TROIA - fra leggenda e
fiction
Struttura. Premessa Ciclo troiano Mondo omerico Troy Helen of Troy
Intendiamo in questo lavoro esaminare brevemente le vicende di Troia come vengono rese dai fiction contemporanei in rapporto alla narrazioni delle antiche leggende e in particolare ai poemi omerici. Facciamo in particolare riferimento al film di gran successo “Troy” regia di Wolfgang Petersen e alla miniserie trasmesse dal Canale TV ITALIA.1:” Helen of Troy”,regia di John Kent Harrison.
Si tratta di una serie molto ampia di leggende collegate alla mitica guerra di Troia. L’Iliade e l’Odissea sono due poemi vastissimi tramandataci dall’antichità greca e attribuiti ad Omero che raccontano fatti particolari e nemmeno fondamentali della vicenda. L’Eneide invece viene composta mille anni dopo da Virgilio con altro animo e in tutto altro contesto.
LA LEGGENDA :Menelao,principe troiano rapisce Elena, moglie del re di Sparta Menelao. Per vendicare l’offesa allora tutti i principi greci si riuniscono in una grande spedizione sotto la guida di Agamennone, re di Micene e fratello di Menelao I greci assediano per dieci anni Troia che alla fine cade per l’inganno del cavallo escogitato da Ulisse. I Greci distruggono la città, fanno schiavi i superstiti. Il loro ritorno in patria è generalmente tragico anche perché molti dei li perseguitano in quanto erano protettori di Troia.
ILIADE : narra l’ “ ira di Achille” : Achille viene a contrasto con Agamennone per la spartizione del bottino. Agamennone è costretto infatti a restituire Criseide,una fanciulla preda di guerra a suo padre, sacerdote di Apollo per placare l’ira del dio che aveva suscitato una epidemia. . Venuto in lite con Achille, gli toglie Briseide altra fanciulla prigioniera. Dopo questo affronto Achille sdegnato si ritira dalla guerra che continua senza di lui . Sono presentate un gran numero di vicende e di eroi che occupano la maggior parte del poema. I Troiani dopo alterne vicende sembrano allora aver la meglio. In aiuto dei Greci viene allora l’amico più caro di Achille Patroclo che viene però ucciso da Ettore. Allora Achille torna alla guerra e uccide Ettore: il suo corpo sarà restituito ai Troiani e il poema si chiude con i suoi funerali.
ODISSEA : narra invece il tormentato ritorno ad Itaca di Odisseo ( in latino: Ulisse) e quindi della sua vendetta contro i Proci, principi che avevano insidiato il suo trono.
ENEIDE: vuole connettere la nascita di Roma con le antiche leggende greche : narra quindi di Enea , eroe greco figlio di Venere che dopo la caduta di Troia e un lungo difficile peregrinare arriva nel Lazio, sconfigge i nemici e sposa la figlia del re dei Latini. Intende celebrare inoltre la casa di Cesare che fantasiosamente viene fatta ascendere ad Enea e quindi a Venere. Tutto il poema è soffuso dal concetto che la grandezza di Roma (e della casa Giulia, in particolare ) è dovuta alla volontà degli dei e pertanto Enea è il “pio” cioè l’uomo che realizza la volontà degli dei. Ovviamente l’ispirazione è del tutto diversa da quella omerica anche se fatti e modi si richiamano.
Accenniamo a qualcuno delle caratteri fondamentali che sono presenti nei poemi omerici e in genere nelle leggende connesse a Troia
ACHEI E TROIANI. I protagonisti sono identificati come “Achei” ma anche denominati genericamente Greci Gli Achei, storicamente , erano la prima ondata di invasione greca che crearono la civiltà detta Micenea da Micene la città più importante che nella leggenda è considerata regno di Agamennone. In seguito si ebbero altre ondate greche di invasione (Dori, Eoli e Ioni) e la civiltà in Grecia conobbe una periodo di decadenza (detto medio evo greco) per poi risorgere ancora con la grande civiltà della Grecia classica. Pertanto le leggende nascono in un periodo di intermezzo storico e ricordano la grandezza della civiltà ormai tramontata che non viene propriamente identificata con i greci del periodo classico da cui un certo distacco dei narratori che quindi non parteggiano per gli Achei.
I Troiani invece sono identificati come un popolo straniero ma che ha identiche caratteri dei greci dei quali pare condividere completamente la civiltà, la religione, la lingua, gli usi. Da ciò pure nasce la difficoltà di identificare la leggendaria città. . La guerra non appare una guerra contro un popolo straniero quanto una guerra nell’ambito di una stessa civiltà
EROI Con questo temine vengono indicati i principi guerrieri che sono i protagonisti di tutta la leggenda e che generalmente sono figli o discendenti di dei. Non si tratta di comandanti militari che guidano l’esercito come dei generali ma sono soprattutto dei guerrieri. Ogni principe è anche il più forte del suo esercito e combatte sempre direttamente. Per questo pur essendo Priamo il re di Troia tuttavia essendo troppo anziano per combattere, assume un ruolo secondario nella condotta della guerra.
ARETE' termine greco che può essere tradotto con” eccellenza”. Indica il modello l’ideale a cui si aspira: nel mondo omerico esso è andare al di la di ogni misura: non vi è moderazione negli eroi omerici nell’ira, nella pietà, nel coraggio : ciò che conta è il “grande gesto” che resterà eterno nelle future generazioni. non vi è in genere altro ideale se non la gloria personale. LA GUERRA è il mezzo e con il quale si raggiunge la gloria. Non è sentita come un male o una necessità : è la “bella guerra” nella quale gli eroi si lanciano per trovare la eternità della fama acquista anche e soprattutto con la morte
FATO Nel mondo omerico tutto è predestinato dal Fato, gli stessi dei nulla possono contro di esso. In genere si conosce già il proprio destino: tuttavia nel suo ambito è possibile a dei e ad uomini di poter operare con libera scelta.
I troiani sanno che Troia cadrà e sarà distrutta ma combattono ugualmente con indomito coraggio
Cosi quando, secondo Il Fato, viene il momento della morte di Ettore né gli dei nè gli uomini possono fare nulla per salvarlo : tuttavia Ettore può scegliere di morire da vile o da eroe: egli cerca dapprima di sfuggire alla morte ma quando comprende che è venuto il suo momento affronta impavido Achille sperando che forse un” bel fatto porterà il mio nome”
Cosi Achille sa che morirà subito dopo la morte di Ettore ma pure lo abbatte per vendicare l’amico.
La grandezza degli eroi omerici è proprio nell’affrontare il proprio ineluttabile destino: la sventura non può essere evitata ma si può scegliere fra arrendersi ad essa con debolezza o essere grande affrontandola con coraggio e forza: la sciagura e i lutti diventano quindi i momenti della grandezza e della eroicità.
Tutti gli uomini debbono morire nel momento a loro destinato dal Fato: quello che l’uomo può scegliere è “come” morire quando sarà il suo tempo
GLI DEI OLIMPICI Non hanno il carattere di onnipotenza e di bene che generalmente noi attribuiamo alla divinità. Si tratta invece di spiriti potenti , immortali ma che hanno le stesse passioni ,debolezze vizi e virtù degli uomini e con essi possono unirsi e generare figli
Nella guerra di Troia appaiono divisi, alcuni parteggiano per una parte e gli altri per l’altra per motivi personali. Nell’Iliade addirittura a un certo punto cominciano a lottare anche fra di loro come fossero semplici guerrieri mortali.
Si tratta quindi di una religiosità molto rozza, una trasfigurazione poetica di divinità che dovevano avere nella realtà ben altra consistenza.
TATTICHE DI GUERRA In effetti la battaglia si frantuma in una serie di scontri personali ,di duelli fra gli eroi. Gli altri, i gregari, hanno una parte assolutamente marginale, sembrano esser presenti solo perchè gli eroi possano farne strage: ma la vera gloria non viene mai da essa ma sempre dall’abbattere un altro eroe. Nei tempi classici invece la presenza della fanteria pesante (opliti) inquadrata in ordine stretto (falange) fecero si che le guerre fossero vinte non per il valore di qualcuno ma per la disciplina di tutti: nacque pertanto l'ideale della abnegazione, del sacrificio per la patria che informarono tutta la civiltà antica.
Nei poemi omerici i cavalli non vengono mai cavalcati. Essi appaiono sempre aggiogati a un carro: si era persa però la cognizione della loro funzione. I carri infatti combattevano sempre in formazione, come le divisioni corazzate della II Guerra mondiale. Nei poemi omerici invece appaiono semplicemente come adibiti al trasporto degli eroi che poi scendono da essi per combattere a piedi.
RUOLO DELLE DONNE. Nell’età classica il ruolo pubblico delle donne andò sempre più riducendosi e in realtà essa non hanno avuto alcun posto nella civiltà greca. Nelle civiltà orientali invece avevano un certo ruolo: non per niente l’unica donna greca che ha rivestito importanza storica è stata Cleopatra che avevano assunto la cultura egizia. Nei tempi omerici invece esse mantengono un certo ruolo attivo e di spicco: appaiono infatti molte figure femminili importanti: Andromaca moglie di Ettore, Clitennestra moglie di Agamennone,la profetessa Cassandra e soprattutto Penelope moglie fedele ma anche regina. Il personaggio di Elena, pure causa della guerra, appare invece stranamente molto sfumato: prima sposa di Menelao, poi rapita è moglie di Paride e quindi alla morte di questo sposa Deifobo e ancora alla distruzione di Troia torna ad essere la moglie di Menelao come se niente fosse accaduto. Non mostra nessuna passione personale , non vengono nemmeno messo in rilievo i figli : è la donna più bella del mondo ma sembra proprio una donna-oggetto: il mondo esplode per lei ma ella concede le sue grazie all’uomo che per il momento la possiede: tutto qui.
“Troy” regia di Wolfgang Petersen
Giudizio generale
Non è nostro assunto dare un giudizio critico generale ma solo esaminare la sua conformità allo spirito e ai fatti del mondo omerico. In linea generale siamo molto lontano dal mondo delle leggende del ciclo troiano di cui mancano quasi del tutto i caratteri che prima abbiamo sommariamente delineato. Pare mancare quasi del tutto il ruolo degli dei sempre in primo piano nella leggende omeriche e soprattutto il Fato che è il vero punto di riferimento di tutta la narrazione La mancanza di questi due elementi fondamentali toglie a tutta la narrazione la sua grandezza tragica. Anche la personalità degli eroi appare deformata. Infatti in realtà l’ARETE degli achei è tutta rivolta al grande gesto capace di superare la finitezza della vita. In un punto del film il concetto viene anche ripreso ma poi non informa il carattere dei combattenti: così Agamennone appare uomo cinico, avido,astuto, solo desideroso di potere e potenza.
Lo stesso titolo del film” Elena di Troia” è scarsamente compatibile con la leggenda: in essa infatti Elena appare l’oggetto non il soggetto della guerra in quanto non appare mai una sua personalità ben delineata.
Del tutto inventato poi è il ruolo di Briseide. che diventa protagonista ma nei poemi è solo una fanciulla a cui è stata sterminata la famiglia e che non ha alcun ruolo attivo. Non ha nemmeno un nome proprio (Briseide significa semplicemente “figlia di Brise “) E’ solo una preda di guerra che passa indifferentemente da un eroe all’altro come un puro oggetto di piacere. anche se in una scena piange Patroclo. Le viene data la qualifica di sacerdotessa do Apollo mentre nell’Iliade è Criseide, la fanciulla assegnata ad Agamennone che è figlia di un sacerdote di Apollo. Ma a parte i fatti è propria la sua vicenda di amore che ha le caratteristica romantiche dell’Ottocento e non certo dei tempi omerici : la fanciulla che si innamora dell’eroe grande e sfortunato, nemico del suo popolo ricorda molto di più una figura come Marianna di Sandokan del Salgari che non le donne cantate da Omero.
ALCUNE DIFFORMITÀ DALLA LEGGENDA
Vi è anche una notevoli divaricazione fra i fatti raccontati nel film e quelli della leggenda. Comunque è chiaro che non è possibile riportarlo sullo schermo fedelmente le vicende omeriche: tuttavia facciamo qui nota di qualche punto maggiormente difforme.
TEMPO: l’azione dl film pare svolgersi in un tempo brevissimo. Secondo la leggenda invece occorrono dieci anni per preparare la flotta e ancora dieci anni per conquistare Troia. Ogni tanto gli dei devono intervenire per ringiovanire gli eroi che in verità dovrebbero apparire abbastanza “stagionati “
RUOLO DI PRIAMO . nell’Iliade appare già molto anziano e riveste un ruolo marginale nella conduzione della guerra in quanto non più in grado di combattere . Nell’Iliade la sua figura grandeggia solo alla fine quando richiede il corpo di Ettore per dargli degna sepoltura. E questo ruolo è in parte mantenuto dal film .
DUELLO PARIDE MENELAO: esso effettivamente si riscontra nell’Iliade ma con vicende assolutamente diverse. Menelao sta per avere la meglio su Paride quando Venere interviene salvandolo in estremis e sempre per intervento degli dei un arciere troiano colpisce Menelao e cosi riprende la terribile guerra. Nel film invece appare Paride cosi pauroso da invocare pietà, e poi Ettore interviene uccidendo Menelao che invece nella leggenda sopravvive all’assedio e torna a Sparta insieme ad Elena, anzi è l’unico eroe che passa indenne dalla terribile guerra.
” Helen of Troy”,regia di John Kent Harrison. Miniserie Italia 1
GIUDIZIO GENERALE
E’ assolutamente lontana dallo spirito omerico, pare più una storia di cronaca nera dei nostri empi con tanta violenza e tanto sesso
Il personaggio principale, Elena non corrisponde per niente a quello omerico. Le vicende sono del tutto dissimili da quelle omeriche: per esempio non ha ancora sposato Menalo ma è solo promessa sposa quando incontra e fugge con Paride (alla fine l’affronto sarebbe stato fatto non a Menelao ma ai genitori). Ma si possono pure comprendere le invenzioni di un racconto. ma è il proprio tutto il personaggio che pare uscito dalle periferie di Pasoliniana memoria con qualche riflesso pure femminista che da un mondo di magnanimi principi guerrieri. Soprattutto appaiono davvero insopportabili due scene :Elena che si mostra nuda a tutto l’esercito greco e Agamennone che usa violenza a Elena. Ma come si puo pensare che una sposa si mostri nuda (è sempre velata in ogni cultura proprio per sottolineare che ella si mostrerà SOLO al suo sposo) e ancora di più perchè mai Agamennone avrebbe dovuto usarle violenza davanti a tutti, soprattutto davanti al marito Menelao per l’onore del quale pure si era fatta la guerra: occorre davvero una mente malata , ossessionata dal sesso per concepire simili aberrazioni.
ALCUNE DIFFORMITA' DALLA LEGGENDA
FURTO DELLA VOLPE si racconta di un giovane che per non confessare di aver rubare si lascia lacerare all’animale che tiene in grembo fino a morirne. Il racconto viene effettivamente tramandato ma va riferito alla storia della Sparta classica che non ha niente a che fare con quella omerica. Infatti il regno di Sparta miceneo è tutt’altra cosa che lo stato spartano dorico della storia.
NEGRI appaiono sia pure di scorcio. Naturalmente nei poemi omerici non vi è la minima traccia di negri, tanto meni schiavi: l’abbinamento schiavi - negri si è avuto solo dopo la tratta dei negri in America circa tremila anni dopo le vicende omeriche.
PISCINE : gli eroi appaiono in una sorta di piccole piscine e in una di esse viene anche ucciso Agamennone. In nessuna parte della leggende si accenna alla esistenza di piscine. I bagni (le terme) furono poi un uso caratteristico dei romani: ma erano sempre pubblici, mai privati perchè erano soprattutto luoghi di ritrovo.
Estensore: Prof. Giovanni De Sio Cesari
(
http://www.giovannidesio.it/
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