Pubblicato in Italianotizie 8/05/18 Home
Il revival di Marx in Cina
Giovanni De Sio Cesari )
In occasione del duecentesimo anniversario della nascita di Marx ( 5 maggio 1818 ) nella Repubblica Popolare Cinese si sono avute manifestazioni a tutti i livelli che hanno riproposto al centro dell’attenzione generale il suo pensiero. Lo stesso presidente XI ha fatto un lungo e articolato intervento al grande raduno celebrativo a Pechino ha fatto elogio del pensiero affermando con vigore che esso è la base e al centro dello sviluppo e del progresso della Cina di oggi Riportiamo qualche punto del suo intervento per darne unai dea
“Marx è l’insegnante della rivoluzione del proletariato e dei lavoratori di tutto il mondo, il principale fondatore del marxismo, creatore dei partiti marxisti, esploratore del comunismo internazionale e massimo pensatore dei tempi moderni“. “
“Il pensiero e la teoria di Marx sono dei suoi tempi e vanno oltre i suoi temp. Sono l’essenza dello spirito di quei tempi e l’essenza dello spirito di tutta l’umanità
“E’ perfettamente giusto per la storia e il popolo (cinese) scegliere il marxismo, così come per il PCC scrivere il marxismo sulla propria bandiera, aderire al principio della combinazione dei principi fondamentali del marxismo con la realtà cinese e adattare continuamente il marxismo al contesto e ai tempi cinesi“.
La cosa lascia un po po perplessi noi
occidentali che consideriamo la Cina ormai un paese a economia capitalista
anzi di un capitalismo molto più accentuato di quello occidentale Ed in realta
non si puo negare che la Cina di oggi ci ricorda il capitalismo europeo
ottocentesco più che quello moderato e sociale dei nostri temp.i Ci sembra
quindi del tutto fuori luogo richiamare l ‘eredita di Marx che noi comunque
riteniamo ormai esaurita. Non ci sono nei nostri paesi statue a Marx : quella
che si è voluta innalzare in Treviri, sua citta natale. è stato oggetto di
grandi contestazioni. In realtà la Cina non ha mai smesso di proclamarsi una
società comunista ispirata a Marx e si solo parlato di una via propria cinese
al socialismo Anche in tutte le università cinesi, di qualunque indirizzo,
esiste pur sempre un corso obbligatorio di marxismo e comunque la conoscenza di
esso fa parte di esame per i funzionari pubblici Perchè allora questa strana
situazione di un paese animato dal capitalismo rampante e la persistenza della
ideologia marxista che ne è l’antitesi piu rigorosa e radicale ?
Ricordiamo innanzi tutto che nel momento in cui Deng Xiaoping apri alle riforme
che poi hanno permesso il grande sviluppo economico della Cina non ha mai
parlato di capitalismo. Rigetto sempre ogni richiamo ideologico e privilegio
con il famoso suo detto “ non importa se il gatto sia rosso o nero importante è
che accchiaopi il topo” Una affermazione che a noi pare ovvia, di semplice buon
senso ma che in realtà nella Cina di Mao e del post Mao era di quanto piu
rivoluzionario si potesse concepire Infatti tutto il maoismo fu orientato al
rigore o meglio al fanatismo ideologico: importanti non erano mai i risultati
effettivi ed immediati ma la purezza ideologica : se i risultati non erano
stati raggiunti non era per dei principi seguiti ma perché non erano stati
seguiti abbastanza Un atteggiamento che alla fine nella Rivoluzione
Culturale, con lo sventolio dei Libretti Rossi sui trasformo in una specie di
rito religioso , in una fiducia cieca che trova riscontro forse solo nel
jihadismo attuale: con la differenza che il jihadismo ha almeno una sua logica
interna . La Cina quindi, a differenza dell URSS, non ripudiò mai i principi del
marxismo e giustificò il nuovo corso come un adattamento alla realtà
contingente cinese rimandando la vera attuazione del comunismo a un indefinito
futuro Fu detto che se il comunismo significava il benessere del popolo, non
era allora contrario al comunismo che alcuni arrivassero prima al benessere e
aiutassero poi gli altri ad arrivarci D altra parte anche i comunismi
occidentali in pratica avevano rimandato il vero comunismo a tempi da definirsi
e si limitavano a quello che poi fu definito capitalismo di stato Se
l’assetto economico della Cina cambiò profondamento, quello politico rimase
relativamente immuatato Il Partito Comunista Cinese conservò intatto il suo
potere di guida e governo della immensa repubblica.
In questo contesto come interpretare allora un richiamo cosi forte a Marx che a noi pare incomprensibile. Si può pensare che in effetti esso sia funzionale al sistema politico: la guida del partito comunista e la sua stessa esistenza si giustificano solo all’interno di un pensiero marxista ( dubiterei di un pensiero marxiano ma questo è altro argomento). Quindi nel momento in cui si autodefiniscono comunisti e marxisti i dirigenti cinesi si autolegittimano : rappresentano la autocoscienza n del proletariato la vera democrazia in contrasto con quella occidentale che sarebbe una falsa democrazia funzionale agli interessi della borghesia come è stato sempre sostenuto nella tradizione e nella prassi praticamente universale del comunismo. Quindi possiamo considerarla solo come una operazione di legittimazione del potere
Possiamo pero pure pensare che il particolare fervore dato di questi giorni al pensiero di Marx possa inquadrarsi nella svolta ufficializzata il 5 marzo 2018, a Pechino nella prima sessione plenaria dell’Assemblea Nazionale del Popolo dopo il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese di ottobre scorso
Non si privilegia piu solo lo sviluppo a ogni costo ma a dare più spazio all’ equilibrio sociale infatti dare impulso ai consumi interni significa necessariamente una dinamica salariale piu vivace, un miglioamento delle condizioni dei piu poveri anche a scapito diella compettivitò che ha dato tanto impulso alla economia cinese Diffcile dirlo : la Cina è un paese molto difficile a decifrare perchè è veramente difficile decifrare quello che viene detto
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