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In collaborazione con IRRSAE Campania e

Facoltà di filosofia,Università "Federico II" di Napoli

 

Giovanni De Sio Cesari

Filosofia e storia della filosofia 

Nel momento in cui ci poniamo il problema dei saperi minimi onde poter poi tentare di proporre strumenti di valutazione  dobbiamo pure chiederci preliminarmente che cosa vogliamo intendere per “filosofia”

La nostra tradizione scolastica identifica l’insegnamento della filosofia con l’insegnamento della storia della filosofia in coerenza con una visione fondamentalmente  storicista  a carattere prima idealistico e poi marxista.

La  domanda  essenziale che noi poniamo ai nostri alunni è questa: il pensiero dell’autore che stiamo studiando come  si colloca  nel contesto culturale e/o economico-politico del suo tempo?

 Ma  possiamo invece porre un'altra domanda: il problema (non l’autore) che stiamo esaminando puo avere tutte queste soluzioni (prospettate dagli autori) e altre ancora: quale ci sembra, non dico certamente quella vera, ma almeno quella più accettabile,almeno per noi più accettabile?

Non voglio qui discutere la infinita questione fra Analitici e Continentali, come comunemente si dice.fra la filosofia intesa come problemi e la filosofia intesa come storia :non sarebbe questa la sede: potrei notare solo che in fondo non si tratta di una disputa ma semplicemente di due modi di intendere la filosofia, anzi direi meglio, di due “cose” diverse che vengono indicate ambedue con lo stesso termine: ”filosofia”.

Certo tutti avrete capito che io prediligo certamente gli Analitici e la filosofia problematica: ciò però non significa affatto che la consideri superiore a quella intesa come storia: facendo un esempio banale è altrettanto interessante indagare i legami fra il giudizio sintetico a priori Kantiano e le  filosofie precedenti,seguenti e contemporanee e porre il contesto economico - politico della Germania del 700 che porci il problema  se realmente esistono giudizi sintetici a priori.

La scelta fra i due approcci(fra le due “filosofie”)  è una scelta personale.

Noi pero come insegnanti, anzi educatori ci dobbiamo porre in una prospettiva educativa: il nostro compito non è insegnare la di per se la “filosofia” ma contribuire alla maturazione dei giovani attraverso la “ filosofia”:

Non dobbiamo insegnare la filosofia ma attraverso la filosofia :questo mi pare un punto fermo

 Il problema è allora secondo me ,quale approccio alla filosofia è più adatto alla formazione dei giovani?

Questa è il problema che vorrei porre all’attenzione dei colleghi

Farei qualche osservazione preliminare personale

1)    I problemi filosofici sono interessanti e fondamentali per tutti: l’inquadramento storico presuppone una conoscenza e una cultura che pochi hanno: tutti sono interessati a problemi quali l’esistenza di Dio e come si possa distinguere il bene dal male ma solo pochi sono in grado di comprendere e quindi di interessarsi a inquadramenti in contesti socio culturali ed economici ormai lontani

2)    L’approccio storico proprio perchè storico finisce con il mettere in ombra proprio la cultura filosofica del nostro tempo: come giustamente nota il collega   Adriano D’Atri    noi finiamo con il fermarci a 50 anni o più facilmente a 100,anni fa: non è solo la mancanza di tempo: è proprio perché cio che è attuale, ancora in fieri, non ancora definito, non è storicamente determinato : giustamente Hegel diceva che la filosofia (identificata con la storia) come la nottola vola al crepuscolo. I nostri alunni sanno tutto delle guerre di indipendenza ma niente della guerra del Viet-nam : provare per credere. E cosi credono che la scienza contemporanea sia sempre quella di Galilei e ignorano completamente Einstein, l’indeterminismo, il falsificazionismo e quant’altro avvenuto nell’ultimo secolo

3)     Si dice che la concezioni contemporanee  vengono comprese nel loro divenire storico e questo è senz’altro vero : in pratica pero la scuola si ferma alla storia e il contemporaneo è rimandato a un ipotetico futuro che per la stragrande maggioranza non verrà mai .Per i nostri alunni nati negli anni 80 Pirandello è autore moderno: ma rendiamoci conto che esso è un contemporaneo dei loro trisavoli: si puo definire contemporaneo il nonno di nostro nonno?   Quando leggeranno i contemporanei dei loro padri o magari dei loro nonni ? Cassola e Pasolini appartengono alla generazione dei loro nonni ma non li ho masi visti inclusi in programmi di maturità:la scuola li ritiene troppo moderni per presentali? 

 

4)    Con questo non intendo dire che non bisogna fare storia della filosofia: credo solo che debba essere rovesciato il processo: noi partiamo dal passato per meglio comprendere il presente con il risultato che al presente non arriviamo mai :dobbiamo partire invece dal presente e per meglio comprenderlo trattare il passato. Insomma trattiamo della concezione scientifica contemporanea: per meglio comprenderla parliamo poi del Positivismo, di Kant, di Aristotele..Il punto di partenza deve essere quello attuale: la storia il suo approfondimento

 

5)    La filosofia è confinata nei licei : la maggior parte degli alunni non ne ha alcuna notizia:mi sembra una grossa carenza  perché non si può non filosofare. tutti gli uomini in quanto uomini sono filosofi  Ma difficilmente la tradizionale impostazione storicista  puo essere estesa in un ambito più vasto.