Pubblicato in "Osservatorio internazionale   febbraio  2010, n 63 ,anno VIII          HOME

 

 

L’oleodotto afgano

 

Giovanni De sio Cesari

 

Quando in seguito all’11 settembre gli Americani invasero l’Afganistan. ci furono dei  "complottisti" che affermarono che l’invasione non era  dovuta al fatto che in Afganstan vi era al Qaeda, la responsabile, almeno ideologica, dell’attacco alle Twin Towers, fatto che era sotto gli occhi di tutti, chiaro ed evidente,del quale non si vedeva come si potesse dubitare: no, era una ingenuità, una finta: il vero motivo essi invece lo conoscevano ed era la costruzione di un oleodotto che dall’Asia centrale avrebbe portato il petrolio fino ai porti dell’Oceano Indiano pronto per essere imbarcato per l’Occidente.

Quindi al Qaeda era solo un pretesto colto la volo, uno specchietto per gli sprovveduti: quelli che capivano ogni cosa sapevano bene che il vero motivo era l’oleodotto ,

Prescindiamo dall’evidente  incongruenza di considerare causa non quello che tutto vedono ma ciò che nessuno vede: è una difficoltà logica di tutti i complottisti.  ma  questo fatto dell'oleodotto  mi sembra proprio una fantasia  contraria a ogni buon senso

 Già costruire un oleodotto in un paese perennemente instabile, in continua guerra con se  stesso, sarebbe una follia  e che poi per farlo  gli americani avrebbero addirittura scatenato una guerra (forse anche un auto-attentato)  con immensi costi  politici finanziari e  umani e' fuori di ogni logica

 

Guardiamo l'atlante;   il petrolio del centro Asia può passare attraverso la Russia, o la Cina o l'Afganistan e Pakistan
I primi due sono paesi affidabili ,stabili e solidali con l'Occidente perche la crisi di questo sarebbe la loro, come si è visto chiaramente nella crisi finanziaria : se Wall Streett ha il raffreddore Mosca e Shangai hanno la febbre.
 Invece Afganistan e Pakistan sono in preda a una eterna guerra civile,  con tanti muezzin poco interessati al  bussines  terreno e molto alla felicità ultraterrena: poco affidabili perche non si sa mai cosa possano fare .
Gia ci sono tante riserve in  mano al mondo islamico: perche metterci anche quella della Siberia?
Non si nega che tecnicamente si possa costruire un oleodotto che attraversi Afganistan e Pakistan e che possa esservi anche qualche progetto: ma mi pare soluzione poco praticabile e infatti nessuno pensa a praticarla
Al limite sarebbe  sempre più conveniente economicamente dare qualche soldo ai kan afgani che controllarli militarmente: come è noto, i kan si vendono facilmente ma nessuno è mai riuscito a controllarli, nè  il governo centrale nè potenze  straniere .
Certo anche  Russi e Cinesi debbono far passare gli oleodotti  in zone instabili politicamente, pur esse  abitate da mussulmani: ma per l’Occidente sarebbe affar loro: e poi una cosa è controllare  minuscole etnie come quelle del Caucaso o del Sinkiang   un'altra è controllare  gli immense territori  dell ‘Afganistan  e il Pakistan che ha centinaia di milioni di abitanti e armi nucleari, senza contare gli immensi
problemi  di una area sempre in fermento


Ma anche  l’ impostazione generale del problema è errata: sembra quasi che il petrolio dobbiamo conquistarcelo con le armi come i nomadi facevano con i raccolti dei contadini agli albori della storia
 Ma NON è vero: il petrolio si compra al mercato, come le arance e le banane. E si paga a prezzo di mercato: infatti  il prezzo era aumentato per la richiesta di Cina e India, e per la speculazione ( avviene per ogni merce), è crollato improvvisamente per la crisi finanziaria per poi risalire con la attenuazione della crisi stessa: non ci sono state né invasioni, né guerre, nè paci per questi cambiamenti
Trovano la loro convenienza consumatori e produttori: anzi questi ultimi, in orizzonte più ampio, hanno maggiore interesse al basso costo altrimenti entrerebbero in campo altre fonti.
Quindi non occorre controllare o conquistare o rapinare perche è interesse di chi vende a farlo: sarebbe comunque immensamente più  costoso che comprarlo: sarebbe come pensare che un ricco signore invece di comprare le arance dal fruttivendole, lo rapini a mano armata.
Il problema, però, riguarda il libero fluire del prodotto come per ogni altra
merce: il fatto che si trovi in  buona parte in paesi instabili può creare
grosse preoccupazione

 Ammettiamo che il Medio Oriente cada tutto nelle mani di un bin Laden: questi potrebbe decidere di non vendere più petrolio per  combattere il "grande satana" della modernità.  Farebbe danno soprattutto al Medio 0riente naturalmente: ma egli potrebbe avere altre priorità e considerare che il fatto che le donne portino il velo sia più importante delle entrate petrolifere.
Un fatto del genere avvenne nel 1973 in conseguenza della guerra del Kippur provocando  una crisi mondiale  e la famosa auterity: allora gli americani minacciarono addirittura di invadere l'Arabia Saudita ma poi si giunse a un accordo
Si  noti un'altra cosa: se il petrolio aumentasse di prezzo i paesi più
ricchi ne avrebbero un danno , ma un danno ancora maggiore i paesi in via di sviluppo e una tragedia per i più poveri: ma poi il danno maggiore andrebbe ai produttori stessi se il prezzo troppo alto portasse alla convenienza di altre forme di energie
Che il prezzo del petrolio sia contenuto non conviene solo ai paesi sviluppati. conviene a tutti e soprattutto ai  paesi  produttori.