L'esito dello scontro comunismo - capitalismo
Si sente ancora parlare, in particolare sui
social, di lotta al fascismo o al comunismo ma il fascismo è crollato
definitivamente due generazioni fa e il comunismo sovietico si è dissolto,
altrettanto definitivamente, una generazione fa
E infatti non si vedono certo in giro candidati che si proclamano fascisti o
comunisti. E’ passato quel tempo : quando crollò il comunismo sovietico usavo
il mitico Commodore 64: figurarsi se ora volessi usarlo ancora
Qui in particolare vogliamo occuparci della competizione fra il comunismo sovietico e il mondo occidentale che fu il punto centrale del Secolo Breve
La gente già 60 anni fa ha costatato che nella competizione fra mondo comunista e il mondo occidentale questo ultimo fosse riuscito a portar un benessere diffuso incomparabilmente maggiore e già negli anni 60 del secolo scorso ormai nessuno più, nemmeno più il PC, lo poneva come modello da imitare. Lasciato da parte i problemi economici, gli intellettuali di sinistra parlavano di consumismo ( noi diciamo benessere diffuso) , definito nuovo fascismo da Pasolini, di capitalismo di stato, di alienazione, si disse che quello sovietico non era il vero comunismo, che sarebbe stato un altro ( non si è mai capito quale) fino ad arrivare all’eufemismo della “perdita della spinta propulsiva” di Berlinguer
Ora noi possiamo guardiamo alle teorie di
qualche generazione fa alla luce dei fatti accaduti realmente, con il senno di
poi, come si dice. Le previsioni marxiane e socialiste in generale secondo le
quali inevitabilmente lo sviluppo industriale avrebbe portato al socialismo non
si è verificato, anzi tutte le volte che si è cercato di imporlo si è creato
miseria, repressioni mai viste prima nella storia: si pensi ai milioni di morti
per fame nella Russia staliniana, nella Cina del Balzo in avanti, nei campi
della morte della Cambogia, si pensi ai processi staliniani, alle assurdità
della Rivoluzione Culturale e cosi via. La prosperità, il benessere la liberta
si è affermato in quei paesi che hanno adottato un regime liberista
(capitalista) ma limitato da interventi dello stato che attualmente gestisce
oltre il 40% del pil cioè il socialismo democratico.
L’Europa è stata divisa in due : quella liberista è apparsa infinitamente più
prospera di quella comunista, tanto più povera. Uno stesso paese, la Germania
divisa in due, mostra la stessa differenza cosi come in asia la Corea del nord e
quella del sud . A un certo punto il confronto ha fatto crollare il comunismo in
un modo mai visto nella storia.
Non è’ assolutamente vero che il benessere sia degli europei perchè piu civili
rispetto agli asiatici: la idea è smentita dalla divisione
dell’Europa fra comunismo e non e dalla differenza della Cina nel tempo ( prima
e dopo Mao)
La Cina di Mao era sconfinata distesa di casupole, quelle del liberismo ( limitato ) una foresta di grattacieli che si avvia ad essere la maggiore economia del mondo
Quello che colpisce nel mondo comunista non è tanto pero l’insuccesso economico quanto la mancanza i liberta che arriva al terrore come mezzo generalizzato di governo. Si pensi alle purghe di Stalin nelle quali perirono la maggioranza dei dirigenti di partito, degli ufficiali dell’esercito, dei funzionari a ogni livello: tutti etichettati traditori, venduti, spie Recentemente Bertinotti ha riconosciuto che non occorreva aspettare il rapporto di Kruscev, ne tanto meno il crollo del comunismo per comprendere gli orrori dello stalinismo: erano chiari fin dalle purghe degli anni ‘30 Pare, a quello che racconta Nilde Iotti, che pure Togliatti a un certo punto si senti sollevato che in Italia non ci fosse il comunismo. Lo scontro fra est e ovest è stato spesso visto come uno scontro fra mondo libero e regime dittatoriale.
Quello che credo sfugga comunemente è il rapporto fra insuccesso economico e mancanza di liberta Non è che il comunismo avesse in programma la negazione della liberta, individuale anzi proclamava di perseguire la vera liberazione dell’ uomo. Ma di fronte a insuccessi clamorosi, si pensi alla morte per fame durante lo stalinismo e il maoismo, il regime comunista aveva solo due strade: ritirarsi dal potere e dichiararsi sconfitto oppure mantenersi al potere con il terrore nella prospettiva che si trattasse di difficoltà temporanea , di effetti di complotti capitalisti o addirittura che non si fosse agito in modo abbastanza radicalmente comunista Insomma senza il terrore di Stalin il comunismo sovietico si sarebbe dissolto negli anni 30 anzicchè che negli anni 80
Come mai in altro modo si sarebbe potuto governare con l’ orrore di milioni di morte per fame in seguito a decisioni folli di collettivizzazione Lo stesso fenomeno di milioni di morte per fame si ebbe qualche anno dopo in Cina in seguito alle follie del Grande Balzo in Avanti di Mao e superati entrambi solo dai campi della morte di Kmer rouge
Nel rapporto di Kruscev tutta la colpa fu gettata su Stalin ma in realtà tutto il sistema era responsabile compreso lo stesso Kruscev fin dall’inizio alto funzionario del Partito e anche in particolare il vice di Stalin, il nostro Togliatti .
Ma quale era il sistema occidentale : i comunisti parlavano sprezzantemente di capitalismo ( un pò come i fascisti) ma in realtà , era un sistema in cui lo stato amministra direttamente più del 40% del PIl e come privato le più grandi industrie può definirsi capitalismo? io lo definirei, liberal- socialista
Il modello generale del liberismo che ha vinto clamorosamente sul comunismo in realtà è un capitalismo moderato dall’intervento dello stato (socialismo democratico) che si è affermato in tutta europa ( un po meno in USA) anche dove non si avvertiva alcun pericolo comunista (nei paesi più avanzati dalla Svizzera alla Svezia ). Non sarebbe stato possibile una produzione di massa in paesi in cui le masse non potessero comprare. D’altra parte lo stato in Occidente amministra intorno al 40/% del Pil oltre a gestire una enorme quantità di imprese ( dalle ferrovie agli acquedotti) Difficile definirlo capitalista e basta Senza la produzione di massa non sarebbe nemmeno possibili i servizi pubblici ( scuola ospedali, trasporti ) che si finanziano con le tasse sulla produzione
Noi non ci rendiamo conto di cosa era la vita solo qualche generazione fa: quando il bisogno era soprattutto il cibo. quando si usciva per la campata cioè per racimolare un po di pane per sfamare la famiglia Vi ricordate il Toto di Miseria e nobiltà? non era fantasia ma la realtà quotidiana della gente
La condizione fondamentale quindi della produzione di massa è il consumo di massa: è quindi il capitalismo può esistere solo in condizione di benessere diffuso ( consumismo) Ma poi che si intende per capitalista? l’imprenditore o solo il ricco proprietario : non sono la stessa cosa
Nel passato la terra era la vera ricchezza e
c’erano i possidenti e i contadini ; i primi prelevavano una parte più o meno
ampia di quanto prodotto dai secondi senza far nulla. Questo sistema non era il
capitalismo e infatti in tutto l’Ottocento il liberalismo (liberismo ) lottò
contro di esso. Il capitalista invece è l’imprenditore che crea , promuove,
conduce una impresa che da lavoro a tanti altri e soddisfa una pubblica esigenza
Cosi hanno fatto i Ford, gli Agnelli , i Berlusconi ( l’imprenditore non il
politico), i Bill Gate ecc ecc. In genere l’imprenditore all’inizio non è ricco,
lo diventa dopo e non sempre La esperienza dell’ultimo secolo ( Secolo Breve) ha
dimostrato, al di la di ogni ragionevole dubbio, che la loro opera è necessaria
per promuovere il benessere diffuso. Non basta la scienza e la tecnica che sono
a disposizione di tutti: occorre anche un sistema economico adeguato che NON è
il comunismo come non lo è la esistenza di rendite parassitarie (America
latina, mondo arabo ecc ) Il capitalismo non è la semplice proprietà privata ma
lo spirito imprenditoriale
Anche nel passato esso si è manifestato nel mercantilismo ( repubbliche
marinare, le fiandre, i comuni ecc ) creando benessere e ricchezza
Non è quindi discussione il ruolo degli imprenditori ma i limiti alla loro
azione
Non è che esistono solo due sistemi uno
comunista e uno capitalistico Nel mondo del XXI secolo nessuno piu dubita della
necessita degli imprenditori privati (chiamiamolo capitalismo ) ma esistono
modelli diversi come quello USA e quello scandinavo, quello cinese e quello
giapponese, soprattutto c’è il grande problema della globalizzazione
I termini di capitalismo in opposizione al socialismo- comunismo sono termini
del Secolo Breve, ormai obsoleti, non corrispondono più alla realtà
Negli ultimi anni ci sono nuovi problemi :globalizzazione, rivoluzione informatica, parcellazione del lavoro, , la precarietà da cui sono nate la polarizzazione delle rendite (che è cosa diversa dalla povertà delle masse di un tempo)
E’ venuta meno un po dappertutto la fiducia
nei partiti tradizionali da cui il successo della anti politica, da Trump al
M5S. Ma questo, a mio parere è dovuto al fatto che quel mondo è entrato in crisi
con l affermarsi della globalizzazione che ha messo in crisi quel modello perchè
lo stato che agisce a livello locale è impotente di fronte alla economia che
agisce e livello mondiale
Insomma se lo stato stabilisce che ci siano salari decenti allora la azienda
delocalizza e si perdono pure i salari di fame. Ricordo l aut aut di Melchionne
a Pomigliano d’arco.
Mi pare che si profili un limite alle esportazioni cinesi , un trend portato avanti da Trump ma che continua anche senza di lui
Altro problema è la informatizzazione e la
frantumazione della produzione. Un tempo l industria raccoglieva grandi masse di
lavoratori , ora invece si tende alla esternalizzazione, alla precarizzazione.
Mi pare che allora in qualche modo si torni all’età pre industriale in cui la
produzione era opera di lavoratori isolati, contadini o artigiani, e c’era poi
il mercante che commercializzava.