Pubblicato in " Appunti " settembre 2016 n 9 ,anno XII HOME
CAMBIARE VERSO, PERCHE’
Giovanni De Sio Cesari
Renzi, all’inizio del suo mandato, ha annunciato di voler cambiare il verso dell’Europa, di voler guardare piu allo sviluppo che al rigore e altri espressioni simili Certo si tratta di linguaggio mediatico, di slogan che comportano sempre semplificazioni eccessive e banalizzazioni che possano essere comprese dalla massa dei non esperti che costituisce la stragrande maggioranza degli elettori
Ma che c’è al di la di essi ?
Non so se effettivamente Renzi pensi veramente a una rifondazione della UE e in particolare della sua politica economica oppure se solo vuole aggregare facile consenso o al piu richiedere dalla UE semplicemente qualche deroga per poter aumentare il disavanzo,o aiutare le banche
Il fatto pero è che alle enunciazioni non sono seguiti i fatti ma Renzi dopo aver invocato il cambiamento di verso non puo poi far finta di niente: questo puo significare la fine di Renzi alla prima occasione
Allora prepariamoci a una una destra rinnovata o un M5S
Posso pensare che a un certo punto abbia ritenuto che fosse troppo pericoloso, diciamo impossibile, per un paese disastrato come l‘Italia correre il rischio di uscire dalla Europa: UK è in grado di farlo, noi forse no
Il cambiamento è sempre un rischio, un salto nel buio: l’Italia non è abbastanza forte ne abbastanza disperata per farlo : rischiamo allora di fare la lenta fine della rana nella pentola che si scalda man mano
D’altronde Renzi non propone nulla di concreto : una cosa è fare critiche, una cosa è trovare rimedi
Ma non è solo Renzi a non fare proposte concrete immediatamente realizzabili. Anche i grandi nobel dell’economia dell’appello contro l’austerity, anche i grandi politici, come Prodi, sono poveri di indicazioni concrete
Credo che in questo quadro economico e politico non sia possibile fare molto veramente
MA PERCHE CAMBIARE
Non mi riferisco a miglioramenti di questo o quel punto che pure sono necessari : nulla è perfetto e tutto e perfettibile ma alla politica economica che si segue nella UE quella che possiamo definire del contenimento: delle spese, dei salari, del mitico pareggio di bilancio
Una tale politica appare disastrosa in quanto avvantaggia gli avvantaggiati e svantaggia gli svantaggiati
Il processo riguarda sia i paesi tra di loro
che l’interno di ciascuno
I paesi più forte economicamente (Germania e altri) tendono a migliorare ancora
mentre quelli meno forti a peggiorare (mediterranei ). All’interno poi aumentano
i redditi per i ceti piu ricchi mentre quelli piu poveri vedono peggiorare
sempre di piu la loro situazione. La disoccupazione, o meglio la
sottoccupazione , il precariato, si diffondono sempre di più, Una parte ( non
tutta) la nuova generazione sente la impossibilità di trovare una collocazione
appena appena dignitosa nel mondo del lavoro, non puo crearsi una famiglia,
va incontro a un futuro incerto e a una vecchiaia miserabile bisognosa di
assistenza. pubblica . Dopo molte generazioni questa è la prima generazione (
una parte di essa) che pensa e ormai si è rassegnata a vivere peggio della
precedente
Nel nostro discorso io escluderei i paesi dell’est europeo perché il fenomeno della accrescimento delle differenze riguarda i paesi gia sviluppati ai quali si sono aggiunti in ultimo Portogallo e Spagna mentre i paesi dell'est europeo stanno vivendo uno sviluppo simile a quello che si ebbe da noi fra 50 e il 70
Il fenomeno avviene dovunque: perfino nei paesi baltici l’assistenza è stata ridimensionata e ci si è sorpresi che vi sia tanto malcontento anche in UK
Diciamo che se prima il benessere si spandeva dal
centro alla periferia adesso invece il malessere si spande dalla periferia al
centro
Ma nella moderna economia il centro per prosperare ha bisogno dello sviluppo
della periferia Questo significa che tedeschi non possono prosperare se i
greci vanno in malora: per questo hanno spese somme ingenti
Ma è difficile che l’opinione pubblica tedesca lo capisca
Dappertutto si sente tanto parlare dello zero virgola qualcosa del PIL e mai del problema del dilagare della povertù dovuta alla disoccupazione e questo mi pare l’esempio dello scollamento fra classe dirigente e gente di cui tanto ci si lamenta
Mi rendo perfettamente conto della grandissima difficoltà del problema (e quale problema non lo e) ma penso che se non si affrontano problemi del genere andremo di male in peggio
Non si tratta di un mal di pancia ma di un fatto drammatico dagli effetti imprevedibili
Io non credo che una società che puo produrre tanto non possa trovare i modi perche tutti possano migliorare , ricchi e poveri,( periferie e centro,) che progrediscano insieme anche mantenendo delle differenze ( non sono queste in discussione ) Non mi sembra una utopia cosi è stato per le precedenti generazioni
Vedo due prospettive possibili
Una potrebbe essere : non c’è nulla da fare andiamo tranquillamente verso la decadenza dell’Occidente : i politici si limitino a fare i commissari liquidatori e recuperino quanta possibile
Uno scenario da fine dell’Impero Romano, o della caduta del Celeste Impero o , dell’ecclisse della civiltà islamica Poi fra qualche secolo , chi sa, si rinascerà
Oppure
cerchiamo di capire che sta succedendo, non continuiamo a sottovalutare i problemi della differenze e l’impatto che una massa di scontenti e disperati puo avere sulla intera società e cerchiamo i rimedi prima che sia troppo tardi
Mi sembra che l’ establishment e il mainstream degli economisti non percepisca il problema, continui a pensare che in fondo tutto vada bene, che basta alzare gli indici della produttività, del PIL che tutto si risolva, che insomma l’importante e creare ricchezza perche essa poi si diffonderà
Non è cosi, non è piu cosi
Quando la gente vota contro ( contro e basta) pensano che la gente non capisca nulla, che sono trascinati dai demogoghi ( populisti) , che forse la soluzione sarebbe togliere il voto agli stolti . Ma forse la gente ha invece capito , forse perche vede la realtà di ogni giorno e non i grafici degli economisti
Se per protesta non voto o voto candidati improbabili spreco il voto e nessuno recepisce la mia protesta e in genere finisco con spingere la politica in senso opposto ai miei desideri Ad esempio la fronda del PD, se mai riuscirà ad abbattere Renzi favorirà i M5S o una destra rifondata e non la “vera” sinistra
Ma per voto di protesta si intende una cosa diversa: gli elettori sono insoddisfatti della classe dirigente e quindi votano il candidato che appare meno legato ad essa senza troppo badare ai suoi programmi : cerca cioe piu il cambiamento che quello che il candidato propone
Renzi stesso è giunto al governo senza neppure essere stato eletto sull’onda della protesta, era avvenuto 20 anni prima anche per Berlusconi contro i politicanti
cosi è avvenuto per il M5S malgrado le inconsistenza delle proposte
Il fenomeno appare in tutto l’Occidente: dall’Austria agli USA Non è che gli elettori in Austria abbiano votato Hofer perchè di estrema destra o in Grecia Syriza perche di estrema sinistra ma hanno inteso votare per i candidati meno vicini all’establishment
Ma che succede se la UE non cambia direzione? Che si dissolve, purtroppo :
Quando Maria Antonietta disse che i parigini potevano mangiare le brioche scoppiò la rivoluziione : se avesse preso la cosa sul serio non avrebbe perso la testa sulla ghigliottina ( ovviamente questa è una banalizzazione)
Il fatto è che il cambiamento non dipende da Renzi ma dall’Europa cioe dalla Germania: e non credo che i tedeschi ,establishment e tanto meno gli elettori, capiranno mai che la Europa non è tutta Germania ’ che se la periferia ha bisogno del centro anche il centro ha bisogno della periferia
La Unione Eeuropea non puo continuare su questa via senza una visione politica
Non mi aspetto pero fatti clamorosi, come la Brexit, ma semplicemente una perdita di importanza: ognuno fa quello che vuole secondo i propri interessi nazionali
Insomma la UE diventa una specie di ONU locale dove si discute di tuttio e non si decide di niente
Mi pare che la non applicazione di sanzioni, l’intervento di Schauble in questo senso il fallmento di ogni piano per i profughi siano l’avvisaglia della fine effettiva della UE
Per una ulteriore rilancio della UE Renzi ha pensato a organizzare un vertice a Ventotene malgrado l’eccessivo costo e complicazioni logistiche
Pare diventato di moda richiamare il manifesto di Ventotene , Pero bisogna rendesi conto che esso è nato e presuppone un contesto culturale e politico che non esiste piu
Spinelli pensava che i nazionalismi fossero dovuti ai ricchi borghesi che riuscivano a coinvolgere i proletari (internazionalismo proletario ) e quindi pensava che la sconfitta dei nazionalismi ( nazi fascisti) avrebbe potuto essere l’occasione buona, irripetibile per la creazione di un Europa unita che mettesse definitivamente fine alle secolari guerre interne.
Attualmente nessun piu pensa all’internazionalismo proletario ne tanto meno alla possibilita di guerre franco germaniche
Gli attuali problemi della UE sonio ben diversi
Il problema di oggi è che di fronte agli USA, alla Russia, alle emergere di Cina e India gli stati europei debbono unirsi o diventare irrilevante ( "sparire" dice Prodi)
Una Europa unita forse sarebbe lo stato piu importante della terra ma 28 stati, ognuno che va per i fatti suoi, sono tutti impotenti
La opposozione non viene dai ceti privilegiati ma da quelli svantaggiati che temono, quelli del nord, di dover pagare per quelli del sud (formiche e cicale) e quelli del sud di dover seguire una politica non adatta ad essi
La Brexit è stata contrastata tenacemente dagli ambienti finanziari ed appoggiata in parte dai ceti scontenti
Anche i nazionalisti piu accesi mai penserebbero in nessun caso a guerre fra stati europei
Allora capire che cambiare verso è la premessa per trovare soluzioni