Pubblicato in Italianotizie  05/03/19  Home  

 

 

lL fallimento dell’incontro  Trump- Kim

 

 

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

I negoziati politici sono come il gioco del poker in cui bisogna capire l’ altro che carte ha in mano che cerca di mascherare. Meglio direi: è  come  nelle contrattazioni  dei prezzi nelle vendite in cui ognuno cerca di  capire fino quale punto la controparte  è disposta a cedere malgrado questa cerchi in ogni modo di nasconderlo. Se uno degli attori o tutte e due sbagliano   nella previsione  allora la vendita fallisce.

 Questo è successo ad Hanoi fra Trump e Kim Jong-un. Ciascuno di essi pensava che l’altro avrebbe ceduto  al di la di quello che apertamente  diceva e per di più tutto in un quadro incerto e confuso. Direi ancora, riprendendo l’esempio della vendita, che in Oriente è ancora molto  vivo una vera  e propria commedia  delle intenzioni  In un suk arabo vi chiedono 10 per poi scendere a 5 o magari 2 , cosi come  avveniva anche da noi nei piccoli mercati  dei paesi ( mi viene in mente  la descrizione dei Malavoglia in proposito). In Occidente con la modernizzazione  si è perso questo antico rito, ci siamo abituati ai prezzi fissi  dei centri commerciali. Per questo penso che alcuni negoziati con i paesi arabi siano falliti e ci si è precipitati in guerre che forse potevano essere evitate se si fosse capito che uno era abituato al suk e l’altro al centro commerciale.   Nel caso in questione i nord coreani erano disposti a chiudere il sito nucleare di Yongbyon ma non gli altri siti analoghi mentre gli USA erano disposti solo ad attenuare  alcune  sanzioni ma non a una sostanziale abolizione di esse. Su questo  ultimo punto  le versioni delle  due parti  sono alquanto divergenti perchè,  contrariamente  a  quanto affermato dagli Americani, i Coreani negano di aver chiesto la totale abolizione  ma solo una attenuazione delle misure. Tutte e due possono avere ragione se si interpreta il senso del termine attenuazione (o abolizione parziale ) della sanzioni che può di molto variare se si  intende in senso sostanziale o appena  simbolico .

Nella  realtà il negoziato è oltremodo difficile. Kim ha un regime che ormai è fuori dalla  storia, che è stato definito una specie di  giurassico  del comunismo, che è basato sul controllo totale, sul terrore generalizzato e capillare sul modello  staliniano dei tempi peggiori, sembra una realizzazione delle sinistre fantasie di Orwel  e soprattutto  è attanagliato da una povertà inimmaginabile se confrontata con gli altissimi livelli di vita dei connazionali del Sud Corea. La dissuasione nucleare è quindi una assicurazione  del regime di Kim sulla  propria  sopravvivenza. Una volta effettivamente caduta essa, Kim teme, e a ben ragione, che tutte le  assicurazioni americane e  del mondo intero  diventino  solo parole vuote come sempre accaduto  nella storia del mondo. Quindi è tutto altro che disposto a perdere questa  assicurazione. D’altra parte gli USA  possono sperare nella caduta del regime spingendo con le sanzioni a inasprire oltre ogni misura  la povertà e i disagi della popolazione fino a fare esplodere la situazione interna Si aggiunga poi che, al di al di ogni apparenza, anche nelle alte sfere del regime, malgrado ogni epurazione e ogni senso del terrore, non mancherebbero poi alcuni in grado di mettere su una congiura che defenestri Kim e  essere poi acclamati salvatori della patria. Anche questo è sempre accaduto nella storia che anche i più feroci dei tiranni    debbono fronteggiare congiure interne. Anche Hitler sfuggi fortunosamente  a una infinità di attentati  e prese la sua fortuna come un segno del destino. Se gli USA veramente tolgono le sanzioni il regime di Kim si rafforza e la  speranza di crollo interno si fa sempre  più tenue. Si può però anche sperare dagli Americani ( e temere da Kim )  che un certo grado di benessere con l’apertura all ‘estero  diventi poi incompatibile con un regime cosi assurdo tenuto su solo dal terrore e da una propaganda  martellante, onnipotente, capillare che fa credere a ogni nord coreano di essere vittima di un complotto di tutto il  mondo contro l’unico vero  depositario della liberazione del proletariato, del futuro del  mondo e sciocchezze del genere: insomma, come  di dice, che il re è nudo 

 La questione  quindi è oltremodo complessa, di imprevedibile evoluzione. Kim deve pure poter dire ai suoi concittadini di avere avuto un successo , come sempre d’altronde, nell’incontro con Trump e infatti tutta la stampa  coreana strettamente controllata dal regime presenta il fallimento come  una grande vittoria di Kim  Ugualmente  Trump, sul fronte interno attaccato da tutte le parti, deve dimostrare che la sua politica con Kim darà comunque  buoni frutti Per questo ambedue affermano che  i negoziati non sono rotti ma continueranno non si capisce come e quando: comunque effettivamente ciò potrà e direi dovrà accadere prima o dopo.
 Molti hanno criticato Trump per questo incontro personale che è fuori dai canoni della diplomazia tradizionale In genere si fanno prima lunghi e complessi negoziati da parte di esperti  per chiarire bene i termini e  dopo si incontrano i vertici per sanzionare quanto effettivamente si è già concordato Tuttavia  va pure notato che un tal genere di negoziati può durare anni e anni e non portare a nulla. Si ricordi proprio che con Hanoi si ebbero  incontri in Svizzera  che  durarono anni senza portare a nessun risultato . Almeno in questo modo si è posto il problema. si sono  chiariti i termini della questione senza impantanarsi  in questioni di dettaglio del tutto inconcludenti se manca poi la intesa sulle questioni di fondo  

 

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