Pubblicato in  Italianotizie 03/02/21 Home

 

La lady della  Birmania

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

  

Con questo titolo viene spesso indicata Aung San Suu Kyi, la donna  più nota non solo del paese ma direi di tutto l’Oriente. Il colpo di stato dei  militari del 1 febbraio la ha rimessa nuovamente al centro dei media di tutto il mondo  

 E stata definita una icona dell’Occidente e in qualche modo lo è anche se negli ultimi anni la sua immagine si è appannata ma non bisogna dimenticare che essa è soprattutto una icona del  Birmani  che, in grande maggioranza, le hanno dato sempre il proprio voto ogni volta che è stato possibile

In realtà però Aung San Suu Kyi non ha mai  guidato effettivamente il paese : più che una leader politica diciamo che è un simbolo della Birmania. Possiamo in qualche modo paragonarla a Gandhi  anche lui più un simbolo che un politico, del quale riprende  l’ideale della  non violenza. 

La sua notorietà inizialmente le  derivò dal padre, Aung San.  Questi durante la Seconda  Guerra Mondiale capeggiò un governo indipendente  dalla Inghilterra  che governava allora la Birmania  come un appendice dell’India. Il suo  governo dapprima fu alleato o meglio alle dipendenza degli invasori giapponesi ma in seguito si avvicinò ai comunisti cinesi e infine negoziò con la Gran Bretagna ottenendo la  indipendenza  negli stessi tempi dell’India. Un avversario politico  lo fece tuttavia assassinare: in seguito questi fu condannato e impiccato.  La figlia Suu Kyi che allora aveva solo tre anni fu portata  dalla  madre prima in India e poi studio in Inghilterra dove sposò un docente inglese ed ebbe due  figli. Sembrava quindi del tutto lontana dal suo paese ma vi torno nel 1988. Qui la democrazia era stata già soffocata da un colpo militare nel 1962. Il ricordo del padre pero la rese estremamente  popolare e allora la  giunta militare con vari pretesti la tenne   agli arresti domiciliari per la maggior parte del tempo fino al 2010. Non potette rivedere i suoi figli e nemmeno assistere il marito che mori per un tumore  nel 1999

 Aung San Suu Kyi invitò sempre  i suoi connazionali a una resistenza non violenta di tipo gandhiano. Nel 2010 il dittatore di turno avviò delle  riforme  in senso cautamente  liberale  e permise quindi al partito di Aung San Suu Kyi, la  Lega Nazionale per la Democrazia di partecipare alle elezioni. La costituzione pero  concessa  e  tuttora in vigore sancisce una democrazia  estremamente limitata. riservando una quarto dei parlamentari ai militari, autorizzando inoltre  questi a intervenire  in caso di necessità . In partica in quel paese il colpo di stato  militare è, diremmo, autorizzata  dalla  costituzione, caso, credo, unico nel mondo. Le elezioni riguardarono solo una parte dl parlamento ma la  Lega Nazionale per la Democrazia le vinse guadagnando quasi tutti i seggi. Tuttavia Aung San  non potè presiedere  il governo perchè per  un  legge sfacciatamente ad personam   veniva esclusa in quanto aveva figli di nazionalità  straniera (altra legge unica al mondo).  Venne però eletto come  presidente un suo sostenitore ed ebbe una carica speciale (unica anche essa nel mondo)  di consigliere del governo.  In pratica però il potere effettivo è sempre rimasto ai militari  La sua presenza però al governo facilitò  i rapporti con l’Occidente che le aveva assegnato un  tutti i riconoscimenti possibili a cominciare dal  Nobel per la pace. La sua popolarità in Occidente però è stata offuscata per la vicende dei Rohingya, una etnia  islamica perseguitata e costretta  in buona parte a fuggire in Bengala che comunque non la vuole accogliere.  Aung San  ha difeso l’operato delle autorità birmane   contro ogni aspettativa occidentale.  Va tenuto presente che in realtà non aveva la autorità per opporsi a una politica che comunque riscuoteva il consenso popolare. IL Myanmar ( o Birmania)  è un paese in cui convivono molte etnie e fedi religiose di cui per quella dominante è quella Burma ( Birmani diciamo  in italiano ) che ha una forte fede buddista  nella  versione theravāda  

 Si è intanto arrivati quest’anno a nuove elezioni  nelle  quali ancora una volta ha stravinto.  Il giorno in cui pero avrebbe  dovuto costituirsi il nuovo parlamento le autorità  militari, prendendo a pretesto pretesi brogli elettorale, ha invalidato le elezioni  promettendo che si terranno nuovamente fra un anno. Aung San Suu Kyi è tornata quindi agli arresti domiciliari, ha continuato a chiamare alla resistenza  non violenta e tutto è tornato come 10 anni fa.

 La domanda che molti osservatori si pongono è il motivo per il quale  i militari hanno fatto il colpo di stato. In effetti il loro potere restava intatto come prima.  I buoni rapporti con  l’Occidente avevano dato una spinta allo sviluppo economico di un paese che è il più povero dell’area.  Si ipotizza che comunque pur mantenendo il loro potere i militari hanno temuto , a mio parere a ragione, che ormai  il successo di Aung San Suu Kyi li avrebbe comunque prima o dopo travolti

Bisogna anche considerare che un Myanmar   con una democrazia di modello occidentale, guidata da una leader imbevuta di cultura inglese  non sarebbe   stata gradita alla Cina  che nel paese ha grossi interessi: la Cina come pure la Russia ha preso atto del colpo di stato dichiarando  di non  voler  interferire con i problemi politici interni, come di consueto.  Forse i militari hanno voluto fare una scelta di campo  preferendo la vicina Cina  al lontano Occidente

 Probabilmente il colpo di stato avrà ripercussioni sui rapporti economici con l’Occidente. Biden pare voler riprendere il ruolo tradizionale dell’ America di sostenere   la democrazia nel mondo invertendo la direzione di Trump che intendeva perseguire solo gli interessi americani senza porsi alcun problema dei cosi detti diritti umani.

 

 

 

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