Pubblicato su www.cattolici.net        lunedi 1/5/06             HOME

Problemi e società

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Casa nostra

 

di Giovanni De Sio Cesari

 

Spesso si sente dire  in riferimento agli immigrati che l’Italia è “casa nostra” la qual cosa è verissima

Tuttavia si impone una certa riflessione su questo concetto. Innanzitutto quando diciamo “noi” ci riferiamo agli italiani: certo, ma chi sono gli italiani: non possono essere considerati una razza, un popolo geneticamente determinati:  Infatti parlare di razza non ha senso e ci ricorda troppo il nazismo e non vale nemmeno la pena di approfondire.   

 Non possiamo nemmeno fare riferimento a coloro che hanno come lingua materna l’Italiano:  dobbiamo considerare italiani anche le minoranze alloglotte tedesche slave,greche albanesi e quante altre; tutti chiaramente e incontestabilmente italiani.

Chiaramente italiani sono tutti quelli che hanno la cittadinanza italiana: non importa a quale razza o lingua o religione appartengano: questo significa quindi che anche gli immigrati o i loro figli e discendenti che hanno acquisito la nostra cittadinanza sono italiani ne più ne meno degli altri che hanno anche gli avi più lontani italiani

 Certo possiamo pensare che gli immigrati in maggioranza non sono cittadini italiani: questo è vero : tuttavia in massima parte non si tratta di ospiti passeggeri ma di persone che sono ben intenzionate a restarci per sempre e ad ottenere la cittadinanza. che  secondo le nostre leggi si ottiene dopo dieci anni di permanenza legale. Non possiamo pensare agli immigrati come a gente  che si può cacciare via a nostro piacere ma ormai considerare che stanno per entrare a far parte del nostro popolo persone provenienti da culture molto diverse. L’Italia è “casa comune “ è “ casa nostra” dove quel “nostra” includa anche la folla di immigrati che ottiene la cittadinanza

Questo fatto però va valutato attentamente: bisogna accertarsi che la cittadinanza non venga data a  persone che in qualche  modo accettino la nostra cultura e i nostri principi. Sarebbe quindi opportuno che la cittadinanza non fosse data  per un puro meccanismo giuridico e che si valutasse  caso per caso la sussistenza di requisiti minimi per ottenerla

 Tutti dovrebbero conoscere non solo  la nostra lingua ma anche i rudimenti della  nostra cultura . Soprattutto dovrebbe essere chiaro che senza la accettazione di alcuni principi fondamentali , per semplicità diciamo della nostra costituzione  non si può avere la cittadinanza: predicatori di odi religiosi e razziali, fondamentalisti islamici o di qualunque ideologia , famiglie che non rinunciano alle pratiche delle mutilazioni femminili o alla poligamia non dovrebbero ottenere la cittadinanza.

Sarebbe in particolare importante che tutti accettassero la libertà religiosa: la possibilità cioè che i propri familiari   possano  abbracciare senza problemi la fede religione cattolica. o altra ancora. Non si dovrebbe permettere la pratica fino ad ora adottata dagli islamici secondo la quale non è possibile per un islamico convertirsi ad altra religione: la legge è contenuta nella shari’ah e comporta la pena di morte come il caso afgano ha posto all’attenzione  del mondo. Ma qui siamo a “ casa nostra “ in Italia e la shari’ah non ha validità e ognuno può abbracciare la fede  religiosa che desidera.

 Non si vede cioè perchè i cattolici non dovrebbero fare proseliti presso i  mussulmani mentre  i mussulmani possono farlo presso  i cattolici:

 le leggi di casa nostra mettono tutti sullo stesso piano.

Noi siamo poi convinti che se si spezzasse l’opera di intimidazione  verso i coloro che abbandonano l’islam  il numero delle conversioni al cristianesimo diverrebbe rapidamente molto alto

 

 

 

 

 

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