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02.01.2009
Cina: verso uno
sviluppo “sostenibile“
di
Giovanni De Sio Cesari
Wu Jinglian, uno dei più autorevoli economisti
cinesi, membro del “Centro di ricerche per lo sviluppo economico”
del governo cinese, sostiene, in un suo articolo, che è tempo di
modificare il modello di sviluppo economico cinese che è in
difficoltà per la crisi economica mondiale. ”In tempi lunghi il
compito fondamentale per la Cina è cambiare il suo modello di
sviluppo perché esso è la radice delle difficoltà sia nel mercato
interno che in quello internazionale.
Senza una profonda
trasformazione, la Cina non potrebbe risolvere i problemi dovuti
all’eccessivo consumo delle materie prime e all’inquinamento
ambientale, ai troppi investimenti e agli scarsi consumi interni. Il
governo spera di raggiungere uno sviluppo più sostenibile e duraturo
con un migliore impiego delle forze di lavoro e con
l’innovazione tecnica: occorre anche aiutare la domanda interna“.
La Cina si trova dunque di fronte a un bivio: negli ultimi
15 anni ha fatto progressi enormi offrendo prodotti a basso costo
che hanno invaso tutti i mercati e che, secondo gli economisti, sono
almeno una delle cause dell’attuale crisi mondiale, forse la più
importante.
Non si è tenuto conto inoltre dell’inquinamento
con il risultato che nelle arie industriali, e segnatamente nella
capitale, l’aria è ormai irrespirabile tanto che si è dovuto
ricorrere a misure eccezionali come la chiusura degli stabilimenti
industriali, per poter tenere le Olimpiadi.
Occorre allora
rivedere tutto il modello: certamente questo comporterà un
ridimensionamento del tasso di crescita dell’economia cinese ma pare
inevitabile, anche perché, ormai anche l’Occidente è sul punto di
varare una maggiore regolamentazione della globalizzazione che,
senza regole, come sostanzialmente è stata fino ad ora, non è più
sostenibile. Senza sostenere la domanda interna la Cina entrerebbe
quindi in una pericolosa recessione strutturale.
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Note
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Nella foto di Giovanni De Sio Cesari: lavoro incessante
ai telai in Suzhou
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