Pubblicato su www.cattolici.net   sabato 15/5/04      HOME

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AMORE E MATRIMONIO
di:
Giovanni De Sio


Un tempo,il matrimonio era concepito essenzialmente come un fatto di convenienza. Venivano valutati innanzi tutto gli aspetti patrimoniali e sociali ( la dote, la convenienza sociale) e quindi in secondo luogo la moralità degli aspiranti sposi e, non raramente, il primo aspetto prevaleva sul secondo. I sentimenti personali, l’ ”amore” dei due giovani non veniva preso in nessuna considerazioni e ci si limitava a sperare che esso sorgesse “in seguito “.
Dal Romanticismo ottocentesco in poi invece, si è fatta strada e affermata una nuova concezione del matrimonio in cui l’amore dei coniugi prende un posto essenziale. Se prima l’amore coniugale veniva visto come un effetto del matrimonio, ora invece si pretende che esso ne sia la causa,l’unica causa o almeno la prevalente.
Questo fatto ha dato al matrimonio un valore e un significato che prima non aveva. L’amore ne è il fondamento: esso garantisce non solo la felicità dei coniugi ma anche un ambiente caldo e affettuoso, il migliore per accogliere i figli che nasceranno . E effettivamente non solo i rapporti fra i coniugi ma anche quelli fra genitori e figli hanno assunto un carattere di affettuosità, comprensione, confidenza prima sconosciuti . Si pensi che prima ciascuno dei coniugi viveva la propria vita per conto proprio e i figli generalmente. dopo la prima infanzia venivano allocati presso collegi o botteghe da cui tornavano a casa solo nelle vacanze.
Tuttavia non bisogna tacere gli aspetti negativi
Prima di tutto non ci si accontenta più di un coniuge che adempia ai propri compiti in modo affettuoso e sollecito:ci si aspetta la “felicità”, qualcosa di impalpabile, di indefinito, qualcosa che solo raramente si ritiene di aver raggiunto da cui il senso di frustrazione tanto comune nelle famiglie moderne. Si può non avere niente da rimproverare propriamente al coniuge ma comunque ci si sente insoddisfatto, non si trova quella “felicità” che si sognava e si aspettava Soprattutto però si tende a perdere di vista la funzione fondamentale del matrimonio che è quello della procreazione e soprattutto della educazione dei figli. Sembra quasi che i figli divengano un effetto “collaterale”. Nel matrimonio ciascuno dei coniugi cerca la propria felicità personale e se ritiene di non averla conseguita non trova più motivo di continuare da cui divorzio e, soluzione ancora più radicale, la semplice “convivenza” Sembra quasi che ci si dimentica del diritto fondamentale dei i nuovi nati di aver intorno a se un ambiente stabile materialmente e affettivamente. Soprattutto, credo, ci si dimentica che la felicità che tutti giustamente cerchiamo non è da identificarsi con la soddisfazione dei propri piaceri personali ma essenzialmente nella coscienza di aver adempiuto ai propri doveri. E quale dovere poi è più bello e gratificante che vedere crescere i propri figli…