar: una persona indagato anche dalla procura per terrorismo viene preso da agenti americani e inviato in Egitto, suo paese di origine ;ovviamente con l’aiuto e il consenso dei servizi segreti italiani. La magistratura apre una inchiesta, lunga, accanita puntigliosa che finisce con la condanna di agenti americani e con la criminalizzazione generalizzata dei servizi segreti italiani Ma i servizi segreti nel 2003, nel pieno della lotta al terrorismo, nella paura di una Atocha italiana possono derogare dalle leggi altrimenti sarebbe meglio abolirli e lasciare le indagini alle procure: sia il governo di destra che di sinistra poi si rifiutarono di collaborare. Si pensi all’effetto ancora sui terroristi e anche di più sugli agenti,
· Una corte italiana giudicando su un video in cui veniva maltrattato un handicappato, ha sentenziato che Google è responsabile dei filmati che vengono pubblicati dagli utenti: ma non esiste una legge che stabilisca la responsabilità di Google ma una direttiva internazionale accettata anche dall'Italia che la esclude (deve solo essere rimosso se segnalato) : solo una ESPLICITA legge dello stato potrebbe introdurlo ma invece i magistrati si sostituiscono ad essa
Il problema più importante riguarda però la irrelativa arbitrarietà delle indagini. Si parla di "obbligatorietà dell'azione penale": teoricamente significa che ogni giudice inquirente ha l’obbligo di perseguire tutte e qualsiasi azione penalmente rilevabile di cui abbia in qualunque modo notizia. Ma la realtà e assolutamente diversa: le azioni penali sono infinitamente superiori a quelle che vengono poi effettivamente indagate sia per motivi di opportunità che di risorse. si veda ad esempio:
· In caso di rapina o furto (di macchine ad esempio ) in pratica il magistrato non fa nessuna indagine: se però ci scappa il morto si mette sotto sopra, terra e cielo (giustamente) e quasi sempre si scopre il colpevole : in realtà sarebbe impossibile indagare a fondo per ogni furto d’auto o di portafoglio · da oltre 40 anni tutti gli anni, tutte (o quasi ) le scuole vengono occupate dagli studenti per i motivi o pretesti più vari : in teoria sarebbe un grave reato (occupazione di edifici pubblici) ma nessuna procura li ha mai perseguiti: i presidi mandano una comunicazione al magistrato che la archivia senza intervenire: il fatto è tollerato malgrado sia reato · Immigrati: 400mila golf si sono regolarizzate in un sol colpo qualche mese fa: questo significa che 400 mila reati erano stati compiuti senza che nessuno indagasse e pure erano fatti ben noti a tutti
In effetti che un giudice istruttore "sceglie" i casi e può indagare su qualsiasi fatto quanto vuole a lungo mettendo in una situazione di stress, di danno irreversibile qualsiasi cittadino per poi magari riconoscere la sua estraneità ai fatti Si prende ad esempio due casi clamorosi
· Il Cardinale di Napoli :macchine con sirena spiegata che invece di fermarsi alla solita Forcella vanno più in la di pochi metri ed entrano in vescovato e lo perquisiscono, cosa mai accaduta nella storia di Italia: un magistrato di una cittadina campana inquisisce il cardinale, vescovo di Napoli, niente di meno che per usura e continua per molti anni ancora fino a che poi non risulta niente di penalmente rilevabile e il caso archiviato: tutto legale, il magistrato anche promosso. Ma nel frattempo pensate gli effetti in una città in cui la Chiesa è al prima linea contro l’usura gestita dalla camorra
·
Caso Corona: un magistrato
di Potenza persegue un piccolo ricattatore che agisce in località
assolutamente lontane da Potenza ricattando personaggi notissimi :
vengono effettuate intercettazioni telefoniche la cui sola bolletta
supera un milione di euro,con il lavoro di un intero team di polizia.
Se si fosse trattato del delitto Claps e di pericolosi boss mafiosi
niente da eccepire Ma come pensare che questo caso rientri nell’ambito
della obbligatorietà penale specie se si considera che lo stesso
giudice ha perseguito analogamente tanti altri personaggi di grande
notorietà mass mediale In questi casi si tratta solo di zelo della obbligatorietà dell’azione penale oppure della voglia di notorietà di magistrati? La gente non ha dubbi soprattutto perche in tantissimi altri casi evidenti reati non sono mai stati perseguiti : In generale se si facessero indagini approfonditi su un qualsiasi onesto cittadino si troverebbe una bella serie di reati In tanti hanno evaso qualcosa nelle dichiarazioni dei redditi (quanti professori dichiarano le lezioni private?) o hanno assunto personale in nero ( Colf e badanti poi regolarizzate) ,o hanno costruito abusivamente ( poi condonati) e in genere nella vita di tutti i giorni noi possiamo commettere azioni che indagate poi con rigore risulterebbero reati (un professore che non segna un assenza di un alunno sul registro compie falso in atto pubblico) Ora non si ci si può difendere in tribunale dicendo che altre 10.000 persone che hanno compiuto lo stesso reato non sono stati perseguiti. Ma questo è vero solo a livello tecnico giudiziario: nell'ambito politico e sociologico se 10.000 compiono un reato e solo (quasi) uno viene perseguito questa è una ingiustizia palese e se la persone perseguita è un politico possiamo dire ,senza tema di smentite, che si fa un uso politico della giustizia
Nulla è più incerto della certezza del diritto cosi come nulla è più arbitrario della obbligatorietà dell'azione penale: e' un fatto incontestabile
I magistrati Se i politici sono tutti al di SOTTO di ogni sospetto però i giudici non sono tutti al di SOPRA di ogni sospetto: pregiudizi politici, voglia di notorietà, aspirazioni politiche e soprattutto la naturale voglia di potenza ne possono condizionare l'azione.
Spesso si dice che bisogna
rispettare le sentenze della magistratura ma questo significa solo che
esse vanno comunque eseguite non che non possano essere liberamente
criticate. Se qualcuno ritiene credo che i magistrati siano politicizzati,corrotti o incapaci ha il diritto e anzi il dovere civico di dirlo, per cercare una correzione, un rinnovamento Il fatto che i giudici siano politicizzati (o dei corrotti o degli incapaci o il contrario di questo) può essere vero o falso ma il fatto che dirlo "delegittima la magistratura" non c'entra niente con il fatto che sia vero o falso Sarebbe un discorso non solo antidemocratico. ma anche illogico Dire che i giudici sono incapaci o corrotti è legittimo quanto dire che lo è il governo, cosi come la sanità, le ferrovie ,le amministrazioni comunali ecc ecc.: non si capisce perche sarebbe diverso. Nè si può invocare il principio che le accuse dovrebbero essere provate. Seguendo questo principio non si potrebbe dire che Berlusconi fa leggi ad personam, , che ha corrotto i giudici, che è uno che pensa solo ai suoi interessi perche sarebbero diffamazioni non provate: ma da chi dovrebbero essere provate ? Che forse solo quello che la magistratura accerta può essere detto? Ovviamente altro è la validità, la ragionevolezza, la consistenza di una tesi che vanno criticamente esaminate: ma in democrazia tutti possono esprimere le proprie idee. La costituzione sancisce che tutti possono esprimere le proprie opinioni non solo gli intelligenti e gli onesti: questo è una cosa che affermano solo le dittature. E se siamo ancora in un regime di libertà tutti possono dire che il governo sono dilettanti allo sbaraglio o che i giudici sono politicizzati
Uno spinoso problema è quello dell’ingresso in politica di magistrati: molti sono in politica anzi il più noto di essi, Di Pietro ha fondato addirittura un partito che è divenuto anche essenziale per la formazione di una opposizione Il problema non è che un magistrato entri in politica ma il fatto che entra sfruttando la popolarità che gli hanno dato le inchieste: troppo facile pensare che ha fatto le indagini per fini politici e non giudiziari: se si era occupato di reati comune o del civile non c’è nessun problema. Esiste infatti un divieto per i giudici di iscriversi a partiti politici il cui significato è proprio quello che i giudici non debbono fare politica perche il loro potere è inconciliabile con quello politico. Ma si tratta di una norma solo formale : possono fare politica con convegni, interventi ecc e farsi eleggere senza iscriversi ai partiti, magari nemmeno dimettendosi dalla magistratura. Qualcuno dice: meglio in politica un magistrato di più e un delinquente in meno . Slogan di grande effetto, è vero: ma vediamo meglio Gli elettori possono scegliere chiunque ritengano opportuno: se eleggono un delinquente vuol dire che non lo ritengono un delinquente oppure che, malgrado questo, lo vogliono lo stesso: è il principio cardine della democrazia: in Iran i candidati debbono avere una attestato di moralità ( islamica) ma per questo l’Iran non è una democrazia Invece in democrazia i magistrati hanno un potere distinto da quello politico: se entrano in politica sfruttando la popolarità acquisita come giudici evidentemente l’ equilibrio costituzionale salta: la magistratura nel suo complesso perde credibilità Certo: anche per i giudici rimane la scelta insindacabile popolare. Ma se abbiamo casi come De Magistris che entra in politica per le inchieste (altrimenti chi mai lo avrebbe votato) allora succede pure che la gente non crede più alla imparzialità della magistratura e di fronte a inchieste che colpiscono politici o persone comunque di grande notorietà penserà che qualche altro magistrato voglia entrare in politica. Il danno non è alla politica ma alla credibilità della magistratura
I previsti procedimenti disciplinari sono in effetti inutili: difficilmente un giudice infrange la procedure ,anzi spesso le censure che colpiscono i giudici riguardano dettagli secondari e sono strumentali che per altri fatti come è avvenuto per De Magistris e per la Forleo.
Si può pensare che esistono poi tante garanzie, anzi qualcuno dice troppe, per gli imputati per cui se un giudice sbaglia sarà sempre corretto da altri: quindi è giusto che ognuno si lasci processare per mostrare la sua innocenza poi si vede nei tre gradi di giudizio se si è colpevole e in quale misura. Sarebbe senza dubbio verissimo se la vita si svolgesse solo nei tribunali ma non è cosi : la vita "vera" si svolge fuori. Nella attuale società mediatica tutti giudicano prima e dopo e a prescindere dai giudici e i loro verdetto spesso è più importante di quello dei giudici: quello che conta veramente è il processo mediatico e quindi ci si deve difendere sui media. Una persona non può aspettare molti anni, essere assolta e fare come se non fosse successo nulla: nel frattempo la sua vita può essere andata a rotoli, persa la carriera, il lavoro , abbandonato dagli amici, magari anche dalla moglie ma dal punto di vista legale tutto bene: la giustizia ha trionfato Vedasi ad esempio in politica alcuni casi Andreotti ha accettato il processo senza recriminare o gridare allo scandalo ma è stato per nove anni a combattere, ha perso ogni possibilità politica ( veramente non ne aveva già). Se Berlusconi avesse seguito il suo esempio al primo avviso di reato,è vero che sarebbe stato assolto dopo qualche anno ma nel frattempo avrebbe perso ogni possibilità di fare politica (che fosse un bene o un male per la nazione è altro discorso). Invece gridò alle toghe rosse, alla faziosità dei magistrati ; sta ancora a guidare lo stato Io non so se Bertolaso è innocente o colpevole Però se si fosse dimesso e aspettasse il processo la sua carriera sarebbe finita nella ignominia: non importerebbe niente se fra alcuni anni sarebbe condannato o assolto. Per questo è andato in TV, dovunque puo, da Santoro come da Vespa . per gridare che è innocente
IL RUOLO DEI MAGISTRATURA L’ordine interno e la difesa dall’esterno sono considerate tradizionalmente le due funzioni costitutive dello stato : anche se modernamente la funzione economica ha avuto un grande spazio tuttavia l’opera della magistratura rimane essenziale. e d’altra parte ha anche riflessi diretti in campo economico. Anche le imprese straniere temono la giustizia italiana e non solo per le lungaggini ma soprattutto per la imprevedibilità: non si sa mai cosa un giudice italiano deciderà malgrado il numero enormi di leggi che in teoria dovrebbero dare la certezza, regolando fino a ogni minuzia mentre all’estero, in genere, il quadro si fa molto meno aleatorio. L’Italia sotto questo aspetto viene assimilata ai paesi del terzo mondo: se in essi ogni investimento è alla merce del governante di turno, in Italia è alla merce della inventiva del magistrato di turno Soprattutto poi la corruzione dei politici è un fatto che minaccia la tenuta generale dell’economia. In realtà essa non esiste solo all'amministrazione italiana di oggi ma è un fatto strutturale: e' sempre stata presente in tutti gli stati, in tutte le epoche, presumibilmente ci sarà sempre. Però questo non significa che dobbiamo accettarla: anche gli omicidi passionali, i furti, le truffe ci sono stati e ci sono e ci saranno sempre : ma per questo esistono polizia e giudici (una spesa enorme ) per combatterli, Anche se non bisogna gridare alla fine del mondo se i politici italiani prendono tangenti , occorre tuttavia combattere il fenomeno: le indagini di giudici sono necessarie, hanno una loro insostituibile funzione: la corruzione se è fisiologica, a un certo livello, se non adeguatamente combattuta va oltre il fisiologico, straripa e quindi diventa un fattore fondamentale di ritardo, soprattutto di inefficienza. Il problema essenziale è che se la magistratura appare politicizzata non riesce più a svolgere questo ruolo Quando Craxi ebbe un avviso di garanzia successe il finimondo e una folla inferocita gli gettò le monetine: quando è arrivato a Bertolaso sono echeggiate, come dicevamo, gli applausi di tutto il governo che sono condivisi poi dalla maggior parte degli italiani il problema non è che i giudici siano effettivamente politicizzati o meno ma che almeno una metà degli italiani lo crede: questo toglie loro la autorevolezza necessaria Che fare allora ? Il giudice è una di quelle professioni come l'insegnante, il medico o il prete che si basa su un senso di dignità, di etica professionale che è insostituibile: gli viene affidato una compito che riguarda le persone, non le cose: deve sentirne la responsabilità Ciò che importa veramente sono i giudici anche se le strutture e le leggi possono essere importanti ma NON è un problema di leggi. Storicamente i nostri codici risalgono a quello napoleonico e quindi alla rivoluzione francese: si voleva dare leggi precise in modo da evitare l'arbitrio dei giudici ( nobili) e da assicurare i diritti di cittadini. Tuttavia in realtà quando più le leggi sono precise e analitiche più aumentano i cavilli e contro cavilli per dirimere i quali occorrono altre leggi che aumentano ancora questa possibilità: alla fine il caos e la paralisi della giustizia Nei paesi anglosassoni non esiste il codice, il giudice giudica con molta autonomia e autorevolezza secondo la common law e la giustizia appare molto più efficiente Bisogna anche che sia accuratamente evitato di fare leggi ad hoc: una legge rimane e in tanti altri casi può dare effetti imprevisti e imprevedibili : ancora oggi scontiamo gli effetti della legge Valpreda Le leggi sono sempre collegate tutte: occorre molta prudenza : non occorre che precisino tutto, ma che siano bene applicate. L'unica soluzione , è, quindi, quella di dare autorevolezza alla magistratura ma questo comporterebbe una diversa impostazione , una rinnovamento sostanziale di tutto il settore (immissione, valutazione in itinere, carriera responsabilità, ecc ) cioè tutte cose che sono normali nelle altre carriere: comprensibilmente, questo incontra però anche l'ostilità dei magistrati. Come denunciava già 30 anni fa Cossiga. è venuto meno ogni controllo sull’operato dei giudici dai tempi della contestazione come in tanti altri campi: un giudice fa carriera per anzianità che non tiene conto di quello che ha fatto professionalmente: se ha arrestato una persona senza nessuna vera giustificazione allora non dovrebbe fare più carriera, perchè ha dimostrato di essere inadatto: ma un giudice, stranamente, non viene giudicato per quello che fa che è praticamente insindacabile.
Per l'ingresso nella magistratura occorre superare un difficilissimo concorso nel quale si da prova di conoscenza del diritto: va bene ma i bravissimi possono essere fanatici e squilibrati In Inghilterra i giudici comuni non sono esperti di diritto ma persone riconosciute come equilibrate, prudenti Insomma quella dei giudici dovrebbe essere una funzione alla quale si arriva dopo un curriculum nel quale si sono dimostrate certe capacità come avviene in molti paesi. Le procure hanno avuto, per varie circostanze, un potere enorme, incontrollato: è inevitabile che alcuni siano portati ad andar oltre: alcuni magari solo per fine di bene, sentendosi investiti di una missione, altri per motivi meno nobili. come desiderio di notorietà, arrivismo, salto in politica : il procuratore che ha potere tanto ampio dovrebbe essere persona che ha dato prova di equilibrio e capacità con ampia esperienza
Ma in Italia tutti i tentativi per riformare la giustizia che non funziona si trova di fronte ai due partiti, pregiudizialmente uno contrario e uno favorevole , e non si riesce a riformare nulla nel conflitto fra magistratura e politica fra Berlusconi che cerca di bloccare i processi contro di lui e i giudici che cercano eternamente e invano di condannarlo. Berlusconi l'ultima cosa che vorrebbe e' dare autorevolezza ai magistrati, la sinistra non vuol urtarli Le riforme, se fatte veramente, urtano sempre tanti interessi: meglio parlarne che farle veramente, nella giustizia come in tutti i campi |