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Confucianesimo

Giovanni De Sio Cesari

 

Il confucianesimo non è propriamente una religione ma una visione etica politica che tuttavia finisce però con l’avere una propria  valenza religiosa. Delle quattro grandi  civiltà del  mondo, tre  fanno riferimento a una religione (cristianesimo, islam, induismo): quella cinese è l’unica  che invece fa riferimento a un pensatore, Confucio,  che potremmo definire laico, ma assolutamente non ateo. Questo significa che nella civiltà cinese non abbiamo. in linea generale,  una compartecipazione e una sovrapposizione del potere religioso e di potere politico, una unione di trono e altare, come diremmo noi . Anzi sempre in linea generale, il potere politico è piuttosto sospettoso della religione, Certo l’imperatore è dichiarato figlio del  cielo (Tien Zi) ,unico o fondamentale tramite fra il mondo terreno e quello divino  ) Ma a da questa credenza  non si ricava una religione particolare quanto una religiosità generale che può conciliarsi   con le religioni particolari  Il confucianesimo non  esclude di per se le altre religioni: in genere i cinesi si dichiarano sia buddisti che confuciani

Su carattere laico e non religioso del culto confuciano si incentrò la “controversia sui riti cinesi” che contrappose nel 1600 i missionari gesuiti e quelli francescani: per i primi il cristianesimo poteva  coesistere con il confucianesimo perchè questo non  era una  religione mentre per i secondi il confucianesimo si poneva comunque come un culto pagano. Alla fine i francescani riuscirono a imporre la propria visione e questo finì con il far fallire l’opera molto promettente di conversione della Cina al cristianesimo iniziata da Matteo Ricci : solo nel ‘800 il cristianesimo fu reintrodotto in Cina al seguito però della penetrazione europea.

 

CONFUCIO 

Il nome di Confucio è la latinizzazione   del termine cinese "K'ung fu tsu” (cioe: maestro K'ung) operata dai  Gesuiti nel 1600. Visse nel   VI secolo a. C. piu o meno  contemporaneo di Platone, di Budda in quella che viene definita "età assiale" in quanto nello stesso periodo  sono vissuti i primi grandi  pensatori delle tre grandi  civiltà in Europa, India e Cina.

Egli visse in un periodo in cui la Cina era divisa  in vari regni in perenne guerra fra  di loro (periodo degli autunni e delle primavere ) e si rimpiangeva un passato più o meno mitico in cui invece un solo imperatore aveva mantenuto pace  e prosperità in tutta la Cina. Per Confucio quindi ordine e stabilità significano prosperità e felicità: il suo pensiero è essenzialmente  il tentativo  di dare regole che possano  reggere la società

Egli non è pertanto un metafisico  che indaga cio che è al di la del mondo e della morte :egli dice

Cosa è la morte? Se nemmeno sappiamo che cosa è la vita  come possiamo conoscere la essenza della morte

Tuttavia egli non è un agnostico e tanto  meno un ateo:egli crede fermamente nel  “tien” .il termine che  indica, come anche in italiano sia il  cielo materiale che la divinità in generale. La legge che regge i rapporti fra gli uomini è la legge morale che deriva direttamente al cuore degli uomini dal Cielo(= tien) : un concetto del tutto analogo troviamo nel pensiero cristiano. Tuttavia egli non tratta gli aspetti metafisici,nè tanto meno pensa a una rivelazione diretta di Dio.

I suoi principi vengono enunciati come autoevidenti , non vengono giustificati nè religiosamente e nemmeno  dimostrati deduttivamente. Tutti debbono osservare i propri doveri verso la famiglia, verso la società ,verso lo Stato. Tutti debbono ubbidire ai superiori e tutti debbono agire nell'interesse dei sottoposti con giustizia e magnanimità: soprattutto  l'Imperatore,il capo supremo deve ubbidienza  al Cielo e preoccuparsi del benessere dei suoi governati. Concetti analoghi troviamo d'altronde nel pensiero cristiano.

Diamo qualche breve esempio degli insegnamenti di  Confucio

 

SUL BUON GOVERNO :

·                                 Se il principe e i magistrato promulgano leggi o decreti ingiusti il popolo non vi ubbidirà e si opporrà alla sua esecuzione con mezzi violenti anche ingiusti

·                                 Quando il Centro e la Armonia hanno raggiunto il suo massimo grado di perfezione regnano pace e ordine in cielo e in terra e tutti gli esseri raggiungono la loro completa realizzazione

·                                 La prima cosa a cui deve badare il capo è che  la sua condotta sia semplice, retta e giusta in ogni momento: deve tener sempre in conto i consigli degli altri,deve sempre controllare i propri atti e mai comandare dispoticamente

·                                 Quale è l'essenza del buon governo? Non risolvere i problemi con precipitazione e non cercare il proprio tornaconto personale

SULLA CONDOTTA DELL'UOMO:

·                                 Dall'uomo più nobile a quello  più umile tutti hanno il dovere di migliorarsi

·                                 Controllati anche nella tua casa:non fare nulla di cui debba vergognarti anche nel luogo più segreto

·                                 Si può definire un uomo superiore se  è il primo che pone in pratica le sue idee e poi predica agli altri ciò che egli stesso ha realizzato.

·                                 L'uomo prudente parla poco ma è attivo nell'agire.

·                                 Quando un uomo è vicino alla morte le sue parole sono sincere e veraci

·                                 L'uomo volgare è orgoglioso e vano anche quando la sua posizione non sia elevata.. E' molto vicino alla perfezione l'uomo costante,paziente,umile e misurato nel parlare

·                                 Siate rigidi con voi stessi ma condiscendente con gli altri:in questo modo sarete liberi da ogni invidia e risentimento

 

Come si può constatare da queste brevissimi esempi in effetti si tratta di principi  generali sui quali sarebbe difficile dissentire, anche un occidentale moderno sostanzialmente vi aderirebbe. Questo spiega a nostro avviso,  la persistenza dell'insegnamento di Confucio per migliaia di anni. I problemi nascono in effetti quando questi principi vanno poi concretizzati:quando un decreto è ingiusto, quando una condotta è retta e semplice? Sono possibili infinite interpretazioni: in  effetti tutti Cinesi possono dirsi Confuciani o forse tutti gli uomini possono definirsi tali. Confucio in realtà  ha espresso il sentire comune dell'umanità è in questo possiamo indicare la sua grandezza ma anche forse il suo limite in quanto non opera  scelte in argomenti controversi

 

SVILUPPI

Per 2500 anni in Cina il pensiero di Confucio è stato un punto di riferimento costante:erroneamente però in Occidentequesto fatto viene visto come segno di immobilismo del pensiero cinese. In realtà il pensiero confuciano ha avuto interpretazioni varie e contrastanti succedutosi nei secoli, ha lottato con altri grandi movimenti di pensiero. ha conosciuto secoli di  emarginazione

Al momento della unificazione, violenta e sanguinosa della Cina sotto   l’imperatore  Qin Shi Huangdi (quello dell’esercito di terracotta) i confuciani furono  sanguinosamente  perseguitati e i libri distrutti Ma con il successivo periodo degli han  il pensiero confuciano fu accolto  pienamente: divenne da allora  come  una dottrina dello stato a cui era obbligatorio aderire anche se poi si era liberi di a seguire la religione che si voleva..

Seguirono poi  periodi di rifioritura e di ellisse .

Nel XIII secolo l’invasione mongola portò all’impero la dinastia Yuan (quella di Qublai kan di cui parla Marco Polo) che mise alquanto in disparte  il pensiero confuciano  che rifiorì invece quando  si affermò la dinastia nazionale dei Ming (1368 - 1664) che è considerato  il periodo d’oro della civiltà cinese.
La necessità del governo dell’immenso paese  vide la rinascita  del pensiero confuciano che tuttavia battè strade diverse e si allontanò non poco dallo spirito originario del maestro. Si parla pertanto di neo-confucianesimo che assorbe molto della speculazione filosofica del buddismo e del taoismo. Si distinguono due scuole fondamentali: quello dei “Principi Universali”e quella dello “Spirito Universale” . 
La differenza fra le due scuole è stata  paragonata a quella fra realismo e idealismo  nella nostra filosofia occidentale dell’800

Secondo la prima scuola vi è netta distinzione fra i principi universali (li) e e la natura stessa ( ch’i) Pertanto nell’uomo si può distinguere una natura umana (hsing) che fa parte dei principi universali necessariamente buona e una coscienza (hsin) che potenzialmente può volgersi anche al male. Si può comprendere il principio universale della realtà partendo dalla comprensione dei singoli esseri particolari. Seconda la seconda scuola invece esiste una unica vera realtà :lo spirito (hsin) di cui sia  i principi (li) che dispiegarsi corporeo ( ch’i) sono determinazioni. Pertanto l’individualità di ogni mente umana è solo apparente : bisogna raggiungere quindi l’unità del tutto superando la illusorietà del contingente e da questa intuizione nascono le azioni giuste.

Nella prima metà del 1600 la Cina del Ming entra in grave crisi economica e politica: ciò permette la vittoriosa invasione dei Manciu che nel 1644 installarono una loro dinastia , i Qing . I Manciu, più che un popolo propriamente  barbaro, era un popolo marginale dell'impero cinese: dapprincipio i rapporti con la Cina furono di duro dominio ( fra l'altro imposero ai Cinesi l'uso del codino). Presto però, soprattutto con l'imperatore K'ang hsi i Manciu non  furono più considerati stranieri: la dinastia Manciu durò fino alla fine dell'impero nel 1911 e con essa ebbero rapporti gli Europei

La crisi politica portò a un  profondo ripensamento del pensiero neo confuciano. Si incolparono infatti della decadenza dell'Impero proprio le scuole dei Principi Universali e dello Spirito universale, in verità non sapremmo dire con quanta fondamento . Si accusarono le due scuole di aver smarrito il vero senso del pensiero di Confucio di aver costruito sovrastrutture taoiste e soprattutto buddiste.

Si parlo allora di una "ritorno agli Han" che avevano regnato  dal 206 a. C.al 220 d. C.   in contrapposto al periodo dei Song e dei Ming. (dal 960 al 1644 d. C.)

Si tornò quindi al pensiero "originario" di Confucio e poi degli altri classici anche con un grande fervore ideale e anche filologico.

Gli Europei incontrarono la cultura cinese in questo contesto culturale e quindi la Cina potè apparire ad essi come immobile nel tempo, fuori dalla storia perchè legata a un pensiero di 2500 anni antecedente  senza rendersi conto che in effetti si trattava di un "ritorno"  dopo grandi e complesse vicende e non di una semplice persistenza

Il "ritorno agli han" può essere paragonato al nostro Umanesimo. In entrambi si ritorna a un pensiero antico che era sempre stato presente nella storia della cultura ma che ora viene visto nella sua presunta "purezza originaria"

Fino alla fine dell’impero nel 1911 i funzionari dell’amministrazione venivano scelti in base a concorsi nazionali aperti a tutti che si incentravano sui classici soprattutto su testi confuciani: cinque classici e quattro libri di Confucio erano i testi base degli esami

 Dopo la caduta dell’impero nel Kuomitgang ( partito nazionalista)  guidato da Jiang Jieshi (vecchia grafia: Chiang Kai-shek )  si fece ancora riferimento a Confucio avvicinato, però,  alle  idee moderne occidentali. Il comunismo di Mao invece vide nel confucianesimo la Cina antica reazionaria e schiavistica , la Cina cioe da distruggere dalle fondamenta per fare spazio alla nuova Cina comunista. Il Confucianesimo fu quindi combattuto piu che ogni altra scuola di

pensiero ,divenne il simbolo del male  

 Con la fine di maoismo invece la Cina è tornata pienamente  a riabilitare il suo antico saggio. Gli istituti di cultura, le accademie i premi sono tornati ad essere intitolati soprattutto a Confucio  che ancora una volta dopo 2500 anni, è tornato a rappresentare lo spirito cinese