Pubblicato  in APPUNTI ,   giugno  2011        HOME

 

 

L’URLO DELLA BATTAGLIA

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

  Le motivazioni  economiche, politiche ideologiche che gli storici rintracciano (o credono di rintracciare)  per ogni singola guerra vanno  distinte dalle motivazioni che spingono il singolo combattente ad uccidere ed essere ucciso: non pare  che le due motivazioni in genere coincidano,  perche i combattenti in genere hanno scarsa consapevolezza e/o poco interesse  ai motivi della guerra

E ' vero che si  combatte per la patria, per il re, per la liberta, per la rivoluzione,  per questo o per quello: ma in realtà perche combatte il soldato , ogni singolo soldato che spesso ha idee molte vaghe sull'oggetto della guerra?

Che poteva interessare a un fante. contadino calabrese, nella Prima Guerra Mondiale  se una città chiamata Trieste che lui non aveva mai conosciuto e che non sapeva nemmeno dove si trovasse, che quella città appartenesse all'Italia o all'Austria? 

Perche a Waterloo la Vecchia Guardia  napoleonica preferì la morte  a  una pur onorevole resa? Tanto importante  era per  quegli uomini se sul trono di Francia sedesse Napoleone o Luigi XVIII  ?

 E poi le pagine epiche scritte  dai guerrieri professionisti del tutto indifferenti alle ragioni delle guerre che combattono,  la Legione Straniere o gli svizzeri dei secoli scorsi. Quando la folla parigina invase la reggia i soldati svizzeri caddero tutti coraggiosamente sul posto:  lo fecero perchè sostenevano il re di Francia? certamente no, a parte tutto, non erano  nemmeno francesi. Lo fecero per la paga? A che serve una paga se si è morti e poi  non avrebbero perso  nulla. Per ironia della  sorte la famiglia reale aveva gia  tagliato la corda senza avvertire i poveri soldati !

 

E’ difficile credere  che il vero motivo per cui i soldati combattono sia quello indicato ufficialmente. Pare invece una specie di istinto che si ridesta. Gia da piccoli tutti i bambini giocano alla guerra:un tempo  agli indiani,ora alle guerre spaziale e alle ricostruzioni nei videogiochi.

Nelle battaglie  reali è come se scattasse negli uomini una specie di istinto, una froenesis,  diciamo,  atavica, primordiale. Ed ecco che sterminate masse di uomini sono pronti  ad uccidere e farsi uccidere ma non per un motivo specifico del quale  in genere hanno vaga coscienza , ma perche riemerge  un richiamo  istintivo  e trombe e tamburi e divise lo ridestano: la tragica realtà della guerra diventa la "belle guerre",  idolo sanguinoso  a cui sacrificare la propria vita.

 Puo sembrare strano. ma pare che  gli uomini ( non le donne) hanno l'istinto della guerra: senza di esso pochi sarebbero disposti a morire per una  causa pur sentita giusta: qualcosa di simile a quello che spinge gli alpinisti a rischiare la vita per inutili scalate, o quelli che praticano assurdi sport estremi: c'è addirittura chi fa la roulette russa.

Poi le donne, un capitolo a parte.

La  donna-madre farebbe qualsiasi cosa ( proprio qualsiasi cosa) per salvare  i propri figli e non accetta  che possano morire non importa  per chi o per che  cosa .anzi non fa nemmeno distinzione fra amici e nemici : nessun uomo- figlio  dovrebbe morire  in guerra .

Ma come si comportano le donne- ragazze: non sentono esse il fascino dell'' "eroe bello di gloria e di sventura""? In tutti i romanzi di amore non sognano il prode cavaliere, il baldo  moschettiere, il ranger vittorioso?  Chi si  innamora dell'uomo che fugge salvandosi la vita ? Forse anche nelle donne c'è un istinto a preferire per padre dei propri figli un  guerriero,  coraggioso e vittorioso, non importa se un po mascalzone? forse l'amore spetta al vincitore e non al vinto ?  

 Racconta Alce Nero che prima della  battaglia i Sioux si gridavano l'un l'altro   "oggi è un buon giorno per morire" e che una giovane ragazza , salita su un rialzo, mostrava ai  guerrieri le sue bellezze e gridava loro " volete che i nemici mi prendano stasera prigioniera? "

 Ecco, scatta l'urlo  della battaglia: e gridando  i giovani uomini corrono a uccidere ed ad essere uccisi.

 Forse è sempre  cosi, anche ora?