Pubblicato  in APPUNTI ,  gennaio 2013         HOME

 

 

Democrazia  assembleare 

 

 

Giovani De Sio Cesari

 

 La crisi di credibilità dei partiti in Italia  ha rimesso in circolo una idea sempre sconfitta dalla  storia e sempre risorgente : la democrazia assembleare o diretta.

I partiti sono corrotti e comunque sempre  corruttibili, è tempo che i cittadini stessi ( la “gente” come si dice in gergo) controlli direttamente i politici che debbono essere solo dei portavoce della gente stessa. Non ci deve essere piu chi comanda e chi obbedisce, non dobbiamo delegare  più nessuno.  Si pensa poi con grande speranza di aver individuato il mezzo tecnico che renderà la cosa effettivamente possibile: la grande rete. Questa permette, in tempo reale, di conoscere tutte le decisioni prese da tutti gli eletti e l’immediato commento di approvazione o sconfessione dei relativi elettori. Sembra il mezzo ideale quindi, quel quid tecnico che fino ad ora mancava per  permettere un controllo vero e proprio dei fatti della politica

Esaminiamo allora se la proposte di democrazie assembleari, presenti un po dovunque,  possano effettivamente realizzarsi o si tratta dell’ennesima illusione che la realtà spazzerà  al primo vento, come è sempre avvenuto nella storia .

  Se la difficoltà della democrazia  diretta fosse semplicemente  di comunicazione fra eletti ed elettori e quindi di un controllo sociale effettivo e puntuale, allora certamente  la potenza della rete  sarebbe in grado  di renderla possibile.

Ma  il vero problema è un altro: la democrazia  diretta comporta che ogni elettore  debba  pronunciarsi direttamente su ogni questione  ma il comune cittadino non ne ha nè la competenze  e nemmeno il tempo. La nostra società è una società estremamente complessa, non è realistico pensare che ogni cittadino abbia la competenza necessaria per giudicare di  riforma della magistratura o di programmi scolastici  , per decidere il tasso di interesse, per valutare complicate crisi internazionali.  Nemmeno si chiede ai  politici di esseri  dei giuristi, dei pedagogisti e degli islamisti;  tanto varrebbe allora chiamare a governare  queste categorie di esperti.  

In realtà il compito dei politici è quello di operare una sintesi o, meglio, una mediazione fra la volontà popolare e le ragioni degli esperti. I secondi vedono la realtà dal loro punto di vista specifico   (e non sono poi ordinariamente in accordo fra di loro), mentre il popolo  ha delle aspirazioni generali ma non è in grado di tradurle in atti concreti  che le  realizzino effettivamente

Il fatto è che le democrazia assembleari, dirette (e  cose simili) possono andare bene quando si critica quello che è ovvio criticare: ma quando si tratta  poi di costruire qualcosa non funzionano, non  POSSONO  funzionare non per limiti dei protagonisti  o dei mezzi ma per limiti propri insuperabili. Allora si passa alla dittatura temporanea che poi diventa definitiva. E’ sempre avvenuto cosi nella storia, dalla  Rivoluzione Francese a quella di Ottobre . Cosi  si dice  che ORA bisogna  lottare contro i nemici esterni e interni  e non si possono tollerare certe critiche e  le  divisioni per il momento: : ma ci saranno sempre dei nemici  e se, come avvenne in Russia e in Cina, non ce ne fossero più,  si inventano

Si parte per affermare la liberta, la si nega per affrontare i nemici della libertà

La democrazia diretta,  assembleare non è praticabile come infatti non è mai stata praticata nella storia in nessun caso e in nessun luogo

Per questo l’unica democrazia praticabile (ed effettivamente praticata nella storia)  è quella  è quella della delega

La democrazia (occidentale ) è strutturata in una serie di corpi intermedi, i  partiti a loro volta strutturati democraticamente) che raccolgono e gestiscono  il consenso: nell’assemblearismo, mancando queste strutture, non si capisce chi vuole cosa : e quindi una persona singola diviene il capo onnipotente

Forse  l’unica sistema  politico effettivamente realizzato di democrazia diretto fu quello instaurato da Gheddafi in Libia. Effettivamente ogni comunità si governava direttamente e si parlava non del tutto a sproposito  della  Jamaria : governo delle masse):Gheddafi affermava di non avere nessun carica ( ed era vero)  ed il potere era solo del popolo direttamente 

Ma proprio la mancanza di strutture intermedie rendeva assoluto  il suo potere fino a che durato. E’ un esempio emblematico di quanto sopra : mancando le strutture  intermedie rimane solo il Capo Onnipotente

Anche le dittature più  forti hanno poi dei corpi intermedi che possono fare da contrappeso al dittatore e in casi estremi abbatterlo  

Perfino il fascismo contemplava il Gran Consiglio che alla fine cacciò lo stesso  Mussolini, perfino il pc cinese mise in disparte Mao che torno al potere solo bandendo una nuova rivoluzione (culturale)

Perfino i  Faraoni, gli imperatori romani , gli imperatori  cinesi  avevano di fronte a se i grandi apparati burocratici e/o militari e furono spesso questi a mettere fine al dominio di imperatori e di intere dinastie

 

 

 Il caso Grillo

 Prendiamo ad esempio il maggior movimenti di democrazia  assembleare : il grillismo.  Qui si parla di democrazia diretta, dei controllo degli elettori sugli eletti, di mancanza di cariche ma solo di portavoce e lo stesso fondatore  si definisce tale non ambendo  nemmeno ad essere eletto. 

Ma vediamo a mo di esempio  il caso delle espulsioni. ; un episodio forse gonfiato a dismisura dagli avversari politici  ma pur sempre emblematico di certe dinamiche inevitabili.

In tutti i partiti e movimenti ci sono  espulsioni e/o scissioni ( anche nelle bocciofile): il problema nasce dal fatto che essa sia stata fatta  con una  decisione del Capo Unico  e quindi  onnipotente  E’ vero che mancano gli organi adatti: ma proprio questo  è il punto: la impossibilità della democrazia  diretta  porta alla  dittatura come è sempre avvenuto nella storia  .

il caso particolare che basta una parola di Grillo per espellere dei militanti è espressione e conferma  del principio generale che la mancanza di strutture intermedie porta inevitabilmente alla  dittatura, a prescindere del fatto che quelle espulsioni siano state giuste e meno

In effetti non era praticabile un consultazione di base che avrebbe poi bloccato il movimento, creato fratture, dato eccessivo rilievo  alle persone da espellere. Grillo ha fatto bene a fare come  ha fatto. Il che significa dire che il fatto non si può configurare come è un errore  occasionale di Grillo, (tutti possono  fare un errore , naturalmente niente di grave) ma deriva dalla illusione che si possa costituire una democrazia diretta senza strutture intermedie: se queste non ci sono si passa alla dittatura , come è sempre avvenuto nella storia

E poi:   gli eletti del M5S al parlamento voteranno ognuno  secondo un proprio criterio personale oppure  avranno una (necessaria) disciplina di partito: nel secondo caso chi deciderà la linea? Potrà questa linea essere in contrasto  con quella di Grillo? Oppure Grillo si riserverà la possibilità di cacciare gli  indegni come la Guida Suprema Kamenei in Iran?

Allora il pensiero del movimento si identifica con il pensiero di Grillo che può, a sua insindacabile discrezione, decidere quale pensiero e atteggiamento è in contrasto con il proprio pensiero, cosi come avveniva nella Cina di Mao?

Una formulazione cosi autoritaria non la troviamo in nessun partito , nemmeno in quelli personali di Berlusconi o Di Pietro

Se invece ogni deputato  prende decisioni per conto proprio il parlamento (e lo stato) diventa ingovernabile: ogni volta non si sa mai quale sarà l’esito di una votazioni , non ci sarà una linea  politica coerente,  nessuno sarà responsabile di nulla. E quello che avviene nelle assemblee spontanee: ma queste non guidano lo stato, non firmano trattati, non decidono di  politiche monetarie e soprattutto sono rappresentanti  in genere  di un unico indirizzo mentre il parlamento, per natura propria, rappresenta tutti gli indirizzi 

Per questo esiste la disciplina di partito le espulsioni, le scissioni