Pubblicato da APPUNTI luglio 2009. HOME
Giovanni De Sio Cesari
Fino a qualche secolo l’idea fondamentale del governo era a carattere teocratico: il compito del governo era perseguire il giusto e il bene e poichè essi erano sempre collocati in un ambito religioso, in qualche modo doveva essere connesso con la divinità
Il
principio, ben espresso da Agostino “nulla autoritas nisi a deo ( nessuna
autorità ( legittima) se non da Dio) era una idea universalmente accettata in
tutte le civiltà del passato, dall’Europa alla Cina, dai Faraoni al
legittimismo dell’800: il governante è essenzialmente custode del bene e del
giusto i cui criteri ,eterni e immutabili, traggono origine nella volontà
divina. e pertanto il sovrano è un rappresentante di dio stesso
Ma dal 700 si è invece affermato una idea diversa: il potere spetta al popolo. e la legge è la manifestazione della volontà popolare. Si tratta di un aspetto fondamentale del più generale processo di laicizzazione che ha mutato dalle fondamenta tutta la società .
L’dea si è rapidamente diffusa in tutto il mondo: solo una parte degli islamici pensa ancora che le leggi vengano direttamente da Dio e che l’autorità politica abbia solo la funzione esecutiva e non quella legislativa perche le leggi ci sono già nella Shari’ah e sono eterne e immutabili.
Ma il vero problema concreto è come si esprima poi la volontà popolare. Fin dal ‘700 si manifestarono due tendenze: per alcuni si manifesta nelle elezioni generali ( ogni uomo, un voto). altri invece contrapponevano la “volontà generale” alla tirannia del maggior numero
La distinzione ha dato origini a due sistemi di governo che ambedue si definiscono democratici , espressione cioè della volontà del popolo. Per le democrazie a modello angolo sassone però la volontà popolare si esprime attraverso elezioni pluralistiche generali, per altri ( comunismo, fascismi e altri movimenti di paesi extraeuropei come nasserismo, bath ecc) invece attraverso le strutture di un partito unico espressione della vera volontà generale .
Per tutto il 900 i due modelli si sono fronteggiati in Occidente: da una parte le democrazie parlamentari e dall’altra fascismi e comunismi
Alla fine dl secolo però i regimi non parlamentari sono tutti caduti violentemente (nazismo) o, più frequentemente, pacificamente (comunismo, falangismo).
Si è pure evidenziato che, inevitabilmente, la vera volontà generale se non si esprime in libere elezioni finisce con la tirannia di una minoranza che poi diviene quella di un singolo uomo,
Nel resto del mondo invece la democrazia si è affermata solo in una parte ( India, Giappone) ma è assente in altre ( Cina, mondo arabo)
Ma in realtà non facilmente e non dovunque i principi democratici sono applicabili
Per rendercene conto vediamo innanzi tutto in che cosa esattamente consistono le democrazie di modello anglosassone: vi sono due elementi da tener ben chiari e distinti: le elezioni e la libertà
Le elezioni si tengono in realtà anche nei regimi dittatoriali: ma per essere definite democratiche occorre che siano pluralistiche: due o più partiti si presentano e gli elettori possono scegliere liberamente; se invece il partito è unico ( comunista, fascista, bath) evidentemente non c’è scelta reale
L’altro elemento ancora più importante è che vi sia libertà di pensiero, di espressione, di associazione in modo che si possa formare una opinione pubblica in grado di scegliere. Se non vi sono le libertà democratiche o anche se tutti i mezzi di comunicazione sono invece controllati dal potere la scelta non sarebbe ugualmente reale. Si instaura un sistema secondo il quale vi è una maggioranza che governa e una minoranza che fa opposizione e, soprattutto, vi è la possibilità che a ogni elezione le parti possano invertirsi
Si tratta di un sistema molto complesso, non esente da difetti, contraddizioni e pericoli che ha bisogno di precondizioni che se si formano lentamente e non si ritrovano dovunque.
Innanzitutto debbono esistere i partiti in grado di raccogliere il consenso popolare su un programma in base a principi generali. L’esistenza di gruppi religiosi, linguistici, razziali ( etnie) fa si che ogni membro di ogni gruppo voti per i rappresentati del proprio gruppo: in questo caso la elezione finisce con l’essere una specie di censimento dei gruppi e quello più numeroso pretende il potere ( Libano, Irak) : nulla di più antidemocratico, naturalmente. Altre volte i partiti sono troppi perche gli eletti sono collegati a interessi particolari locali senza nessuna mediazione politica generale: un governo del genere non ha nessuna possibilità di funzionare effettivamente
Occorre poi soprattutto un clima di liberta e di tolleranza : questo presuppone una cultura, una mentalità nella quale si distingua fra l’opinione e la verità, soprattutto il bene e l’opinione del bene, che è cosa molto difficile. Nella democrazia si parla di avversari e non di nemici: ma è cosa difficile e in qualche modo contraddittoria : bisogna pensare che quelli che hanno torto forse hanno pure ragione
Senza questa cultura il contrasto politico inevitabilmente scade nello scontro violento che è la fine della democrazia. Va anche notato che basta una minoranza consistente che non accetti la democrazia perché questa sia, in effetti, impossibile.
Se quindi è generale l’idea che il potere appartenga al popolo, tranne alcune eccezione, il sistema del partito unico è diffuso quasi quanto la democrazia nel mondo: non sappiamo e non possiamo prevedere se la democrazia, con il tempo, si diffonderà effettivamente in tutto il mondo.