Lo stato dei negoziati fra Israeliani e Palestinesi

mercoledì, ottobre 13, 2010
di Giovanni De Sio Cesari

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I colloqui di pace tra Palestinesi e Israeliani sembrano  di nuovo naufragare  in un mare di parole
Rilanciati nel mese di settembre, i colloqui hanno testato una premessa fondamentale dello sforzo diplomatico americano in Medio Oriente: avvicinare le due parti a sedersi e trovare faticosamente un accordo di pace globale che avrebbe spianato la strada alla creazione di uno stato palestinese.
Dopo tre round di colloqui diretti a Washington,a Sharm el Sheikh e a Gerusalemme, i negoziati si sono arenati quando Netanyahu, primo ministro di Israele, ha rifiutato di prolungare  una moratoria sulla costruzione di insediamenti in Cisgiordania.
I palestinesi e gli israeliani non hanno avuto la possibilità di affrontare le questioni fondamentali: frontiere del futuro stato, la sicurezza, i rifugiati, Gerusalemme e gli insediamenti.
I funzionari Usa temono che l’impasse in corso complicherà ulteriormente la loro missione e le speranze di un accordo paiono quasi inesistenti.
Ora gli occhi sono rivolti a un gruppo  di leader arabi nella città costiera libica di Sirte. L’esito della riunione probabilmente darà indicazioni chiare sul fatto che i palestinesi torneranno al tavolo delle trattative o meno.
Mahmoud Abbas, il presidente palestinese, è atteso a breve per  chiedere appoggio nella dichiarazione finale del vertice.
Se il vertice approva la decisione dei Palestinesi a non continuare i colloqui con gli israeliani, Abu Mazen avrà più influenza in futuri incontri con i funzionari degli Stati Uniti: può tranquillamente dire loro che non può tradire una decisione arabo.
L’opinione pubblica nel mondo arabo, è contro la ripresa dei colloqui con un governo che permette gli insediamenti e i leader arabi riuniti a Sirte sicuramente dovranno tenerne  conto
Dalla sua istituzione nel 1945, la Lega Araba è stata incapace di gettare le basi per una strategia comune  politica ed economica.
I rapporti tra alcuni Stati membri sono tesi, mentre i paesi chiave come l’Egitto, l’Arabia Saudita e Siria si contendono la  guida del mondo arabo.

Tutto ciò senza tener conto che HAMAS che rappresenta pure almeno la metà  del mondo palestinese non è presente ai colloqui in cui quindi vi è una mancanza di rappresentatività dei Palestinesi.

La pace sembra sempre  più lontana

( Articolo precedente: http://www.italianotizie.it/?p=15089 )

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Manifesto propagandistico di HAMAS contro i negoziati

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