Pubblicato in " Appunti " giugno 2012 n 6 ,anno IX                HOME

 

 

LA CASTA E LA CRISI

 

Giovanni De Sio Cesari

 

L’acuirsi della crisi economica a tutti i livelli  ha anche acuita parimenti a tutti i livelli la percezione della disonestà e della incapacità della classe politica, della casta, come ormai comunemente si dice. 

E’ un fatto certamente positivo, un processo di  controllo democratico che va incoraggiato, che deve essere soprattutto esteso a tutti i livelli dell’enorme apparato politico e burocratico che costituisce il nostro stato o meglio lo stato moderno in generale

Tuttavia è la corruzione  della nostra casta politica  la causa delle difficoltà  economiche?

 Notiamo che la crisi colpisce tutti i paesi dell ’Occidente, quelli retti da governi di destra o di sinistra,  quelli onesti ( se mai ce ne sono ) e quelli più corrotti 

Per quanto riguarda l’Italia Io non saprei dire se i politici degli anni 80, poi tutti travolti da  tangentopoli, fossero migliori o peggiori di quelli di adesso

Dare  la colpa ai governanti  che non sono mediamente peggiori di quelli dei passati  tempi prosperi, è un facile diversivo  che non ci fa capire le cause della crisi che sono ben altre

Anche quando imprenditori e dipendenti  non si suicidavano, anche quando le cose andavano alla grande, c’erano più o meno gli stessi partiti, la corruzione politica, l’evasione fiscale, si parlava   di mafia. di complotti massonici in combutta con la  Cia e chi ne ha più ne metta

 Le cause vanno ricercate  nelle situazioni  nuove  che non c’erano negli anni precedenti: dobbiamo ricercarle nei grandi cambiamenti della nuova economia, diciamo genericamente della globalizzazione:  Per esemplificare :

 

·      L’abbandono del sistema  Keynesiano (assistenzialismo)

·      L’introduzione dell’euro ( la sua ingovernabilità )

·      L’irrompere dei paesi emergenti (concorrenza a bassi costi )

·       La delocalizzazione del lavoro in paesi che offrono migliori condizioni 

 

Da questo punto di vista la lotta alla  casta, pure giusta in se, puo rilevarsi come un diversivo che  ci fa perder di vista le reali cause e quindi anche la consapevolezza dei mezzi  per affrontare la crisi  

 Il successo clamoroso dei Grillini nasce proprio dalla illusione che le causa sia tutta colpa della casta, cacciata la quale tutto sarebbe  risolto  così come qualcuno pensava che cacciato Berlusconi tutto  sarebbe  tornato a posto: ma non è stato e non poteva essere cosi

In realtà per affrontare la crisi abbiamo, schematicamente, due scuole di pensiero Secondo quella, diciamo di maggioranza,  seguita anche da Monti, l’eccessivo indebitamento mette in pericolo  di crollo generale  (default): bisogna quindi prima risanare e questo  significa necessariamente e inevitabilmente il peggioramento del livello economico: insomma meglio perdere qualcosa anzicche tutto 

  Un’altra scuola di pensiero ( di minoranza)  invece ritiene che questo pericolo poi non sia cosi imminente e quindi, per far ripartire  l’economia, non bisogna aver paura di indebitarsi ancora

Si cerca poi la quadra di come conciliare  rigore e crescita: cioe fino a che punto ci si può spingere a stimolare la crescita  senza fare default ,  

Questi i termini del problema: a quanto pare gli economisti, i premi Nobel non sono d’accordo fra di loro:  cosa ne può capire allora il cittadino comune?

Da qui pure il disimpegno dei cittadini dalla politica: nel passato vi erano due modelli :quello capitalistico e quello comunista (ciascuno in infinite varianti) e ognuno  aderiva all’uno o all’altro  per una  infinita di motivi di ogni ordine 

Ora  nessuno sa cosa fare, nemmeno i partiti che hanno rinunziato alla loro funzione fondamentale di mediazione e proposta politica  globale  limitandosi  a  cercare solo di racimolare  voti   ma in questo modo hanno peso la fiducia dei cittadini e appaiono solo  una casta parassitaria  I cittadini non si interessano tanto alle soluzioni alle politiche da intraprendere  ma soprattutto dei casi di corruzione che, pure numerosi, tuttavia fanno parte della fisiologia della politica

Si prenda ad esempio la crisi della Lega nord

Si può pensare, e giustamente, tutto il male possibile del fatto che  i finanziamenti, invece di andare  alle  attività della Lega finivano nelle  tasche  della famiglia  Bossi: cosa gravissima, imperdonabile ma non è certamente questa  la causa della crisi  della Lega

Il problema principale  della Lega  è che, malgrado la  situazione  eccezionalmente  favorevole degli ultimi 20 anni, la Lega non ha conseguito nessun risultato, ne federalismo ne tanto meno secessione Ora che  tutto è cambiato in pochi mesi,  si è dissolta la situazione favorevole,  la Lega è senza prospettiva: si puo slo tornare ai modesti movimenti localistici dei nostalgici  della  Repubblica Veneta o dell’amministrazione austriaca .

Questa la vera causa della crisi della Lega non certo i furtarelli dei Bossi 

 

Concludendo  non vogliamo minimizzare la questione morale: ma essa è comune, in qualche modo a tutte le società del presente e del passato: difficile dire se la corruzione in Italia sia maggiore che in Cine:  io  personalmente, propenderei  per l’opinione che sia molto maggiore in Cina : pero la Cina  avanza e l’Italia retrocede