Pubblicato   da www.americacallsitaly.org  e  www.cronologia.it gennaio   2006. HOME  

 

 

 

 

IL "NEGAZIONISMO  " DELLA SHOAH

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

Struttura: Problema storico- i fatti - Le interpretazioni 

 

IL PROBLEMA STORICO

Il convegno voluto da Ahmadinejad sulla Shoah  ha dato  attualità e  rilanciato in  qualche modo il problema del negazionismo della Shoah anche  in Occidente:in effetti un numero considerevole di pubblicazioni stampate  o che girano sul web rilanciano tesi che in vario modo intendono negare o almeno ridimensionare fortemente il genocidio degli ebrei ad opera dei nazisti e che comunemente viene indicato  attualmente con il nome di Shoah. (varianti:  Schoah,  Schoa ,Shoa. sho'ah: in ebraico: calamità imprevista ) 

Non ci pare però che si faccia un servizio alla storia o alla verità o neanche alla democrazia e e alla memoria stessa delle vittime limitarsi a demonizzare quelle tesi, a mostrarne la matrice culturale razzista o antisemita: una tesi storica  va giudicata unicamente con le categoria del falso o del vero: non importa il credo politico, religioso, culturale  e nemmeno quello etico di chi la sostiene

 Ancora peggio ci pare invocare il rigore delle leggi: non esiste e non deve  esistere una verità  sanzionata dalle leggi o dalla magistratura : come è noto in diritto, si parla  sempre di  "verità processuale" e non di "verita": se un imputato viene assolto o condannato questo non significa che in assoluto egli abbia o meno  compiuto il delitto di cui è imputato ma solo e semplicemente che nell’ambito  processuale ( e solo nell’ambito processuale) è emerso tale fatto. Non bisogna cadere nella semplicistica  idea che la magistratura possa dare una verità ultima e definitiva sui fatti della storia: c’è qualcuno che addirittura vuole investire la magistratura anche del compito  di decidere  della verità dei fondamenti  della religione cristiana pronunciandosi sulla effettiva realtà  della vita del Cristo: ognuno vede come sia ridicola una pretesa del genere .

D’altra parte le leggi possono, e a giusta ragione, vietare manifestazioni di razzismo, fa parte delle regole della democrazia: ma il negazionista non fa l’apologia  della Shoah ma, al contrario, nega che essa sia mai avvenuta.

 L’unica strada veramente  percorribile ci pare quella di esaminare criticamente quelle tesi: il negazionismo si è spesso giovato che le sue tesi non sono state prese seriamente in esame e sono state semplicemente condannante come false e pericolose: in tal modo agli argomenti dei negazionisti non sempre si sono contrapposte altrettanto argomentazioni  anti-negazioniste ingenerando l’idea che in realtà esse non ci fossero e che semplicemente ci si nascondeva dietro una realtà legale, fatta valere con l’autorità e non criticamente investigata.

 

Il negazionismo come ogni nuova teoria storica ( revisione) può percorrere due strade: i fatti e l’inquadramento dei fatti. Nel primo caso si afferma che vi sono fatti ( o negazione di fatti) prima non conosciuti, nel secondo caso  i fatti gia conosciuti non sono messi in dubbio ma  sono inquadrati, spiegati,  interpretati  in modo diverso

Per fare un esempio: posso enunciare una revisione storica della battaglia di  Poitiers del 732 mostrando che la battaglia ha avuto un andamento diverso o magari non è nemmeno avvenuta  mostrando documenti  nuovi o  dimostrando la falsità di quelli conosciuti: oppure, senza dubitare dei fatti comunemente accettati come veri,  ritenere che quello scontro non abbia avuto  il ruolo generalmente attribuito ad esso di aver salvato l’Europa  dall’avanzata mussulmana ma che si trattò semplicemente  di respingere  dei  predoni e quindi di un avvenimento marginale della storia.

 Analogamente nel negazionismo della Shoah  abbiamo due  direttrici che sia pure quasi sempre connesse sono  ben distinte: da una parte si negano (o di ridimensionano sostanzialmente)  gli avvenimenti  affermando la sostanziale falsità delle fonti e dall’altra, pur non negando lo sterminio degli ebrei, tuttavia lo si inquadra in un contesto di stragi, di guerre terribili in cui l’episodio degli ebrei perde la sua specificità e eccezionalità.  

Vediamo distintamente i due  momenti

 

 

I FATTI

Negare i fatti storici in realtà è molto più semplice di quanto si possa immaginare:  noi definiamo fatti storici ciò di cui la comunità degli studiosi  non sembra dubitare: ma se qualche studioso (o sedicente tale) li mette in dubbio allora ecco che questi fatti debbono essere nuovamente vagliati. E’ ciò che avviene anche nella vita comune: noi definiamo "fatti" ciò di cui nessuno dubita: quindi se una persona entra in aula universitaria e tiene una lezione  nessuno dubita che sia un professore, nessuno gli chiederebbe i documenti personali o la nomina ma se qualcuno dubita che sia un impostore non sarà poi tanto facile per il malcapitato dimostrare di essere  realmente il professore: di ogni cosa si può dubitare anche che i documenti siano falsi , che vi sia stata una sostituzione di persona, che si tratti di un sosia, di un complotto per chi sa quale oscuro motivo e cosi via.

Nel caso della Shoah come di altri avvenimenti storici la discussione si frantuma in una serie pressocchè infinita di accertamenti storici,  di autenticità di  documenti, anche di prove scientifiche sui  quali il comune lettore non è in grado di giudicare .

 

 Vi sono degli esperti (o sedicenti tali) che sostengono  le proprie tesi: ad esempio  si rileva che le camere a gas  ora mostrate ai visitatori sono delle ricostruzioni, che il gas usato non sarebbe stato idoneo a uccidere un si gran numero di persone ,che i primi documentari sui lager in realtà erano delle  ricostruzioni ( in una ci fu l’intervento   perfino di Hitchcock ). Inoltre si sottolineano le incongruenze,  le contraddizioni  di molti racconti di testimoni.

 

Non è possibile in questa sede investigare le complesse e lunghe argomentazioni pro e contro: intendiamoci  invece limitarci a cogliere un punto  essenziale del problema  storico : non vi è dubbio che molti milioni di ebrei sparirono dall’Europa : si è fatta la stima di sei milioni. Potrebbe essere che essa fosse alquanto esagerata, ammettiamolo pure per ipotesi : ma anche se fossero stati 5  milioni o anche 4  non per questo la Shoah  sarebbe stata meno orribile

 Quindi per certo  dobbiamo ammettere che nei lager  scomparvero milioni di ebrei  non sappiamo bene quanti milioni , ma furono certo milioni: questo è un dato non controverso.

 Che questa o quella modalità fosse stata presente meno in questo o quel campo nulla toglie  alla tragicità del fatto.

 Analogamente che qualche testimone abbia mal  riferito o magari deliberatamente  abbia mentito  non mette in dubbio  il dato oggettivo della uccisione di milioni di esseri umani : in tutti gli avvenimenti storici i ricordi di coloro che vi hanno partecipato sono spesso errati, confusi, alterati anche volontariamente  ma questo non toglie  veridicità all’insieme degli avvenimenti

 Si può quindi discutere questa o quella modalità, questo  o quel fatto  ma non si può negare che lo sterminio sia avvenuto

 

LA INTERPRETAZIONE

 L'aspetto  più importante del negazionismo quindi non è tanto il fatto che si negano gli avvenimenti ma che essi vengano inquadrati diversamente  

La Shoah  viene ricordata perchè  viene considerata come qualcosa di unico, Il negazionista invece la inquadra in un contesto generale nel quale la sua unicità si perde. Nella seconda guerra mondiale  i morti si stimano in 54 milioni di individui di cui quasi la meta di cittadini della sola Unione Sovietica.  Una gran parte delle vittime non si ebbe nei combattimenti ma nei campi di prigionia . Ad esempio degli 80 mila tedeschi arresisi  a Stalingrado solo in 5 mila fecero ritorno in Germania alla fine della guerra. Nei campi di concentramento generalmente la mortalità era altissima. Si conclude   quindi che la mortalità degli ebrei non fosse poi tanto superiore a quella di tutti gli internati : morirono, quindi, è vero  milioni di ebrei ma insieme ad essi  tanti altri milioni di persone appartenenti  a tutte le etnie. Non si giustificherebbe pertanto perchè si  dovrebbero riservare un posto particolare agli ebrei, perchè parlare della Shoah  riferendosi solo agli ebrei e non a tutti i caduti nei lager  di tutte le nazionalità. 

 Non si nega quindi lo sterminio degli ebrei ma esso viene inquadrato  nella più generale tragedia della Seconda Guerra Mondiale e la sua eccezionalità sfuma nella più vasta eccezionalità di quei terribili avvenimento che non hanno pari per numero di caduti nella pur sanguinosa storia della umanità.

 Il problema quindi è se lo sterminio di ebrei ha un carattere di eccezionalità  o meno: noi riteniamo che tale eccezionalità non possa  essere assolutamente negata, che essa non possa rientrare e sfumare nella storia nei crimini commessi nel colonialismo, nelle guerre, nelle rivoluzioni e nelle controrivoluzioni che hanno insanguinato in particolare quello che è stato definito “ il secolo breve”.  

 Mai è avvenuto nella storia del 900 e dell’intera umanità che un gruppo etnico sia stato sterminato per il fatto  stesso  di essere un gruppo etnico, senza altra motivazione. Gli infiniti massacri sono sempre avvenuti per esigenze belliche, o perchè un popolo invadeva un territorio di altri, per scoppi anche di odi popolari incontenibili

 Cosi  i Turchi sterminarono gli Armeni nel vano tentativo di deportarli perchè si sentirono traditi e temevano che essi si unissero ai Russi con i quali erano in guerra, gli Hutu hanno massacrato i Tutsi per porre fine al dominio che questi esercitavano su di loro, e andando indietro con la storia i Conquistadores sterminarono gli Indios per conquistare l’America, le legioni di  Cesare operarono terribili eccidi  per impadronirsi delle Gallie 

 Gli  stermini nella storia sono stati tanti ma quello ebraico è l’unico perpetrato contro un popolo che non fosse in guerra, che non costituisse un pericolo anzi che non si difendeva nemmeno: gli ebrei non erano nemici dei Tedeschi, non minacciavano mai in nessun modo le armate del Reich, non erano un obbiettivo bellico: ciò rende la Shoah   qualcosa di unico nella storia e (speriamo) di non ripetibile.

 La Shoah non deve nemmeno essere connessa con le persecuzioni anti-ebraiche   dei secoli precedenti cosi come va distinto l’antisemitismo dall’antiebraismo

La antica emarginazione degli Ebrei non era un atto diretto esclusivamente contro gli Ebrei ma la conseguenza di un modo di vedere lo Stato  e la vita sociale. La fede religiosa era un elemento essenziale per individuare un popolo: coloro che non erano cristiani non potevano fare parte propriamente della nazione. Il concetto non riguardava  specificamente  agli ebrei: qualunque comunità non cristiana era considerata corpo  sociale  a parte. Gli ebrei, considerati quindi stranieri, potevano quindi essere espulsi come avvenne di frequente  nel medio evo ( in Germania , Francia Inghilterra e, il caso più noto, in Spagna). in altri casi invece gli ebrei erano costretti in quartieri separati ( ghetti): ma anche questo era un fatto comune per tutte le comunità straniere alle quali venivano riservati propri spazi. Talvolta folle inferocite presero di assalto  le abitazioni ebraiche e si abbandonarono a massacri indiscriminati: ma si trattava di folle incomposte non di autorità costituite e comunque gli  avvenimenti erano determinati da supposti delitti  di cui si sarebbero macchiati gli ebrei: nel caso della Shoah invece nessun accusa specifica veniva rivolta ai perseguitati tranne quella di essere geneticamente ebrei.

D’altra parte l'antisemitismo in generale è cosa del tutto diversa dall’antiebraismo dei secoli precedenti: esso consiste nella contrarietà a un popolo considerato una razza, per motivi biologici-genetici, non culturali. Non ha  rilevanza  il fatto religioso e culturale. Un semita rimane un semita anche se si converte al cristianesimo e anche se, caso molto frequente, non segue nessuna religione. Ma nel passato un ebreo veniva ricevuto con gioia nella comunità nazionale nel caso che si convertisse:  la discriminazione era religiosa, non razziale

 

Un punto particolare viene sostenuto dai negazionisti e che quindi va esaminato attentamente: non vi era volontà  specifica della dirigenza nazista, di Hitler in persona  di sterminare gli ebrei, non esiste una decisione su una soluzione finale che prevedesse la soppressione  degli ebrei: esso fu quindi qualcosa che avvenne  senza essere propriamente programmata per il precipitare  delle circostanze  cosi come avvenne la morte di tanti altri internati lei lager e non solo in quelli germanici. Una nazione all’estremo delle proprie forze non ha risorse sufficienti per prendersi cura  di milioni di prigionieri e privilegia comprensivamente i propri combattenti e i propri cittadini: in tutta la Germania la fame era tanta e tante anche le malattie e tanti trovavano la morte negli stenti. Nei lager la situazione era ancora più grave ovviamente: la morte della maggioranza degli ebrei sarebbe avvenuta quindi in conseguenza di tali terribili circostanze e non per un piano preordinato alle autorità

 Si possono riportare qui  osservazioni analoghe alle  precedenti: I   tedeschi  si trovarono ad avere milioni di prigionieri delle nazioni  nemiche , è vero: non potevano certo rilasciarli per non trovarseli nuovamente di fronte: è comprensibile: ma perchè deportare nei lager milioni di ebrei che mai in nessun caso costituivano un pericolo per le  armate  germaniche? Perchè continuare a distrarre mezzi e risorse  per la cattura e il trasporto degli ebrei  anche quando  mancavano drammaticamente per le esigenze belliche?  I treni di  Eichmann non erano certo di aiuto allo sforzo bellico anzi erano sottratte  ad esso. Non si può quindi parlare di un disastro giustificato dalle esigenze belliche: si tratta evidentemente  invece di un piano preciso e preordinato ,un piano che era addirittura  preposto a quello bellico.

 Pur tuttavia  ci sembra che qualcosa di queste affermazioni della non volontarietà possa essere vero. Le autorità non potevano non sapere che  non era possibile tenere in lager milioni di ebrei e che quindi l’unica soluzione  reale ed effettiva era quella dello sterminio che fosse propriamente organizzato o sopraggiunto per le terribili insostenibili condizioni:  Eichman non poteva non sapere  che gli ebrei che i suoi treni trasportavano erano destinati alla morte, cosa altro poteva avvenire  di essi?

 Tuttavia il problema  che ci poniamo è quanto questa consapevolezza fosse poi diffusa.

 In realtà anche se correvano voci e paure nè gli ebrei , né i non ebrei  e nemmeno la  stessa grande maggioranza dei loro  persecutori poteva concepire e quindi credere  veramente che fosse possibile uccidere scientificamente e a freddo  milioni di esseri umani: era una cosa che andava oltre la più sfrenata immaginazione. Anzi proprio l’assurdità. la incredibilità dello sterminio in qualche modo lo rese possibile: certamente gli ebrei se avessero avuto consapevolezza  del loro destino di morte non si sarebbero fatti tanto docilmente e facilmente catturare e deportare.  Essi crederono  che sarebbero stati spostati in qualche altro luogo, che avrebbero  lavorato e che quindi era meglio non resistere per evitare conseguenze peggiori: cosi ordinatamente e disciplinatamente andarono verso una  morte inimmaginabile. Di persecuzione contro gli ebrei ce ne erano state tante nella storia, poi la bufera passava e quindi era meglio non ribellarsi e lasciare che le cose andassero per il loro verso: mica potevano ucciderli tutti: era una cosa impensabile e invece purtroppo la realtà superò ogni  fantasia. Una parte delle popolazioni non ebrea  cercò di aiutarli, un’altra parte invece aiutò i nazisti a individuali: tuttavia nè gli uni nè gli altri pensavano veramente  che essi sarebbero stati sterminati e gli uni e gli altri pensavano alla deportazione in qualche  luogo a loro riservato  che è gia cosa orribile ma insomma è una pulizia etnica, purtroppo comune nella storia, non uno sterminio che non aveva precedenti nella storia.  

Ma questa convinzione  non poteva essere comune a quelli che conoscevano la realtà effettiva e quindi non è sostenibile che la Shoah sia stata una specie di accidente della storia non previsto o almeno non propriamente  voluto.

 

 NOTA : gli zingari

 Lo sterminio degli zingari ebbe le stesse caratteristiche di quello degli ebrei anche se numericamente molto più contenuto ( si stima di 200.00 individui.) Tuttavia non è il numero che è rilevante come prima osservato. Pure in questo caso si trattava di un gruppo sterminato per semplici motivi razziali senza che in nessun modo potessero essere considerati nemici della Germania e tanto meno un pericolo per gli eserciti tedeschi. Sarebbe quindi corretto ricordare accanto agli ebrei anche gli zingari o  comprendere nella Shoah anche gli zingari: tuttavia in questo caso si userebbe un termine ebraico del tutto estraneo  alla cultura zingara.