Cancel Culture
Giovanni De Sio Cesari
Nell’ambito della cultura americana è nato un movimento che poi si è esteso in tutto il mondo occidentale (come poi di solito avviene) che viene comunemente denominato Woke o criticamente cancel culture . Nell’evolversi della storia, alcuni principi fondamentali delle culture vengono superati e cancellati. La nostra generazione (parlo di quelli più anziani di noi) ha cancellato principi millenari e universali, ha tagliato con l'accetta un mondo intero per creare la modernità. La cancel culture, invece, consiste nel voler cancellare anche il ricordo del passato. Quando si abbattono le statue di Colombo o si presenta Biancaneve come una femminista, si sostituisce la visione moderna a quella del passato. Ora nessuno di noi pensa ad agire come i conquistadores o che la donna sia solo una casalinga come Biancaneve, ma dobbiamo avere coscienza che ciò avveniva ed era approvato nel passato. Non possiamo interpretare il passato con i principi della modernità allo stesso modo in cui non possiamo interpretare la modernità con i principi del passato. Con la cancel culture, la nostra cultura e i nostri principi diventano gli unici, i giusti, gli autoevidenti Ma la coscienza storica ci avverte che è una pretesa infondata, frutto soprattutto dell'ignoranza storica: sono possibili altre soluzioni, altri principi, come è avvenuto nel passato e come avverrà nel futuro, e alcune idee che ora sono considerate superate possono ridiventare attuali nel futuro. Tutta la storia è il continuo mutamento degli aspetti materiali e spirituali dell’esistenza. A volte i cambiamenti sono molto lenti, a volte molto rapidi e caotici, ma questo non significa che la cultura precedente venga ignorata, come se non fosse mai esistita
Ad esempio il cristianesimo non cancella propriamente (non è mai possibile) la precedente cultura pagana, ma la modifica sostanzialmente e poi nei secoli molto lentamente la rivalutano e la reinterpretano fino alla esaltazione dell’umanesimo. La cancel culture è invece il tentativo di cancellare la storia, di disconoscere cioè la cultura precedente. Il fatto che alcune tendenze siano nuove non vuol dire che siano giuste e che la società le debba accettare, e che debbono essere emarginate le persone che per motivi culturali (politici, religiosi, etici) siano in contrasto con la cultura attualmente dominante.
Non bisogna confondere i due piani: il merito della questione e la libertà di pensiero. Io (ipotetico), uomo del XXI secolo, non considero l'omosessualità un crimine, ma fino a 50 anni fa (diciamo) era quasi universalmente considerato un crimine: la prima è un'opinione che si può discutere, la seconda è un fatto di cui non si può dubitare (o cancellare). Io (sempre ipotetico) posso essere favorevole ai matrimoni gay e magari contrario all'ostentazione dei gay pride, ma devo accettare che altri siano liberi di esprimersi, sia quelli che sono contrari ai matrimoni gay, sia quelli favorevoli ai gay pride. Teniamo pure presente che nella nostra società vi sono differenze di cultura: vi sono gay pride e family day. con tutto quello che c’è in mezzo. Contrariamente a quanto pretendono alcuni ambienti, non esiste forse ancora una maggioranza favorevole al matrimonio gay ed è ancora largamente diffusa l'insofferenza per i gay pride. Potrebbe allora accadere che una minoranza si imporrebbe alla maggioranza in una democrazia.
Quelli che si oppongono alla mentalità woke vorrebbero che anche le opinioni opposte a quelle considerate superiori potessero essere espresse: nessuno pensa che quelli che ritengono l'omosessualità normale non possano dirlo, ma vorrebbero che fosse possibile sostenere anche il contrario. Questo è il punto. Un tempo esisteva l’indice dei libri proibiti, ma era in coerenza con la cultura di quei tempi. Se, come avviene di fatto oggi, le leggi stabiliscono che sia reato sostenere che l'omosessualità è un vizio pericoloso, è come se quell’indice fosse nuovamente reintrodotto, ma questa volta in contrasto con la cultura ormai quasi universale in Occidente della democrazia, la cui base è appunto la libertà di pensiero senza la quale non esiste la democrazia.
Si tenga anche presente che poi il senso della storia e della pluralità dei punti di vista è un'acquisizione moderna. Ancora nel 1500 si distrusse la più importante basilica cristiana antica di mille anni per costruire l'attuale basilica di San Pietro: è come se noi commissionassimo a Renzo Piano di abbattere San Pietro e costruirci sopra una chiesa moderna. Soprattutto nel passato, si diceva che la verità doveva trionfare e la menzogna sparire, nel presupposto che fosse possibile individuare l'una e l’altra. Modernamente invece, pensiamo alla democrazia in cui ognuno può esprimere la sua opinione come la più alta forma di civiltà. Tutto ciò significa che la cancel culture è in contrasto con la modernità.
Per esemplificare ci siamo riferiti soprattutto ai problemi della omosessualità (e dintorni) ma la cancel culture riguarda tutti gli aspetti della vita, dal colonialismo allo schiavismo alle conquiste militari al pacifismo a ogni forma di razzismo e in modo particolare, al ruolo della donna. Richiamiamo l’esempio di Biancaneve ormai emblematico della cancel culture. Nella antica favola Biancaneve è una ragazza bianca che si dedica alla casa e aspetta l'amore grande ed eterno secondo il modello di donna dei suoi tempi. Se viene rappresentata come nera o che guida una carica di cavalleria (come ho visto in un film), si falsa la storia, la si cancella perché il modello presentato nella favola è che la donna si occupa della famiglia (cucina e lava) e l'uomo provvede al resto e la difende (il principe porta la spada e va a cavallo). Analogamente, il principe baciando Biancaneve la sveglia, cioè è l'uomo che, prendendola, trasforma la fanciulla in donna. Modernamente, invece, si invoca la parità dei ruoli: i nani possono cucinare e lavare, e Biancaneve può guidare la cavalleria. Così il principe che bacia Biancaneve è un molestatore sessuale perché non ha chiesto il permesso: insomma finirebbe in galera. Ora, il problema è che questa favola è dei tempi antichi e rispetta i modelli dei tempi antichi: nel momento in cui invece la rappresentiamo secondo modelli moderni, noi facciamo un falso storico, come rappresentare Napoleone che va in motocicletta.
In conclusione il problema essenziale ci pare, ripetiamo, che in questo modo noi finiamo con il considerare i nostri modelli come gli unici e i giusti e quindi li pretendiamo eterni e immutabili: e quindi da imporre a tutti e quelli che non li condividono sono malvagi e/o sciocchi e/o barbari ma è una pretesa insostenibile, non sono eterni e immutabili. e nemmeno universali visto che la maggioranza attuale dell’umanità non li condivide
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