Pubblicato in  Italianotizie  31/10/20 Home

 

 

L’attentato di Nizza

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

 La uccisione di tre persone nella  chiesa di Notre Dame di Nizza da parte di un fanatico islamista ha rimesso in primo piano il problema del terrorismo islamico strappando per un breve momento le prime pagini all’infuriare della seconda ondata del covid 19

Cerchiamo di inquadrare i fatti di Nizza  nella prospettiva dell’attuale  momento del terrorismo  Vanno notati alcuni aspetti particolari specifici di questo avvenimento  rispetto al quadro generale; la motivazione, il luogo, l’esecutore  

Innanzi la causa non è quella generica di una asserito attacco dell’Occidente, di uno scontro di civiltà  o di un qualche intervento militare. In effetti in questi casi il terrorismo  è un debordare di uno scontro politico religioso  tutto interno al mondo islamico sul  mondo occidentale, considerato  colpevole di appoggiare una fazione, quella moderata, contro il “vero” islam  Nel caso di Nizza  invece è una reazione contro le famose vignette di Charlie Hebdo e  non deriva quindi  da uno scontro interno al mondo mussulmano che, invece di dividersi, insorge tutto compatto contro quello che appare ad esso un insopportabile insulto non solo a tutta una religione ma anche a  tutta una cultura , a tutta una identità culturale.  Non si distinguono moderati e fondamentalisti , nemmeno sciiti e sunniti sempre in continua lotta:  tutti corrono a togliere dagli scaffali i prodotti francesi, a dimostrare sotto le sue ambasciate. Le posizioni di Erdogan possono anche essere strumentali rispetto a uno scontro politico  su altri fronti ( ad esempio la Libia) ma trovano pur sempre una ampia condivisione in tutto il mondo islamico .

 In realtà anche in Europa la caricatura,  per di più oscena, dei  simboli religiosi  è invisa, non accettata.   Nei mass media ad esempio la bestemmia è assolutamente non consentita : chi se ne  lascia sfuggire una in TV viene immediatamente bandito  Tuttavia vi è pure la liberta di espressione, di critica, di ironia e per difendere questa  è insorta la reazione degli Occidentali che non  possono tollerare che  la violenza islamica  minacci uno dei pilastri della cultura occidentale: la libertà,  A noi pare, però, che  la condanna della violenza islamica sia cosa diversa da una  specie  di esaltazione di certe  espressioni che sono insulti e derisioni di una religione e di una intera cultura. Ovviamente tutto questo finisce con l’essere una manna per   gli estremisti che si  se si sentono per un momento espressione  di tutto l ‘islam al di la della condanna , a volte solo formale della violenza  Riterrei non solo più utile nella lotta al terrorismo  ma soprattutto più confacente alla liberta e al rispetto di tutti che la libertà stessa  comporta se, presso   l opinione pubblica, le istituzioni europee  si difendessero  da una parte la liberta di espressione ma pure si  ci si dissociasse da volgarità e dalla offensività di certe vignette.    Avviene invece  che nel difendere la liberta di espressione  di pochi, tutti sembrano condividere le loro espressioni e  quindi il mondo islamico si senta insultato non da un gruppetto insignificante culturalmente come quello di Charlie Hebdo ma da tutto l’Occidente

Un altro carattere specifico è che è stata attaccata una chiesa cosa quasi mai avvenuta nel passato  tranne che nella  stessa Francia a Saint-Étienne-du-Rouvray presso Rouen nel 2016. In realtà non vi è una guerra religiosa fra cristianesimo e islam, le autorità delle due  confessioni non tralasciano occasione per ribadire  il reciproco rispetto  e la reciproca tolleranza. Gli stessi estremisti nel dichiarare  l’Occidente il “grande satana” non intendono identificarlo con la fede cristiana ma soprattutto con la mancanza di autentica fede, con l’ateismo che comporterebbe assenza di moralità, di valori, di solidarietà. Il rintocco contemporaneo di tutte le campane di Francia non mi è parso una  buona idea perché potrebbe avvalorare l’idea di scontro di religione  che non c’è ma che  gli estremisti sperano ci sia

 Altro elemento da rilevare è che l’attentatore questa volta proviene da un paese islamico. Negli attentati precedenti si era quasi sempre trattato di islamici che vivevano in Europa, spesso nati in essa e aventi al cittadinanza. Tuttavia non sembra che l’attentatore sia partito dalla Tunisia con  il fine di compierlo  ma che si sia venuto  in Occidente per cercare una vita migliore come tanti altri e che a un certo punto abbia deciso invece  di vendicare l’insulto alla  sua fede

L’idea che bisognerebbe fermare la immigrazione perchè porta terroristi mi pare del tutto strumentale e infondata: : non è che fra i clandestini gli estremisti siano più numerosi che fra quelli ormai naturalizzati, anzi certamente il contrario

 Nelle  linee generali il terrorismo islamico è un fenomeno che  difficilmente può essere eliminato del tutto-  La speranza di bin Laden ( e il terrore della  Fallaci) che il terrorismo potesse espandersi in tutto l’Occidente, mettendo in ginocchio la sua economia e la  sua civiltà non si è affatto avverato. Il terrorismo in questo senso è stato ampiamente  e definitivamente sconfitto. Resta tuttavia l’insopprimibile pericolo che comunque  singoli individui o piccolissimi gruppi, magari familiari, possano agire autonomamente . Nella  maggior parte dei casi pare trattarsi di persone gia non equilibrate per le quali quindi la fede diventa più che altro una occasione per compiere atti eclatanti. D’altra parte anche da noi accadono fatti simili: basta vedere le stragi continue che avvengono da parte di squilibrati  che adducono per le motivazioni più strane, soprattutto in USA. Forse il modo migliore per limitare questi episodi  sarebbe quello  di non dare tanto spazio nei mass media a certi fatti perchè questo finisce con accendere lo spirito di emulazione.  In fondo per un emarginato, un poveraccio in lotta con la fame può essere una prospettiva allettante essere al centro dell’ attenzione mondiale  per qualche momento