Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi  17/10/05               HOME

Problemi e società

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CRISTIANESIMO E CONTESTAZIONE

 di: Giovanni De Sio Cesari

 

 

Alla meta degli anni  Settanta  insegnavo filosofia in un liceo

 Un giorno uno degli alunni che passava (ed era ) quello che si definisce in gergo studentesco un “genialoide” che capeggiava la contestazione del 77  a un certo punto di una discussione staccò il crocefisso dalla parete e disse: tanti chi ci crede più? ” Io gli feci presente che dopo cento anni la contestazione studentesca  sarebbe stata conosciuta   solo da specialisti  della storia e al più i libri di testo vi avrebbero dedicato un rigo ma il Cristianesimo sarebbe stato ancora un elemento fondamentale e fondante della civiltà umana. In realtà  appena un anno dopo la contestazione comincio a declinare e 10 anni dopo sarebbe stato molto difficile capire quel clima e quell’atmosfera  che pur per molti anni avevano dominato nella gioventù studentesca. Spesso ho ripensato a quel lontano episodio vedendo le enormi folle richiamate da papa Wojtyla e anche da Benedetto XVI e mi chiedo cosa penserà ora del cristianesimo quel giovane che ora si avvicina alla cinquantina. Avrà poi compreso che  il cristianesimo  e la religione in generale è qualcosa di profondamente radicato  nell’anima umano e non una invenzione di questo o quel regime politico come ingenuamente pensavano i contestatori  di allora

 Il fatto è che molto spesso noi viviamo in un piccolo mondo conosciamo sempre solo  persone  che appartengono allo stesso ambiente e crediamo pertanto che tutto il mondo sia quello : i giovani fanno spesso questo errore perchè hanno poco esperienza, frequentando un certo ambiente “underground”, della “cantine” , come si usa dire e  finiscono con il credere che  tutto il mondo, tutta la realtà sia racchiusa “ nelle cantine” o in quell’angolo di piazza dove ogni sera  si riuniscono.

 La realtà invece del mondo e vasta e complessa: non dobbiamo fare  l’errore di assolutizzare  il nostro ambiente e nemmeno la nostra epoca: esistono sempre altri luoghi nel tempo e nello spazio  e proprio conoscendo essi noi possiamo giudicare e comprendere anche il nostro.

I giovani del 68, come molti altri di tutti i tempi fecero invece l’errore di considerare un piccolo spicchio di mondo come il prototipo del mondo intero: avendo essi escluso Dio da qual piccolo spicchio di mondo  conclusero che Dio non aveva più spazio nel mondo

 

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