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IL "SERVIZIO MILITARE" DEL CAVALLO |
ESTENSORE: Giovanni De Sio Cesari http://www.giovannidesio.it/
Struttura: Introduzione II millennio a.C. Età greco-romana Medio evo Età moderna
Per quasi 4.000 anni il cavallo è stato un compagno fedele dell'uomo non solo nei lavori e nei trasporti ma, purtroppo. anche nelle guerre pressoché incessanti che gli uomini hanno hanno combattuto fra di loro. In questo articolo cercheremo di dare un quadro generale dell'uso bellico del cavallo relativamente al mondo occidentale.
NEL SECONDO MILLENNIO AVANTI CRISTO
Nel Medio Oriente fu inventato il carro da guerra. Si trattava di un carro, piuttosto leggero trainato da un cavallo. Le ruote erano conservate singolarmente e montate al momento dell'uso. Sul carro prendevano posto due uomini: un auriga e un combattente vero e proprio armato di arco e di lancia. I carri venivano lanciati in battaglia, in formazioni serrate e travolgevano le fanterie nemiche svolgendo una funzione paragonabile a quella dei carri armati nella Seconda Guerra Mondiale. I carri erano adatti a terreni aperti, ampi, desertici o semi desertici che abbondavano nel Medio Oriente ma erano poco utili in territori montagnosi o accidentati.
Storicamente le prime notizie ci provengono da fonti egizie. Esse ci narrano dell'uso che ne fecero popoli semiti definiti con il termine generale di Hyksos contro gli Egizi stessi. Infatti proprio con l'uso dei carri da guerra gi Hyksos travolsero le difese egiziane e nel XIX secolo a C. dominarono l'Egitto stesso. Furono poi cacciati dagli Egizi nel XVII secolo a C. che nel frattempo si erano impadroniti dell'arte dell'uso del carro.
Intorno al X secolo l'uso dei carri andò perdendosi sostituito dal più agile sistema di cavalcare direttamente i cavalli: tuttavia diversi tecniche di guerra andavano affermandosi
In tutta questa età il cavallo perse il ruolo fondamentale che aveva svolto nel millennio precedente in quanto si elaborarono tecniche di guerra incentrate sull' "ordine chiuso" della fanteria. Esse consistevano nel formare una schiera compatta, chiusa in cui ciascun soldato combatteva stretto ai suoi compagni e che formava come uno fortezza vivente irta di armi e di scudi. Varianti di queste tecniche elaborarono gli opliti greci, la falange macedone, la fanteria romana. L'esercito che rompeva gli ordini era perduto: nelle battaglie dell'antichità constatiamo un enorme divario di perdite fra vincitori e vinti: questi ultimi infatti, una volta rotto l'ordine, venivano massacrati implacabilmente perché erano ormai incapaci di difendersi.
La cavalleria cessò pertanto di essere l'arma vincente in quanto non riusciva in genere a rompere l'ordine stretto della fanteria. Tuttavia essa continuò a svolgere un ruolo importante nelle guerre dell'antichità: poteva accorrere velocemente nei punti più critici, aggirare le posizioni nemiche, lanciarsi all'inseguimento e al massacro dei nemici in rotta. Le battaglie erano decise sostanzialmente dall'urto diretto delle fanterie ma la cavalleria come gli arcieri e le macchine da guerra poteva giocare un ruolo di grande importanza.
A Roma ,in particolare, secondo gli ordinamenti tradizionalmente fatti risalire a Servio Tullio, solo i più ricchi erano chiamati a militare fra i cavalieri in quanto, come è noto, nell'antichità si combatteva a proprie spese e solo quindi i più abbienti potevano permettersi di farlo a cavallo . In seguiti poi si costituì un ordine sociale particolare gli "equites" ( i cavalieri) che, svincolati dal primario riferimento al servizio militare, costituirono una classe di affaristi,di imprenditori, di mercanti, qualcosa di paragonabile alla nostra borghesia imprenditoriale. Niente in comune con i cavalieri medioevali a parte il riferimento all'uso del cavallo in guerra.
Gli "equites" costituirono insieme alla aristocrazia senatoriale formata da proprietari terrieri e ai quali era vietato occuparsi di affari il ceto dirigente romano che guidò la formazione dell'Impero
In questa età il cavallo divenne l'elemento essenziale, diremmo il protagonista dell'arte della guerra. L'uomo d'armi è il cavaliere, ma il cavallo non è solo uno strumento di guerra ma è anche e soprattutto il segno distintivo di una classe sociale, l'elemento fondamentale di tutta una organizzazione sociale, di una filosofia di vita, diremmo.
Perdutosi con la fine dell'impero romano il costume di combattere in "ordine chiuso" l'elemento decisivo delle battaglie divenne il combattente a cavallo pesantemente armato. Anche per disporre di una cavalleria Carlo Magno promosse il sistema feudale: a ciascun fedele veniva assegnato una proprietà terriera (feudo) e i contadini per coltivarlo (servi della gleba) e in cambio si esigeva fondamentalmente l'obbligo di militare a cavallo (a proprie spese) al servizio del sovrano.
Ma il cavaliere medioevale non era solo un combattente: aveva una serie di obblighi morali e religiosi, un proprio codice di onore che lo distingueva nettamente da tutti gli altri. Poteva essere anche poverissimo (ed era un fatto molto più comune di quanto si possa pensare) ma era pur sempre un "cavaliere" con un proprio onore che poteva guardare con sufficienza al più ricco dei mercanti.
Combattere a cavallo con le armature richiedeva una abilità che non si poteva improvvisare: bisognava avviarsi al mestiere fin da giovane età (un po' come la nostra cultura, non si impara da adulti, occorre andare a scuola da ragazzi)
Per questo e per imparare anche i principi etici e il codice di comportamento, il giovinetto che aveva i natali adeguati veniva allogato presso un cavaliere che gli faceva da maestro: prima era paggio (viveva cioè a contatto con i cavalieri) poi diveniva scudiero cioè cominciava l'addestramento militare vero e proprio e seguiva il cavaliere nelle sue imprese. Infine diventava cavaliere con una suggestiva cerimonia religiosa e il suo stato era paragonabile a quello del sacerdote, era un giuramento al quale si restava legato per tutta la vita
I cavalieri avevano armature ma non tanto pesanti come comunemente si crede. Nei musei infatti (come nei molte film di genere) noi vediamo in genere armature finemente lavorate e molto complesse:ma esse risalgono al Rinascimento ed erano però da parata o da torneo ma difficili da gestire in lunghe e disagiate campagne militari . Le armature effettivamente usate nelle guerre medioevali, in genere, non ci sono pervenute. Esse erano molto più sobrie. Non c'era una visiera che coprisse tutto il viso ma solo una striscetta di metallo che scendeva sul naso, molto ampio era l'uso di maglie fatte di catenelle di metallo. Tuttavia l'urto della cavalleria era ugualmente fortissimo, insostenibile da chi non fosse armato allo stesso modo. Nelle crociate i cristiani risultarono sempre vincitori in campo aperto rispetto ai mussulmani in virtù della superiorità delle loro armi
I cavalieri erano forniti,oltre che di armature anche di potenti armi in grado di smantellare quelle degli avversari: lance, spadoni pesantissimi. mazze ferrate, asce
Le battaglie del Medio Evo erano, in effetti. scontri di cavalleria: i combattenti a piedi furono denominati "fanti" cioè " i ragazzi" (in senso vagamente di sufficienza come il "garcon" dei francesi). Importanti a volte furono gli arcieri, sopratutto i balestrieri inglesi ma erano pur sempre plebei, canaglia perché non affrontavano il nemico faccia a faccia "in singolar tenzone.", "a lancia e spada, in campo"
La fine del Medio Evo fu anche la a fine dell'assoluta preminenza del cavaliere.
In genere si pone si pone in relazione il tramonto della cavalleria con l'invenzione delle armo da fuoco ma ciò non è esatto. Passò ,oltre un secolo, dalla fine della preminenza della cavalleria infatti e l'effettiva preminenza delle armi da fuoco. Gia dal 500 la cavalleria non fu più l'arma vincente mentre dobbiamo attendere al 600 almeno perché le armi da fuoco fossero tanto perfezionate da costituire effettivamente le armi principali delle guerre.
All'inizio del '500 gli svizzeri per primi elaborarono un nuovo modo di combattere in qualche modo simile a quello degli antichi: le fanterie adottarono un ordine chiuso: le cariche di cavalleria si infrangevano contro le lunghe e pesanti picche dei fanti. Il metodo fu poi imitato dai lanzichinecchi tedeschi, dagli spagnoli e le guerre furono nuovamente decise da scontri di fanteria.
L'addestramento dei fanti era molto più semplice e questi furono arruolati fra i popoli o i ceti più poveri. Gli ufficiali invece continuarono ad essere costituiti dai ceti superiori, dai nobili che pur guidando dei fanti tuttavia in genere disponevano di un cavallo per spostarsi.
La cavalleria tuttavia continuò a costituire un importantissima specialità degli eserciti e . I cavalieri non indossarono più le pesanti armature e divennero "cavalleggeri" (termine conservato fino ai nostri giorni) e ebbero costituzione sociale simile a quella delle atre specialità dell'esercito: solo gli ufficiali provenivano dalla nobiltà e militare a cavallo non ebbe più il significato sociale ed culturale che aveva avuto nel Medio Evo.
Comunque la cavalleria resto sempre importante e spesso le battaglie furono decise da cariche di cavalleria.Il perfezionamento, d'altronde molto lento delle armo da fuoco rese però sempre meno efficace la funzione della cavalleria. Infatti è difficile per un cavaliere usare armi da fuoco restando in sella:. fondamentalmente la cavalleria operava lanciandosi contro il nemico nelle carica con sciabola o lancia . Man mano però che il tiro delle armi da fuoco diveniva più preciso e soprattutto più rapido la cavalleria veniva sempre più falcidiata prima di prendere contatto all'arma bianca. Famoso l'episodio della carica dei 600 di Bataclava in cui i cavalleggeri inglesi riuscirono a mettere in fuga i russi ma lasciarono sul terreno la maggioranza dei propri uomini .
Un incremento della cavalleria si ebbe invece nella espansione europea in nuovi territori nella quale la cavalleria costituì un elemento essenziale, Si pensi alla conquista in Asia a opera dei cosacchi russi e soprattutto alla conquista del West americano: la vastità degli spazi avrebbero reso queste imprese impossibili alle fanterie
Ultime cariche di cavalleria si registrarono nella Prima Guerra Mondiale e qualcuna anche nella Seconda. Ma omai nel 900 il cavallo ha terminato il suo millenario "servizio militare": la rapidità delle armi da fuoco renderebbe inconcepibile ogni carica di cavalleria e i mezzi di trasporto meccanici hanno reso obsoleto ormai del tutto l'uso del cavallo come mezzo di trasporto.
Soldati a cavallo (e non propriamente la cavalleria) possono ancora essere sporadicamente adoperati in qualche compito specifico (terreni particolari, ordine pubblico) .Soprattutto però alla cavalleria restano compiti di rappresentanza, onorifici: quasi ogni capo di stato della vecchia Europa ha una sua scorta di cavalleria .Ma il cavallo non va più in guerra
Quando nemmeno l'uomo andrà più in guerra? Noi speriamo presto.
ESTENSORE: Giovanni De Sio Cesari http://www.giovannidesio.it/
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