Pubblicato in " Appunti " dicembre  2017   anno XIV  n 12  HOME

 

Scuola e lavoro

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

Molti lamentano che la nostra scuola non ha abbastanza raccordi con il mondo del lavoro e si fa risalire a  questo almeno in parte anche la reponsabilità della nostra crisi economica  e soprattutto occupazionale

Si dice : le scuole superiori  non danno preparazione che possa essere utile nel cercare un lavoro, a che serve conoscere il greco o la letteratura,  molti scelgono indirizzi di laurea  senza adeguato sbocchi professionali, troppi laureati in sociologia  o in lettere  La conseguenza è che  molti non trovano lavoro   perchè non preparati  ai  lavori richiesti dalla moderna economia e non possiamo crogiolarci nella idea che ognuno dovrebbe  realizzarsi nella attività che sente più congeniale: una assoluta utopia

  Non mancano le ragioni a queste tesi ma esaminiamo la questione 

 In un passato ormai lontano vi erano due ordini di scuole: il liceo e le scuole tecniche e professionali: Il primo, anticipato alla  scuole medie ( antico ginnasio, con il latino) presupponeva  la continuazione alla università e portava a tutte le professioni più elevate ( dal magistrato al medico) mentre le seconde prevedevano una specializzazione  per  entrare nel mondo del lavoro ma a livello più basso

 Con il tempo  è avvenuto una “licealizzazione “di tutte le scuole superiori con la conseguente liberalizzazione  dell’ingresso all’università L’idea basilare del processo è che la scuola superiore deve formare le capacita generali, poi l’università o altri  corsi e scuole  avviano a una area di professione specifica. 

I licei erano  una fabbrica di studenti per l’università e non preparano a una professione specifica:  per questo erano scuole. di classe, si disse,  per quelli più ricchi che potevano continuare mentre   altri Istituti, tecnici e professionali,  preparavano  invece lavoratori

 

A quel  tempo infatti si saltava  addirittura la V elementare per andare in primo ginnasio, previo esame di ammissione,  e, quindi, a 10 anni si decideva se doveva o meno andare all’università: ovviamente la scelta era fatta soprattutto in base al reddito e alla professione paterna  

 Poi nel dopoguerra è venuta la scuola media, negli anni ‘60 la scuola media unificata , negli anni 70 la liberalizzazione dell’accesso delle università Da una ventina d’anni poi si parla di scuole superiori in cui ci sono una combinazione  molto ampia di elementi: anche negli istituti tecnici si puo insegnare filosofia o latino  e tecnologia nei licei

 

A me pare che l’idea di base della licealizzazione abbia il suo valore  

Bisogna tener presente che si può insegnare ogni cosa in due modi:  a livello pratico e a quello formativo  Esemplificando:  il teorema di Pitagora puo essere considerata una semplice regola che può  essere applicato a tante situazioni diverse e non  serve a  nulla la sua dimostrazione  ma ad un livello diverso quello che conta è la  dimostrazione logica e non la sua applicazione pratica perche si ritiene che essa puo essere utilissima alla formazione della capacita logiche

 Così può apparire del tutto inutile dimostrare che 2+ 3 = 5: è cosa tanto evidente ma questa dimostrazione  ci fa capire il senso delle operazioni aritmetiche  che facciamo ogni giorno 

Ora la nostra società con la sua complessità richiede, si dice,  capacita più che cognizioni specifiche che  si possono apprendere  poi nel campo stesso del lavoro

Il problema quindi è. molto  complesso: si può uscire dalla scuola senza saper fare nulla in concreto  ( fabbrica di disoccupati)  ma avere le capacità di imparare e capire molte cose
Questo il senso della licealizzazione delle scuole

 

Di passaggio noterei pure che i test misurano le conoscenze e abilita e non le capacità  e  questo potrebbero falsare non poco  i confronti internazionali

 

Se si vuole diventare informatici non serve  molto studiare solo informatica alle superiori: meglio avere  preparazione di base piu ampia  possibile e poi affrontare la informatica. In realtà riescono meglio i laureati in matematica che  quelli in informatica. Alla fine una professione come un mestiere  si imparano  operando sul campo: ma bisogna  avere le capacita e la preparazione di base .

Si aggiunga poi che ormai la scuola superiore è ormai generalizzata, un requisito indispensabile   come prima era la scuola media e prima ancora quella elementare 

 Per la scelta dell’indirizzo non  bisogna credere che venga fatto in base a un semplice interesse intellettuale o magari un capriccio

 Bisogna considerare che le scuole si comportano come le imprese sul mercato: alzano il prezzo ( cioe livelli  e  selezione) se la richiesta e alta e al contrario se bassa

Un tempo remoto  il liceo classico era il più richiesto e quindi con maggiore selezione (da cui nasceva la leggenda della capacita formative di greco e latino  )  Negli anni 60 ci fu la corsa al perito tecnico, negli anni ’70  al tecnico informatico  venivano accettati solo elementi scelti, attualmente sento che al turistico non è facile essere ammessi Tornato dopo 30 anni alla facoltà  di filosofia sono rimasto  interdetto per la promozioni di studenti  del tutto impreparati e incapaci. Il fatto è che i docenti perdono il posto ( almeno la sede) se mancano gli studenti e quindi ogni indirizzo e ogni singolo istituto si comporta in conseguenza. Questo significa che agli indirizzi che promettono  uno sbocco professionale si iscrivono quelli che hanno maggiori risorse scolastiche (non dico  intelligenza che è cosa diversa) e quelli che non le hanno ripiegano su indirizzi meno promettenti.  D’altra parte anche  nel consiglio finale dell’esame di stato  si indicano  ingegneria o economia agli alunni piu bravi e e lettere ai meno capaci

 La scelta degli indirizzi universitari e secondari è fatta soprattutto in base  alle risorse scolastiche che gli alunni credono di avere  e solo qualche volta per reali interessi: si iscrive a beni ambientali quelli che non si credono in grado di superare giurisprudenza ( ma anche qualcuno veramente motivato )

   Questo pero non significa che tutti i  laureati  in tale indirizzo siano poco   capaci: ci possono essere anche  molto bravi ma sono pochi.

 

Occorre fare  una precisazione essenziale al nostro discorso ; la preparazione di una persona non si misura dal titolo di studio conseguito  ma da quello che  ha imparato nella sua esperienza lavorativa e  non lavorativa: Benedetto Croce e Guglielmo Marconi non avevano nessuna laurea ma erano autodidatti Anzi io direi che  chi si ferma a quanto appreso nei tempi lontani  a scuola è persona di poca preparazione  A me pare assurdo che un magistrato faccia carriera semplicemente perche da giovane ha fornito una unica prova  

Il titolo di studio puo essere un biglietto da visita  per un giovane ma una azienda privata non si contenta di esso  e lo valuta sul campo. dopo le prime esperienze nessuno gli chiede piu se abbia una laurea  ma quali compiti ha svolto, quali incarichi ha ricoperto   Solo nel pubblico , invece mancando una  discrezionalità diretta, i titoli mantengono il loro valore

 

Oggi con il solo liceo  si puo diventare cassiere al supermercato  o cose del genere: .Ma mi  domando ma quali scuole secondarie realmente permettono di lavorare al diplomato medio . ne geniale ne super raccomandato?

Al momento non ne vedo  

Per l’orientamento in realtà esiste la informazione ma è fuorviante (e la falsa conoscenza e peggiore della ignoranza)
Ogni scuola ha il sup open day per informare  e anche le università spesso hanno iniziative simili  

Pero dai tratta di una specie di propaganda per vendere il proprio prodotto (cioè trovare alunni)  quindi diciamo pubblicità pur sua natura  ingannevole o almeno di parte
La cosa migliore è trovare una persona che ha quel diploma e chiedere che ha trovato. nella realtà
Teniamo poi sempre presente che c è una selezione occulta ;  le scuole più difficili danno più possibilità ma selezionano anche gli alunni migliori

 

Per quanto riguarda la disoccupazione : essa  nasce dal fatto che non vi sono posti sufficienti per tutti: e quindi vengono presi i  piu preparati ( in teoria) o anche i più raccomandati  o più fortunati Anche  se aumentiamo il numero dei fisici  di alto livello non per questo aumenterebbe   il numero dei posti per fisici. E assolutamente vero che la società non può dare a  ciascuno  il lavoro che vorrebbe (in effetti avviene raramente) ma dovrebbe assicurare a tutti un  lavoro anche ai meno capaci, perfino agli handicappati entro  certi limiti

La bassa scolarizzazione non è un motivo diretto della mancanza di posti per tutti (della disoccupazione) Indirettamente pero un paese piu ha capacita umane piu progredisce (aumenta il PIL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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