Pubblicato in "Osservatorio internazionale  luglio 2012  , n 107  ,anno X         HOME

 

IL MITO DELLA GRANADA ISLAMICA

 

Giovanni De Sio Cesari

 

  INDICE: introduzione -cristiani e islamici-  Spagna medioevale-  conquista di Granasa- conclusione

 

 INTRODUZIONE

Nel sentire comune si è radicato il mito della Granada islamica che praticava grande tolleranza religiosa  verso cristiani ed ebrei in contrapposizione alla Spagna cattolica  fanaticamente intollerante: questo paradigma viene spesso allargato  a tutti i rapporti fra islamici e cristiani. Il mito ha un fondamento storico reale perché, effettivamente,  nella Granada islamica ebrei e cristiani godevano di ampia tolleranza  mentre con la sua conquista  cristiana nel 1942  in  Spagna iniziò una politica di repressione dei non cristiani: gli ebrei furono cacciati e i mussulmani  costretti a conversioni forzate  attraverso   discriminazioni  e persecuzioni. Tuttavia  i fatti vanno inquadrati nel contesto storico per essere compresi nel loro significato 

 

Cristiani ed islamici

Vediamo innanzitutto i rapporti che si instaurarono in generale fra cristiani e mussulmani nel medio evo.

Per i Mussulmani, nel  Corano, troviamo una distinzione fondamentale dei non credenti fra gli idolatri e cristiani ed ebrei,gli Ahl al-Kitab (“genti  del libro” cioe  della bibbia, )  Per i primi non è prevista alcuna tolleranza  che è invece concessa ai secondi.

L’islam riconosce infatti come predecessori di Maometto i profeti biblici e Gesù, considerato  anche esso un grande profeta anche se diversamente interpretato rispetto al  cristianesimo: pertanto cristiani ed ebrei erano considerati comunque adoratori del vero Dio che si era poi manifestato anche a  Maometto

 Ma vi era soprattutto  una esigenza politica concreta: l’Islam si diffuse in tutto il  Medio Oriente in un mondo  già da secoli pienamente  e unanimemente cristiano: la conversione improvvisa e coatta di tutti i popoli conquistati sarebbe stata una follia dal punto di vista  politico. Anzi l’espansione militare fu anche ampiamente favorita dalle lotte interne fra cristiani per le quali i  musulmani potevano essere considerati, al limite, una soluzione: ad esempio la chiesa  copta di Egitto accolse gli eserciti islamici quasi  come liberatori perchè in grave scontro politico e religioso con la chiesa di Costantinopoli.

Si creavano quindi  comunità distinte: cristiani ed ebrei non furono mai equiparati ai mussulmani,” la parte migliore” e l’unica che avesse la pienezza dei diritti politici : venivano considerati dhimmi  (protetti) in cambio di una tassa  detta gizha  che dovevano pagare ai mussulmani spesso con modalità umiliati (shāghirūn )

 Vigeva  il principio di segregazione delle due comunità: la tolleranza era subordinata a certe condizioni come il non fare propaganda religiosa, non danneggiare in nessun modo gli islamici, non calunniarli ma tali principi erano cosi vaghe  da permettere poi ogni interpretazione.

La condizione dei dhimmi  pertanto, in effetti, poteva variare moltissimo  secondo  l’arbitrio delle autorità che poteva più o meno essere generose o tiranniche: a  volte i cristiani diventavano consiglieri apprezzati, a volte invece si ebbero delle vere e proprie persecuzioni  e progrom

Ad esempio nell’India dell’impero del Gran Mogol  mentre Akbar  ebbe molta tolleranza verso gli indu invece  Aurangzeb  adottò una politica intransigente e persecutoria  che determinò poi la rovina dell’impero e che  permise poi agli Inglesi  di prenderne facilmente il controllo,

Il passaggio graduale delle popolazioni sottomesse all’islam era così favorito dal desiderio di uscire dalla propria emarginazione e di ottenere  la pienezza dei diritti. D’altra parte una legge fondamentale dell’islam  vietava che si potesse passare dall’islam ad altra religione (anche a quella prima professata) comminando la pena di morte: veniva assolutamente vietato qualunque apostolato dei non musulmani

 Nell’ambito  cristiano non esistevano  norme del genere in quanto si era, in generale, sulla difensiva, non si occupavano terre precedentemente  islamiche : tuttavia i principi erano sostanzialmente gli stessi di quelli islamici e vennero adottati soprattutto verso gli ebrei le cui comunità erano numerose nel mondo cristiano. Essi si trovarono, in pratica,  nella stessa condizione dei dhimmy nelle terre islamiche.

In alcuni casi, perè, i cristiani riconquistarono terre che originariamente cristiane, erano state occupate dai mussulmani: la Palestina, la Spagna. la Sicilia. La Palestina costituisce un caso a parte,  della Spagna parleremo dopo : accenniamo  brevemente alla Sicilia. Nell’isola  la dominazione islamica fu piuttosto breve: i primi sbarchi avvennero nel  827, la conquista completa si ebbe nel 902; nel 1091  i normanni la conquistarono riportandola nell’ambito cristiano. Ma i mussulmani di Sicilia continuarono a prosperare sotto il domini cristiano usufruendo di  ampia tolleranza e prestigio. Il successore dei normanni , Federico II di Svevia (1207- 1250) si circondò di dotti arabi di cui conosceva perfettamente la lingua e reclutò fra gli Arabi le sue milizie più fedeli. La rovina per gli Arabi venne con l’invasione degli Angioini che sconfissero l’ultimo degli Svevi , Manfredi, a Benevento nel 1266: la comunità islamica  fu dispersa ma non tanto per motivazioni religiose quanto politiche in quanto  i mussulmani erano  partigiani fedeli degli  Svevi

 

 NELLA  SPAGNA MEDIOEVALE

Agli inizi  del ‘700 d C  gli arabi mussulmani passarono lo stretto di Gibilterra (gebel el tarik: monte di Tarik che era il loro condottiero) e rapidamente conquistarono  la Spagna che era tutta cristiana, passarono i Pirenei , si riversarono in Francia dalla quale, però, furono  respinti nella battaglia di  Poitiers nel 732 ,dai Franchi di Carlo Martello

Dopo la caduta degli Omeyyadi la Spagna islamica  si rese autonoma dal resto dell’impero arabo mussulmano e tale rimase sempre. Non costituirono però uno stato unitario ma si divisero in tanti staterelli (emirati, califfati)  

Dall’altra parte si formarono regni cristiani che iniziarono una lunga riconquista che dopo 700 anni si concluse con  la conquista di tutta la Spagna. Non si deve, però, pensare a una grande guerra continua fra cristiani e mussulmani:  erano assolutamente comuni le alleanze trasversali fra  regni cristiani e mussulmani,  ciascuno dei quali poi era preda di continue lotte interne per la successione. Quindi non una grande  guerra di religione quanto   una instabilità generale tipica dell'Europa feudale. Ciascuno dei re cristiani  o califfi mussulmani  si trovava ad avere sudditi sia cristiani che mussulmani. La Spagna costituiva quindi  l’unica terra nella quale cristiani e mussulmani  effettivamente si conoscevano e  collaboravano: infatti fu dalla Spagna che tornarono all’Occidente le opere  degli antichi  ( per esempio quelle di Aristotele) attraverso la mediazione araba. E’ vero che in tutto il Medio Oriente  islamico vi erano comunità cristiane  ma erano comunità he avevano perso ogni rapporto con la cristianità europea  mente i cristiani  spagnoli rimasero sempre in contatto  diretto  con tutta la cristianità occidentale

Per constatare come fossero diversi i rapporti  in Spagna  basta confrontare il poema francese “ La  chanson de Roland” con quella spagnola  del “ Cantar de mio cid” Nel poema francese i mussulmani sono i malvagi ,gli empi,  vengono confusi con i pagani e addirittura definiti adoratori di Bacco mentre è risaputo che la loro fede proibisce gli alcolici: Invece nel poema spagnolo  il protagonista, Diego de Vivar, porta l’appellativo di Cid (in arabo significa “signore”), tratta alleanze  con gli Arabi di cui evidentemente conosce benissimo  la lingua  e la cultura  e verso i quali dimostra sempre grande rispetto e considerazione.

 Tuttavia la reciproca tolleranza e considerazione veniva ogni tanto messa in disparte con la proclamazione dall’una o dall’altra parte di guerre sante.

In particolare periodicamente dall’africa del nord venivano ondate di i fanatici guerrieri dell’islam pronti a  guadagnarsi il paradiso morendo per distruggere il cristianesimo.

Il momento  cruciale fu nel 1212 con la la battaglia de Las Navas de Tolosa nella quale cristiani e mussulmani si affrontarono  nella maggiore battaglia campale della Spagna medievale  Da parte mussulmana  il nucleo combattente principale era costituito da milizie  venute dall’africa del nord decise a sradicare il cristianesimo. Ma gli an- dalus  (i mussulmani di Spagna)  non condividevano  affatto tale fanatismo religioso tanto che i rapporti si fecero molto tesi raggiungendo il culmine quando  al Nasr  fece giustiziare il governatore mussulmano di Calatrava accusandolo di tradimento: per questo gli an-dalus parteciparono alla battaglia ma di mala voglia. L’esercito cristiano era formato da una alleanza di quasi tutti gli stati cristiani di  Spagna: ad essi si volevano aggiungere cavalieri venuti  dal resto d’Europa ( gli ultramontani, venuti cioè da oltre i Pirenei). Questi volevano, però, sradicare  l’islam cosa che i sovrani cristiani invece non volevano affatto perché  avevano sudditi mussulmani : per questo solo pochi cavalieri ultramontani combatterono poi effettivamente. La battaglia si risolse con la  disfatta completa dei mussulmani. Tuttavia  i cristiani non poterono sfruttare  la vittoria perchè subito dopo la alleanza si sfaldò e ogni regno torno a seguire una propria politica particolare essendo ormai venuto meno il pericolo  esterno.

 

LA CONQUISTA DI GRANADA

Nella seconda metà  del 200 gli stati cristiani ripresero l’offensiva e alla fine del secolo conquistarono tutta la Spagna tranne il califfato di Granada  che cadde solo nel 1492, due secoli dopo: in tutto questo tempo ci fu una ampia tolleranza religiosa. Con le conquiste i re cristiani si trovarono ad avere molti sudditi mussulmani e poiché questi erano generalmente più evoluti dal punto di vista economico e culturale  i mussulmani  formavano una specie  di classe dirigente amministrativa ed economica dei regni cristiani. D’altra parte Granada mussulmana poteva sussistere solo con il benestare cristiano e quindi si guardava bene dal perseguitare i cristiani . La situazione venne  a mutare profondamente verso la fine del '400 con l’affermarsi dello stato assolutistico. Nello stato medioevale il potere  centrale era debole ed esercitava una scarso controllo sul territorio che era invece sostanzialmente  amministrato localmente  dai feudatari o dalle comunità ( comuneros).  In questo contesto erano del tutto compatibili comunità religiose diverse ciascuna delle quali si governava con proprie leggi  religiose. Ma in Spagna come in Francia e Inghilterra  si andava affermando la monarchia assoluta nella quale il sovrano prendeva effettivamente il controllo del territorio  e la nobiltà perdeva la sua autonomia fornendo i quadri dell’esercito del re e dell’amministrazione dello stato.  Con una lunga e accorta politica matrimoniale  tutta la Spagna  si trovava unita con il matrimonio di Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia.  In realtà  si trattava solo di una unione dinastica perché i regni restavano distinti giuridicamente e la formazione di un regno unitario in Spagna avvenne solo un secolo dopo al tempo di Filippo II. Di fatto, però, l’unita era costituita .Le forze unite si rovesciarono  sull’ultmo stato islamico di Granada che si difese accanitamente e si arrese  nel 1492  con la promessa della tolleranza religiosa  verso i mussulmani .

Ma la politica di tolleranza  religiosa veniva a rovesciarsi  per le esigenze  dell’assolutismo monarchico. Gli ebrei nello stesso anno furono cacciati dalla  Spagna  cosi come era già avvenuto in Inghilterra ( 1290) e Francia  (1322) . Verso i mussulmani  cominciò una politica di emarginazione, di repressione per sottrarsi  alle quali i mussulmani dovevano convertirsi  al cristianesimo. Una parte dei mussulmani infatti accettò la conversione che  era in genere solo formale  mentre continuavano a seguire i precetti islamici. In questo quadro entra allora in scena  la terribile Santa Inquisizione. Essa non aveva potere su  i non cristiani  . ma quelli che si erano dichiarati cristiani ricadevano sotto la sua giurisdizione. Quindi essa indagava, scopriva e puniva inflessibilmente quelli che si erano detti cristiani  ma seguivano le  pratiche mussulmane considerandoli eretici.

La questione dei  mussulmani di Spagna ( moriscos)  si protrasse ancora per oltre un secolo: le ultime comunità furono disperse nel 1614 in seguito ad una ennesima  rivolta.

 Si affermo invece il principio della  “limpieza de sangre” ( purezza del sangue) che non era, come può sembrare, un concetto razzistico biologico ma storico culturale: in indicavano con questa espressione  quelle persone che non essendo discendenti  da mussulman,i erano  certamente veramente cristiani  e non nascostamene mussulmani.  (marranos)  Una parte dei mussulmani, però, si converti effettivamente al cristianesimo ed entrarono nella nazione spagnola: gli spagnoli  attuali hanno quindi anche degli antenati mussulmani.

 

 

Conclusione

Non si può contrapporre una tolleranza islamica  a una intolleranza cristiana. Cristiani e mussulmani ebbero pressappoco lo stesso grado di tolleranza  che in genere fu molto alto in Spagna in cui convissero  negli stessi stati appartenenti ad ambedue le religioni.  La fine della convivenza e della tolleranza non ebbe  tanto  motivazioni religiose quanto politiche . Fu l’affermazione dello stato  assolutistico moderno a emarginare i non cristiani  cosa  che accadde poi anche  nel resto dell’Europa  relativamente  agli ebrei.