Pubblicato in " Appunti "  agosto   2019   anno XVI  n 8  HOME

 

Ius soli, cittadinanza, nazionalità

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Lo ius soli è un argomento di cui si parla molto ma che non esiste. La proposta affacciata  timidamente da PD non c’entra niente con lo ius  soli ma può definirsi uno ius culturae. Per la cittadinanza era prevista come requisito principale aver seguito un ciclo di scuola e non di essere nato in Italia: anche chi era nato all’estero ne poteva usufruire La proposta PD semplicemente anticipava la concessione della cittadinanza a condizioni per altro abbastanza strette 

Lo ius soli non esiste in nessun paese europeo, esiste solo in America per la peculiarità di essere un paese di immigrati La cittadinanza invece non apparteneva agli indiani fino al 1920 circa, una cosa apparentemente paradossale ma logica perché  a differenza degli immigrati, i pellerossa non si riconoscevano con i visi pallidi con i quali infatti intendevano  siglare trattati (che però erano provvedimenti interni ma questo è altro argomento)

 

 

Anche in Usa pero non usufruiscono dello ius  soli i figli di persone che vi si trovano per ufficio dei loro stati come diplomatici  e militari stranieri :  è pensato per immigrati

Trump dice di volerlo abolire (ma non se ne  farà niente  )  perché usato strumentalmente dagli immigrati ladinos : una volta avuto un figlio in USA questo non può essere espulso ed espellere i genitori significherebbe dividere le famiglie, la cosa ha sollevato grandi contestazioni tanto  che perfino Melania  Trump fece campagna contro.

 Nel passato si è favoleggiato su uno ius loci caratteristico della Francia contrapposto a ius sanguinis caratteristico della Germania: ma è cosa superata.  
In realtà si parla correttamente di ius sanguinis nell’alto medioevo nel quale popoli diversi barbari e latini convivevano nello stesso territorio Quindi chi era goto, longobardo o vandalo seguiva il diritto ( cioe la leggi) della sua gente mentre gli originari dell’impero romano seguivano il diritto romano ( detto pure comune). Ai nostri tempi ( come ai tempi dell’Impero romano) invece la legge di uno stato valgono in tutto il suo territorio a prescindere dalla nazionalità di chi vi risiede. Quindi ad esempio le leggi di successione della sharia. non  hanno alcuna rilevanza da noi. Pero stranamente in Inghilterra certe corti hanno ammesso anche riferimenti alla sharia ma con molte contestazioni

 

 

Dal punto di vista generale la cittadinanza, si eredita dai genitori. Uno stato, infatti, è una comunità di persone e del tutto naturalmente anche dei loro figli dovunque nati: sarebbe assurdo il contrario.

Di  per se il fatto di essere in un altro paese e o di lavorarci non implica la cittadinanza: ovviamente se mi trovo a lavorare su una piattaforma petrolifera in Libia  non per questo se mi nasce un figlio questo è libico

Ogni statoIl problema p stabilisce  poi proprie regole per dare la cittadinanza la prima della quale è in genere la richiesta

Non si deve confondere la cittadinanza con la nazionalità in senso sociologico

Il primo è un preciso fatto giuridico il secondo un fatto psicologico di difficile definizione. 

Lingua razza religione  mentalità vi possono entrare o meno ma con grande i variabilità e incertezza. Diciamo allora che si fa parte di una nazione se si ha la coscienza, il sentimento di appartenervi: un requisito soggettivo  perché non vi sono requisito oggettivi

E privo di senso allora  dire   che un immigrato per avere la cittadinanza deve dimostrare  di condividerne la mentalità o la cultura e soprattutto che questo  SIA come prerequisito per la cittadinanza. Prescindiamo che  dal fatto che ogni richiedente potrebbe fingere sentimenti  che non ha per niente

In ogni stato vi sono opinioni  diversissime su ogni cosa :  abbiamo i gay pride  e i family day,  credenti fino al fanatismo e atei  fino al fanatismo, quelli di estrema destra e quelli di estrema sinistra e così via con infiniti gradi intermedi : non si capisce a cosa dovrebbe aderire un immigrato. Certo deve osservare leggi e costituzione ma questo è  obbligatorio per tutti ma è anche previsto  in uno  stato democratico libertà di pensiero e di espressione anche per  modificare leggi e costituzione  In democrazia si ritiene che ognuno possa esprimere le sue opinioni, tranne alcuni  casi limite, molto contestati per altro e difficilissimi  anche da determinare: apologia del  fascismo, negazionismo della Shoa e qualche altro.

Non si può negare, esemplificando, ai mussulmani di diffondere  la loro fede, i loro principi etici anche se in contrasto con quelli prevalenti da noi.

Ad esempio se ora prevale l idea che la omosessualità  sia  una variante non patologica del sesso (da cui la equiparazione delle unioni civili ecc ecc)  non si puo negare  a nessun cittadino, immigrato o non, di diffondere l’idea che sia solo un vizio abominevole come già creduto nel nostro passato anche recente e  tuttora condiviso da una parte non trascurabile degli italiani doc Non possiamo togliere la cittadinanza a vescovi e preti  e credenti perchè contrari alle unioni civili  e non possiamo negare la cittadinanza a immigrati che hanno le stesse opinioni e atteggiamenti

Il punto centrale del discorso è che non esiste   una cultura, una mentalità unica in Occidente  ma un pò di tutto, in tutte le intensità  e conseguentemente non possiamo richiedere all’immigrato il prerequisito di aderire a una mentalità che nella realtà non esiste   se non a  livello puramente  formale e generico

A  prescindere quindi dalla cittadinanza che è solo un fatto giuridico e formale,  dal punto di vista sociale si appartiene a una nazione quando si sente di appartenervi : tutti gli altri criteri oggettivi  non contano molto

 Ora nelle migrazioni avviene che, almeno dopo qualche generazione, si sente  di appartenere alla nuova nazionalità. Gli italiani in America si sentono americani : non per caso  l’eroe nazionalista  mediatico  degli USA, Rambo, viene presentato di origine italiana ma è per sentimento un americano.  Nei paesi europei  tanti politici hanno cognome chiaramente italiano

 Nessun dubbio che Rumeni,  Ucraini e Polacchi alla  seconda generazione si sentiranno italiani Ricordiamo che Sarkozi, immigrato ungherese di seconda generazione, divenne  presidente della repubblica

 Altre volte invece si conserva la propria identità nazionale. I Cinesi sparsi nel mondo  rimangono cinesi  anche dopo secoli ( per esempio nel Viet nam fino alla cacciata  nel 1979 ) Cosi pure gli islamici restano pur  sempre una comunità a parte  ( i magrebini in Francia, i Rohingya in Birmania) Anche i Tedeschi sparsi fino al 1945 nell’est europeo rimasero tedeschi come si sentono tedeschi ancora gli alto atesini mentre i tedeschi  emigrati in America si sentono americani