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MARX, OGGI
Giovanni De Sio Cesari
Indice : introduzione- importanza storica- i termini in uso- i fatti storici-scientificità marxiana - rapporti con comunismo reale- società comunista- conclusione
INTRODUZIONE
Discorsi su Marx ormai non si fanno più, paiono essere caduti nel dimenticatoio della storia e solo ristrettissime cerchie di persone, in genere sopravvissuti del 68, continuano a credere al suo verbo, malgrado tutto
Analogamente i partiti che fanno riferimento a Marx non hanno alcun seguito significativo.
Pero trovo che il pensiero marxiano sia ancora interessante sotto certi aspetti e non escluderei che nelle prossime generazioni il marxismo possa rifiorire : a volte succede, ma noi per questione di tempo del vivere, non lo sapremo mai
IMPORTANZA STORICA
Il pensiero marxiano ha avuto una influenza
enorme nel secolo scorso nella cultura non solo ma anche nella vita di miliardi
di persone ( e nella morte di forse un centinaio di milioni). Nessun altro
personaggio nella storia, tranne forse Gesù e Maometto, ha avuto tanta
importanza : e questo non può essere un caso
Le infinite interpretazioni e sviluppi del suo pensiero vengono spiegate con la
ricchezza del suo pensiero. Qualcuno dice pero malignamente, che è un pensiero
cosi confuso che dice tutto e il contrario di tutto per cui è sempre facile
trovarne uno spunto per qualsiasi cosa.
Se consideriamo che il punto focale del suo pensiero sia la instaurazione di una società senza egoismi, una specie di paradiso in terra allora, come ci pare del tutto evidente, questa è una semplice utopia, una fantasia senza fondamento. Pero Marx ha dato a questa costruzione una complessità infinita con un enorme ricchezza di spunti. Rimane pero una discussione fra appassionati , fra intellettuali ( o intellettualoidi come si diceva)
Il comunismo reale, il movimento comunista internazionale però è cosa ben più importante: ha segnato il mondo intero per un secolo, ha suscitato nel mondo intero grandi speranze, per esso molti hanno sacrificato gli affetti familiari, tutto, anche la vita
Come canto Gaber
...
Qualcuno era comunista perché pensava di poter
essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di
nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità
di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era
solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di
se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica
quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare
il volo per cambiare veramente la vita.
Il capitalismo che Marx voleva superare era
quello del 48 e della Comune, della estrema miseria dei quelli che lavoravano 15
ore al giorno, dello sfruttamento senza freno dei bambini : la rivolta era nei
fatti.
Nei nostri tempi, ad esempio, il sistema economico dei paesi scandinavi definito
capitalismo è un sistema guidato dai socialisti (democratici) da un secolo che
ha portato i lavoratori e tutti a un livello altissimo con un welfare magari
eccessivo: come mai gli scandinavi potrebbero desiderare di ad abbandonarlo per
correre l’ avventura della rivoluzione marxista
Sono cose diversissime
Un certo atteggiamento comune negli ultimi sostenitori di Marx vede negli scritti di Marx non delle questioni interessanti da dibattere ma una specie di testo sacro Come fanno gli iman per i quali è importante è trovare il versetto del corano e dell Heidith che risolva la questione ma gli iman sono coerenti perché pensano che abbia parlato Dio Ma Marx è un uomo che parla in un contesto molto diverso dal nostro, con una esperienza di storia economica arretrata di 150 anni
Si dice, e a ragione, che il capitale è l opera più citata e meno letta nella storia
In effetti tutte le opere degli economisti
sono scritte per gli esperti e non per tutti (poi esistono anche le
divulgazioni). Pero la difficolta del Capitale è che essa si riferisce a un
contesto di economisti e di economia di un tempo ormai lontano che ormai nessuno
conosce più tranne qualche storico del pensiero economico ( saranno qualche
decina di persone in tutto il mondo)
Senza altro è importante leggere un autore ma occorre metterlo in rapporto con
il contesto culturale sociale in cui opera perché ogni affermazioni va compresa
sempre nel contesto perchè tutti, grandi autori o semplici cittadini. vanno
compresi in esso
Ora Marx appartiene alla sinistra hegeliana ma
quando scrive il Capitale siamo già in epoca positivistica : non è facile quindi
capire che voleva dire effettivamente
Accade che alcuni ripetono alcune frasi ad effetto senza capirne il senso : il
dogmatismo è una effetto comune della difficolta
I TERMINI IN USO
Per chiarezza di discorso penso che sia
necessario chiarire i significati che diamo ad alcuni termini che spesso vengono
usati confusamente: pensiero marxiano, il pensiero marxista, il socialismo reale
(paesi comunisti) . il socialismo (democratico ). Riferiamoci al significato
generalmente in uso.
Per pensiero marxiano intendiamo proprio quello di Marx: se consideriamo che non
corrisponde a quello dei regimi comunisti allora rimane una speculazione teorica
che non ha avuto nessuna realizzazione; non possiamo quindi criticarla partendo
dai fatti storici che non ci sono
Per pensiero marxista intendiamo tutte le interpretazioni e gli sviluppi che nel
secolo scorso sono stati dati: da quelle ortodosse ( diciamo cosi) dei regimi
comunisti, a quello scientifica di Althusser, a quelle della scuola di
Francoforte a quella di Marcuse (che ebbe tanto risonanza nel 68), spesso è fusa
con la cosiddetta sinistra freudiana di Reich : in pratica ha influenzato tutto
il pensiero del secolo scorso -
Esistono poi i regimi comunisti ( socialismo reale) molti e diversi spesso in
conflitto anche violento fra di loro : URSS, Cina, Indocina America Latina, in
qualche paese dell’ africa e un pò dappertutto (perfino in Afganistan)
Esiste poi il socialismo democratico : partiti
socialisti di Portogallo, Spagna Francia, Germania, paesi scandinavi, in UK si
dicono laburisti, in Italia sarebbe il PD: in effetti poi tutta la politica
occidentale e stata influenzata da esso e inoltre esiste anche un socialismo
arabo, e indiano e altri ancora
I FATTI STORICI
Il socialismo in tutti i suoi aspetti ha come riferimento la società industriale distinguendosi da altri movimenti precedenti (spesso definiti pauperistici)
Nelle società agricole vi era un numero
straordinariamente piccolo di persone che monopolizzavano una quantità
straordinariamente grande di ricchezza mentre la quasi totalità della gente
viveva in una miseria per noi inimmaginabile. Ma il fatto è che erano società
della penuria in cui, cioè, la produzione era insufficiente per un benessere
generalizzato . Periodicamente i poveri prorompevano in violente rivolte (in
Cina proprio un fatto ciclico). Ma dividendo la ricchezza dei pochissimi ai
moltissimi , il livello di vita di questi non migliorava, anzi in genere,
peggiorava per il disordine. Nelle società industriali invece lo sviluppo
tecnico scientifico ha reso possibile una produzione che a un certo punto è
potenzialmente maggiore di quanto effettivamente si possa consumare ( società
affluente, si dice a volta) e quindi reso possibile la prosperità per tutti.
Sin dall’inizio ,dal 700, alcuni ritennero che solo il liberismo avrebbe reso
possibile l’accumulo di ricchezza ( il progresso economico) che poi in seguito
naturalmente si sarebbe riversato su tutti. Altri invece ritennero che il
capitalismo ( liberismo) avrebbe creato maggiore miseria per le masse e che la
ricchezza sarebbe restata solo a pochi e che quindi occorreva socializzare la
proprietà, almeno dei mezzi di produzioni ( delle fabbriche, delle terre).
Senza entrare nella discussione teorica vediamo i fatti reali-
Vi è stata una sfida a carattere mondiale fra i paesi comunisti che
socializzavano i mezzi di produzione e quelli che invece la conservavano ai
privati. Il risultato è stato eclatante, indubitabile: i lavoratori nei primi
hanno raggiunto un livello di benessere imparagonabilmente superiore ai secondi
e il comunismo è crollato definitivamente- Tranne che in cerchie ristrette e
ininfluenti , nessuno pensa seriamente di risuscitare politicamente il comunismo
e il capitalismo ( liberismo) ha trionfato , nessuno pensa seriamente di
abbatterlo
Pero il capitalismo trionfante è in realtà un punto di equilibrio fra liberismo e intervento dello stato , spesso governato da partiti socialisti come vediamo in seguito
SCIENTIFICITA MARXIANA
Il pensiero marxiano si autodefinisce scientifico proprio per ribadire che l’avvento del comunismo è un fatto che si realizzerà per motivi oggettivi cioè nella impossibilita che il capitalismo possa resistere alla crisi di sovra-produzione. In questo senso affermò pure che la sovrastruttura non può cambiare la struttura cioè che pensiero politico (etico religioso giuridico ecc) dipende dalla struttura economica:
il pensiero marxiano si pone su un piano
scientifico ma proprio su questo piano è stato falsificato dalla realtà storica.
Il nocciolo della sua scientificità sta proprio nella previsione che la società
capitalistica si sarebbe dissolta per l’esplodere ineluttabile delle sua
contraddizione. Ed è proprio questo che quasi esattamente un secolo fa i nostri
avi si aspettavano: lo stalinismo nasce proprio dal fatto che questa previsione
scientifica non si verificò
Il capitalismo ( meglio liberismo) invece ha continuato a espandersi ha portato
gli stati che lo hanno adottato a un livello di benessere mai visto e mai
sognato prima nella storia
Ora una teoria scientifica è tale se presuppone la possibilità di falsificazione
: se questa avviene sarà una teoria scientifica superata. Ed è questo che è
avvenuto per il pensiero marxiano (nel suo aspetto scientifico)
Infatti il marxismo già dagli anni 60 (la Contestazione, ad esempio ) si basò su
fatti di carattere etico umanistico ( la alienazione) abbandonando in pratica le
previsioni di catastrofe economica ormai non più sostenibili.
Aggiungerei che ai tempi di Marx, l’idea di scienza poi non era cosi chiara e
incombeva il positivismo che la interpretò come una verità ultima e definitiva,
concezione che all’inizio del 900 apparve del tutto superata. In realtà poi Marx
qualificò il suo socialismo come scientifico in opposizione a quello utopistico
in quanto basato su motivi oggettivi di analisi economica e non su motivazioni
etiche e umanitari. E questa cosa molto diversa dalla scientificità come la
intendiamo noi e comunque anche gli altri socialisti affermavano la stessa cosa
Tuttavia a me pare molto convincente l’idea di
Marx che il capitalismo non possa sopravvivere per motivi oggettivi alla crisi
di sovra produzione che esso genera. Allora mi chiedo perchè il capitalismo non
si è dissolto come sembrava che dovesse avvenire cento anni fa. Io credo che non
è avvenuto perché in realtà il sistema economico dell’Occidente non è affatto un
capitalismo (liberismo) ma un punto di equilibrio sempre variabile fra liberismo
( mercato ) e interventi della società per salvaguardare le condizioni di lavoro
e di salario. (socialism ) In generale noi chiamiamo socialisti (democratici,
non comunisti ) i partiti che privilegiano l’intervento dello stato e liberali (
meglio liberisti) la libera concorrenza. Ma le riforme sono fatte un pò da
tutti. Ricorderei che il primo sistema di assicurazione dei lavoratori fu
promosso da Bismark che certo di sinistra non era, che lo stesso fascismo si
mosse in questo senso (il nazismo deve molto del suo successo al pieno impiago
con intervento statale) , a Keynes che sollevo gli USA dalla crisi del 29, alla
DC di De Gasperi che accompagnò il miracolo economico.
Negli ultimi 30 anni è avvenuto che sono prevalsi indirizzi liberisti e poi
soprattutto la globalizzazione che ha reso praticamente impossibile l’intervento
dello stato. Da ciò nasce la nostra crisi economica, la polarizzazione dei
redditi, la crisi della classe media
Ritengo che la crisi attuale quindi derivi dall’eccessiva preponderanza del liberismo (deregulation, si dice a volte). Negli ultimi 30 è prevalso un modello molto più liberista e ora siamo all’esplodere della povertà, al disagio sociale che provoca il crollo dei partiti tradizionali
E difficile pensare che il liberismo sia tutto
il bene e il socialismo tutto il male o viceversa.
E’ vero che se il reddito non tiene conto delle capacita e di impegno alla fine
nessuno sarà indotto a impegnarsi ma le differenze di ricchezza sono accettabili
nella misura in cui migliorando la produzione e alla fine sono vantaggiosi per
tutti, la uguaglianza dei redditi è accettabili fino a che non ostacola
seriamente la produzione. Bisogna avere la ricchezza per distribuirla, non si
può distribuire la miseria.
RAPPORTI CON COMUNISMO REALE
Molti sostengono che il pensiero marxiano ha poco o niente a che fare con il
comunismo ( socialismo reale) e quindi il suo crollo rovinoso non lo coinvolge
Io non credo a questa possibilità . Sul piano politico. infatti, se per 70 anni
dei regimi che dichiaravano di seguire Marx hanno coinvolto il mondo intero in
una lotta senza precedenti e con un numero di vittime senza precedenti, la gente
penserà sempre e comunque che quel fallimento clamoroso sia del pensiero di Marx.
Sarebbe come dire che il nazismo vero non è responsabile della Shoa: anche se
fosse vero, tutti identificano le due cose
In secondo luogo mi pare del tutto evidente che il pensiero marxiano sarebbe
rimasto solo una delle tante utopie ( fantasie) della storia se alcuni uomini
non avessero cercato di realizzarlo effettivamente : in questo tentativo hanno
fatto disastri mai visti prima nella storia perchè esso era irrealizzabile. Non
si può dire che un secolo di storia sia dovuto ad errori e che Lenin, Togliatti,
Mao, Pol pot e la schiera infiniti di intellettuali che quel tentativo
appoggiarono non avessero capito nulla di Marx. Il fatto che il pensiero
marxiano non corrispondesse al socialismo reale non significa che non si
ispirasse ad esso: la realizzazione non corrisponde mai al modello ideale
Facendo un paragone: anche la democrazia in Italia fu opera di una minoranza:
nel 1861 votava solo una piccolissimo frazione della popolazione, non era certo
una democrazia. Se poi fu esteso man mano fino al suffragio universale fu perché
il sistema funzionava. In Russia, in Cina, in Cambogia la collettivizzazione
porto a milioni di morte per fame: solo con una feroce repressione poteva
reggere il sistema nella messianica aspettativa del vero comunismo che
ovviamente non si intravvide mai
Non è che Lenin partisse dall’idea che il comunismo dovesse essere imposto alle masse ma si trovò davanti al fatto oggettivo che le masse non erano comuniste e quindi l’unica alternativa era quella di abbandonare la rivoluzione e diventare capitalisti, cosa del tutto impensabile. Lo stesso avviene poi per tutti gli altri paesi comunisti che seguono lo stesso copione perché in realtà non avevano scelte.
Mi pare poco marxiano pensare che tutti questi avvenimenti che hanno segnato un
secolo possano essere riportate a un errore teorico : no, è un questione
oggettiva. Dal momento in cui i comunisti conquistano il potere si rendono conto
che non è possibile instaurare il comunismo marxiano e sono costretti a
ripiegare sul capitalismo di stato e rimandare il comunismo a un futuro sempre
più indefinito
In Cina ancora oggi il comunismo marxiano non è abbandonato ma rimandato a un
futuro imprecisato.
SOCIETÀ COMUNISTA
Si discute allora se Marx pensi solo una
rivoluzione violenta o se questa sia necessaria solo se fosse preclusa la via
pacifica. Ma il problema è dopo: si conserveranno libere elezioni pluralistiche,
la liberta di pensiero, di religione ecc ( che noi oggi chiamiamo democrazia )?
Mi pare difficile , a mio parere
La cosa è complicata dal fatto che Marx distingue due fasi: una del comunismo
rozzo in cui ciascuno riceve per quanto produce che prepara una seconda fase del
vero comunismo in cui ciascuno da per quanto puo e riceve per quanto ha bisogno.
Che succede in questa prima fase detta anche della dittatura del proletariato?
Ci sarà la liberta anche per chi è contrario ad essa?
L opera maggiore di Marx si intitola il Capitale ( e non il comunismo ) perchè è
tutta rivolta all’analisi del capitalismo e NON contiene affatto un modello
dello stato a differenza di altri socialisti ( Owen, Saint Simon, Fourier ) che
invece delineavano uno stato in tutti i particolari come aveva fatto Platone e
Tommaso Moro. Marx pensa che non è possibile delineare il modello di società che
si affermerà dopo il crollo del capitalismo. Per questo si disse giustamente che
il Capitale era il libro della borghesia perchè in attesa della inevitabile
catastrofe ( ma quando ? ) il borghese si godeva le sue ricchezze.
La folla infinita dei socialisti del tempo proponevano modelli particolareggiati di società : Marx lo rifiuta esplicitamente Credo personalmente che derivi anche dalla sua formazione hegeliana per la quale la storia è sempre creativa
Non è possibile quindi dire quale fosse la idea di Marx riguarda la democrazia parlamentare, quella diretta, la dittatura della autocoscienza . Anzi egli parla del deperimento dello stato cioè del fatto che lo stato man mano andrà sparendo: infatti lo stato è remedium carnis ( rimedio per le passioni come diceva Agostino) e nel momento in cui l’egoismo umano si dilegua ( in seguito alla fine del capitalismo) lo stato non è più necessario
La società comunista di Marx è quella, in cui
ognuno dà per quanto può e riceve per quanto ha bisogno: una utopia . Una cosa
del genere la abbiamo solo nella famiglia e in piccole, comunità come quelle
religiose ( e anche in questi casi non è cosa facile ). Il problema però che sta
a monte è la natura umana. Noi comunemente diciamo che in essa vi è il bene e il
male ( qualcuno accentua il primo o il secondo ). Secondo Marx invece la
malvagità dell’ uomo dipende dal sistema economico che divide gli uomini fra
sfruttatori e sfruttati. Una volta rimosso questo sistema ( nel caso specifico:
capitalismo) l’uomo sarà liberato dalle catene dell’egoismo che non è
connaturato all’uomo ma un accidente dovuto a un sistema economico
Makarenko, grande educatore dell’età stalinista, era effettivamente convinto di
poter trasformare dei ragazzi delinquenti ( di cui si occupava) in uomini buoni
se fosse riuscito a creare nella sua scuola una società comunista (alla fine ci
riusciva)
L’idea del male non connaturale ma accidentale è stata ripresa in epoca diversa
da molti. Nel secolo scorso Reicht (sinistra freudiana) lo ritenne un effetto
della repressione sessuale, la Montessori di un sistema educativo autoritario (
La scoperta del bambino).
Io ritengo che il male e il bene stiano in tutti gli uomini nessuno escluso : ma
è una mia opinione sia pure condivisa da quasi tutti
CONCLUSIONE
Direi pure che possiamo interpretare Marx in
infiniti modi ( e di fatto è accaduto) ma se noi riteniamo che egli non ha
predetto la fine del capitalismo per motivi oggettivi, economici allora alla
fine non avrebbe concluso nulla perchè qualunque analisi economica ( e non
economica) si conclude sempre con una previsione. Analogamente se noi facciamo
risiedere il fulcro del suo pensiero nella utopia della società comunista in cui
non ci sarebbe l’egoismo , divisione del lavoro , gerarchia e quanto altro
allora noi riduciamo il suo pensiero a un bel sogno che si realizzerebbe in un
futuro indeterminato di sogno
No , l’ importanza di Marx sta nell’aver suscitato il marxismo e soprattutto il
socialismo reale che per un secolo ( magari breve) ha segnato il mondo intero.
Se non fosse cosi non staremmo a parlare di Marx che sarebbe conosciuto da
qualche storico come avviene per un Owen e la infinita schiera dei socialisti
del suo tempo