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Problemi e società

“SONO UN DEFICIENTE”

Giovanni De Sio

Lunedì 16 luglio 2007 ------------------Ci risiamo: ancora una volta con la scuola al centro delle polemiche. E accaduto che un ragazzo ha assunto un atteggiamento da bullo, ha offeso e insultato un compagno impedendogli l’accesso ai bagni maschili accusandolo di essere un gay.: purtroppo scene del genere sono comuni nella scuola e non fanno notizia Una professoressa, avendo avuto notizia della cosa non ha fatto finta di non sapere, di non aver visto come spesso gli insegnanti fanno o meglio sono costretti a fare, è intervenuta e come ammenda e come motivo di riflessione ha ingiunto al bullo prepotente e insensibile di ricopiare un certo numero di volte sul suo quaderno “sono un deficiente “. Forse non sarà stata una grande idea , certamente, sembra ripresa dai Simpson o da qualche vecchia barzelletta: d’altra parte non è che poi gli insegnanti hanno molto mezzi a disposizione da quando nella scuola l’imperante permissivismo ormai ha mandato in soffitta l’adozione di ogni provvedimento disciplinare. Fino a qui nulla di eccezionale. Ma a questo punto però la famiglia denunzia la insegnante alla magistratura sostenendo che essa ha ecceduto nei mezzi di correzione a ha provocato un danno grave all’alunno stesso che sarebbe stato scioccato dalla punizione. E qui nasce il caso: la famiglia invece di collaborare con la scuola e di far sentire anche il suo biasimo per l’azione del ragazzo va a denunciare l’insegnate: in questo modo gli ha dato l’idea che egli può fare e dire tutto quello che vuole tanto nessuno gli può fare niente e che se qualcuna si azzarda a dargli una ridicola punizione alla Burt Simpson finisce addirittura davanti alla magistratura come una delinquente: Altro che collaborazione scuola famiglia: qui mi pare che siamo alla pura follia antieducativa. Bisogna riconoscere che non è un caso eccezionale e che troppo spesso le famiglie, invece di preoccuparsi dell’educazione dei propri figli, si pongono a difesa dei figli in modo acritico e pregiudiziale che certamente non è un atteggiamento costruttivo Uno psicologo poi ha certificato che l’ alunno avrebbe avuto un danno a livello psicologico e per l’insegnante è stata chiesta una condanna a due mesi. nientedimeno. Fortunatamente per lei un giudice di buon senso ha riportato la questione al buonsenso: e l’insegnate è stata assolta: Tuttavia resta lo sconcerto per le ripetizione di episodi del genere. Gli insegnanti sono sotto minaccia alla denunzia facile delle famiglie: in questi casi essi devono provvedere a proprie spese alla propria difesa legale e poichè nessuna sentenza è gia scritta corre il rischio di subire anche una condanna con tutte le conseguenze annesse. Come allora meravigliarsi se l’insegnante in certe situazioni preferisce girarsi dall’altra parte ? ..--------------------

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