Pubblicato in Italianotizie 08/01/20-- Home
La “eliminazione selettiva” di Soleimani/
Giovanni De Sio Cesari
L’assassinio del generale Soleimani, ordinata espressamente da Trump, è stata più o meno esplicitamente disapprovata in tutto il mondo (a parte l’uscita di Salvini) , anche nei paesi arabi nemici dell Iran e anche da una buona dell’opinione pubblica Usa
Tuttavia il quadro generale è molto più articolato di quanto possa sembrare e per quanto riguarda le conseguenze è sempre più difficile prevederle in un mondo cosi complicato come il M.O.
Una prima questione è quella della liceità della azione USA : milioni di iraniani (e in tutto il mondo) ritengono l’assassinio di Soleimani un crimine orrendo ,ingiustificato che grida vendetta
In effetti si è trattato di una cosi detta “eliminazione selettiva” che da decenni è pratica comune E molto difficile difendersi dalla guerriglia o dal terrorismo perché i suoi autori restano nascosti, poco visibili e le rappresaglie di massa, pure comuni, lasciano una scia di sangue che esaspera ancora più i conflitti Allora per primi gli israeliani iniziarono la uccisione mirata degli esponenti che si riescano a individuare Il metodo che pare avere una certa efficacia è stato seguito poi da altri soprattutto dagli Americani con la uccisione dei dirigenti delle organizzazioni terroristiche sul modello di al Qaeda e poi anche dell’ autoproclamato califfato
L’uccisione di Soleimani quindi rientrerebbe in questa prassi ormai consolidata da decenni. Tuttavia possiamo considerare Soleimani un capo terrorista come lo qualificano le fonti americani? Il termine è molto ambiguo . Tuttavia noi comunemente, quando parliamo di terrorismo ( islamico) ci riferiamo a quello teorizzato soprattutto da bin Laden: attentati sanguinosi e indiscriminati che spargano appunto il terrore in Occidente per spingere i governi ad abbandonare le loro politiche in M.O. Ma in realtà gli sciiti non hanno mai fatto attentati in Occidente anzi essi sono i principali nemici di quel terrorismo di ispirazione wahabita che ha insanguinato tante volte le citta dell’Occidente. Anzi sono stati proprio gli sciiti e in qualche modo anche lo stesso Soleimani a combattere contro l ISIS. Tacciare di terrorismi gli sciiti e Soleimani è quindi giocare sugli equivoci. Soleimani ha avuto invece un altra funzione. In tutto il Medio Oriente dopo secoli di tolleranza è esploso il contrasto fra i sunniti e sciiti ( con altre sette alleate): si combatte in Siria, oramai devastata, in Yemen (movimento houti). una emergenza umanitaria poco raccontata dal media, in Libano, in Iraq. La stessa vicenda dell’ISIS è soprattutto un capitolo di questa lotta fratricida. Al tempo di Khomeini invece la differenza sciiti -sunnita era poco importante: la guerra Iran- Iraq fu un conflitto fra integralista e laicisti con un Iraq per meta sciita schierato contro l’Iran stesso.
In questo quadro Soleimani era il supremo stratega della causa sciita. non un terrorista alla bin Laden Il problema è che gli USA di Trump in questa conflitto interno al mondo islamico si sono schierati del tutto con gli i sunniti segnatamente con l’Arabia Saudita che ne è la guida Pertanto gli USA si sono sentiti nemici dell Iran, hanno denunciato il trattato sul nucleare, imposti sanzioni all’Iran che in pratica si sono estese anche a tutti i paesi industrializzati con la minaccia che non avrebbero potuto più entrare nel mercato americano. Gli europei cercano di mantenere un equilibrio fra i due contendenti: ma perché mai gli USA invece prendono una tale posizione che sembra irrazionale. Il motivo più importante è Israele: gli Iraniani sono restati ancora quelli che , almeno a parole, vogliono ancora la distruzione dello stato ebraico e ai confini del libano sostengono gli sciiti hezbollah che minacciano Israele almeno in teoria: non sono certo in grado di distruggerla. Non a caso la brigata di elite di Soleimani si chiama Al Qoods, ( la santa) il termine con il quale gli arabi integralisti indicano Gerusalemme
Un altro aspetto bisogna considerare al quale in Occidente si da poca risonanza: sia in Iraq che in Iran sono scoppiate massicce manifestazioni di proteste sedate violentemente con centinaia di vittime contro la divisione settaria contro cioè questo conflitto che tanto miseria e disperazione porta a tutti di qualunque confessione religiosa. In Iraq sono esplose rivolte anche nelle terre degli sciiti: dopo tanti anni di disperazione e miseria, mentre tutto resta bloccato nelle diatribe religiose In Iran le sanzioni, il clima di conflitto eterno che dura ormai da 40 anni è diventato insopportabile. Presumibilmente l’assassinio di Soleimani rafforza invece la identità religiosa e mette ancora una volta in secondo piano i drammatici problemi quotidiani che pragmaticamente il governo di Rouhani cercava di risolvere con una politica moderata
Che cosa potrà ora avvenire: E vero che in Iran milioni di manifestanti gridano morte all’America ma le autorità appaiono alquanto prudentI . In realtà è ben chiaro che gli USA sono ben più potenti : ogni colpo dato agli USA può essere restituito dieci volte all’Iran Ma bisogna considerare che a una tale asimmetria ne corrisponde una altra Ogni caduto in Iran è un martire da vendicare una spinta ad combattere ancora, ogni caduto americano è una vittima innocente , un motivo per desistere: la opinione pubblica non sopporta i caduti Questo fatto spiega come mai la enorme superiorità militare non riesce ad avere ragione di avversari ben più deboli che ne escono d’altra parte distrutti : nessuno vince . Cosi in Viet -nam milioni di morti, distruzioni inimmaginabili eppure alla fine gli USA si ritirarono. Lo stesso avvenne in Afganistan nel quale prima i Russi e ora gli Americani hanno scelto il ritiro ma il paese ne è uscito distrutto
L Iraq dal momento in cui 30 anni fa ai tempi di Saddam andò a scontrarsi con gli Stati Uniti Uniti è ridotta alla estrema rovina da cui non riesce a sollevarsi.
Gli islamici oscillano fra la esaltazione e la impotenza Gli USA sono ben decisi a reagire senza indugio: possono bombardare le citta, le infrastrutture ,gli stabilimenti iraniani come fecero in Iraq fra la prima e la seconda guerra del golfo. L’ Iran ha molto, molto da perdere ma anche l’America ha molto da perdere in mezzi e in vite umane Si ripeterà un altra volta la stessa tragica storia
Se Trump aveva promesso di portare fuori l’America dalla trappola Medio Orientale certo la eliminazione selettiva di Soleimani non va in quella direzione.