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Pubblicato  IN DIES il 12/12/2024

Sorpresa dalla Siria

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Giovanni De sio Cesari

www.giovannidesio.it  

 


Nel Medio Oriente il groviglio dei conflitti e degli interessi è tanto ampio e intrecciato che accadono fatti che nessun osservatore avrebbe mai pensato potessero accadere.
Solo per esempio: chi mai avrebbe potuto pensare che sarebbero avvenuti i fatti dell'11 settembre o anche del 7 ottobre 2023 un istante prima che avvenissero?

Così ora per gli avvenimenti in Siria: il regime degli Assad, al potere da oltre 50 anni, che aveva resistito alla guerra civile dal 2011 e che da almeno quattro anni era considerato ormai vincitore e saldo al potere, appoggiato da Russi e Iraniani, sarebbe crollato e sparito in pochi giorni quasi senza resistenza sotto i colpi di un piccolo gruppo di combattenti giovanissimi, forse fra i 10.000 e 20.000 unità.
Chi mai avrebbe potuto prevedere una cosa del genere: sembrava al massimo una riesplosione dell'infinita guerra civile che si trascinava da ben 14 anni.

Come mai è potuto accadere? Non lo sappiamo, tuttavia cerchiamo a posteriori di comprenderne qualcuna delle ragioni.
Il punto di forza più importante dei vincitori ci sembra essere stata la moderazione, la promessa ripetuta continuamente che nessuno doveva temere niente da loro, nemmeno gli alawiti, di cui gli Assad sono stati per 50 anni espressione.

E la promessa proveniva da un gruppo originario di al Qaeda la cui ragion d’essere era sempre stata quella di riportare a un Islam salafita (cioè delle origini) in versione wahabita (integralista, promossa nel '700 da Muhammad ibn ʿAbd al-Wahhāb, poi repressa dal sultano).
Il capo del gruppo è al-jolani (oppure al-Jawlānī, o al-Jūlānī: diversamente dal cinese, non esiste una trascrizione ufficiale dall’arabo in caratteri latini). Si tratta di un personaggio che ha iniziato la sua carriera politica come componente di al Qaeda (in arabo: "la base") di bin Laden, poi passato in vari gruppi simili, congiunti poi in al Nusra. Si ricorda di lui che si oppose al califfato (ISIS), che avrebbe voluto fondere tutti i gruppi estremisti salafiti, ma la fusione non riuscì. Non si comprende il motivo dell’opposizione alla fusione, ma forse, più che sfumature incomprensibili di ideologia, si tratta di personalismi.

La promessa, quindi, di moderazione, che si spinge perfino alla promessa che le donne potranno vestirsi come vogliano (davvero incredibile, visto il valore simbolico che ha assunto il velo nel mondo islamico), proviene proprio da tali estremisti: resta quindi il dubbio se si tratti solo di un espediente propagandistico oppure di un vero e proprio capovolgimento delle posizioni culturali.
Solo il futuro potrà sciogliere questo dubbio.

In questo modo i tanti gruppi della Siria, vittime di uno dei conflitti più atroci della storia, si sono sentiti rassicurati e hanno accettato la vittoria del gruppo Hayat Tahrir al-Sham ("Organizzazione per la liberazione del Levante") come la fine di un incubo durato 14 anni.
L’Iran ha sempre sostenuto gli Assad, assimilati agli sciiti, ma non potendo portare truppe direttamente, lo ha fatto attraverso aiuti, armamenti e soprattutto con i militanti del gruppo sciita degli Hezbollah. Tuttavia, in questo momento questi sono impegnati, o forse meglio dire schiacciati, dagli israeliani e del tutto incapaci di intervenire.

I Russi hanno invece tentato l’intervento, ma non disponendo di proprie truppe di terra, solo attraverso bombardamenti, peraltro indiscriminati, e presto si sono concentrati solo sulle basi aeree e navali di cui dispongono in Siria, d’altra parte anch’essi rassicurati che il nuovo governo le avrebbe riconfermate.
Tutti quindi rassicurati, ma non così gli israeliani, che nella confusione generale stanno colpendo in modo efficace, come sempre, distruggendo tutto il materiale bellico, aereo e navale della Siria.

Cosa accadrà ora? Effettivamente assisteremo a una ricomposizione dell’assetto pacifico e tollerante della Siria, in cui da sempre hanno convissuto tanti gruppi caratterizzati da diverse fedi religiose ; sunniti in maggioranza, cristiani cattolici e ortodossi, alawiti, sciiti, drusi a cui si aggiungono, ai confini con la Turchia, i Curdi, popolazioni montanare sunnite ma recentemente divenute i laici e occidentalizzanti del Medio Oriente, in perpetua lotta per l’indipendenza dai regimi dei Paesi in cui furono divisi nell’assetto postcoloniale del M.O.

Oppure avremo una Siria spartita in sfere di influenza, in piccoli staterelli l’un contro l’altro armati?
Non possiamo che sperare nella prima ipotesi, che poi ci sembra anche la più probabile.

In fondo il mondo islamico è stato sempre tollerante dal punto di vista religioso: la composizione religiosa della Siria (come del Libano) infatti ci mostra come i gruppi religiosi abbiano pur sempre convissuto senza eccessivi problemi dalla conquista islamica fin quasi ai nostri giorni, nei quali il risveglio di un islamismo estremista e intollerante ha scatenato conflitti sanguinosi fra sciiti e sunniti, fra i diversi integralismi e fra moderati ed estremisti.
In Occidente la tolleranza è stata sempre minore, e infatti non si trovano nella nostra Europa minoranze di altre religioni non cristiane fino alle recenti migrazioni.