Pubblicato   da     www.americacallsitaly.org   marzo   2019   HOME

 

 

ASPETTI SALIENTI DEL CALIFFATO 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

(www.giovannidesio.it )

 

 

 INDICE:  COME SI CHIAMA L’ ENITITÀ  CALIFFATO   E AL QAEDA  FOREIGN FIGHTERS JIHAD AL-NIKAH: IL JIHAD SESSUALE  LEGA SUNNITA -TRAMONTO DELLO STATO ISLAMICO

 

 Dopo una lunga accanita resistenza Boghuz ,ultimo piccolo lembo del Califfato è stato espugnata dalle milizie  curde supportati dall’aviazione americana e cosi dopo una lunghissima resistenza si puo dire che il Califfato non esiste piu come entità territoriale Ripercorriamo allora in questo lavoro alcuni dei punti fondamentali  della sua vicenda

 

COME SI CHIAMA L’ ENITITÀ

 

Il termine per indicare la formazione islamista che si è impadronita di una parte dell’Iraq e della  Siria  viene indicata dai mass media  con termini diversi e in modo confuso . La differenza dei termini  non è solo puramente formale ma rimanda a differenze concettuali  

Il movimento che gia precedentemente  aveva  nomi diversi  in Siria, si è imposto  all’attenzione mondiale  quando  ha conquistato,  con irrisoria facilita, una parte dell’Iraq. Allora il suo nome ufficiale era in arabo al-Dawla al-Islamiya fi Iraq wa ash-Sham:  letteralmente:  stato islamico dell’Iraq e dello Sham. il suo acronimo in arabo è quindi DAIISH. Il termine sham  ha un significato particolare : indicava  le terre arabe che insistevano sul mediterraneo orientale  corrispondente attualmente agli stati di Siria, Libano, Giordania ma anche alla Palestina e quindi Israele . Sham  può essere tradotto con il termine di origine italiano levante poiché il termine indicava  nel passato le stesse zone. Se traduciamo allora l’espressione in inglese avremo Islamic State of Iraq and al-Sham da cui l’acronimo ISIS : l’ultima S pero viene  spesso  intesa come Siria e non sham ma è un errore. Nella intenzione dei sostenitori sham è più ampio  della Siria e da soprattutto l’idea di uno stato che cancella i vecchi confini statuali creati dall’Occidente. Talvolta si dice pure the Islamic State of Iraq and the Levant da cui ISIL adottando  la traduzione di levante per sham.

Nel giugno del 2014  pero l’organizzazione ha assunto ufficialmente un altro nome nel momento in cui è stato proclamato il califfato : si denomina semplicemente al-Dawla al-Islamiya cioe  stato islamico : in inglese islamic state  da cui l’acronimo IS . Si vuole indicare quindi che non si tratta di uno stato limitato ad  alcuni territori specifici che ma che intende unificare  tutta il mondo islamico  cioe la ummah (comunità  di tutti i fedeli).  Il concetto è correlato a quello i Kalifa (califfo): i califfi erano i successori di Maometto alla guida  della comunità dei  fedeli e anche quando poi si istituirono di fatto molteplici  stati islamici indipendenti tuttavia mantennero un loro  ruolo ideale,  un po come gli imperatori cristiani medioevali.  Il califfato, passato in ultimo  al sultano turco, fu abolito nel 1924 ai tempi della rivoluzione laicista di Kemal Ataturk.  Il califfo dovrebbe riunire tutti i  mussulmani superando fazioni, nazionalismi  e divisioni per creare un unico stato islamico. In realtà appare del tutto ingiustificato che un califfo sia eletto da una  oscura  assemblea (dell’ISIS ) che elegge  un personaggio altrettanto oscuro (Al-Baghdadi ): ci sarebbe bisogno almeno di un pronunciamento generale del  mondo islamico attraverso le sue più prestigiose  autorità che invece si sono tutte dichiarate contrarie  I sostenitori affermano però che non c’è il tempo per un processo  del genere e che saranno proprio le vittorie del califfato ( dello stato  islamico)  che renderanno palese la benedizione di Allah e quindi la sua legittimità

  Sarebbe bene comunque di evitare di usare i termini di califfato e  di Stato islamico per non dare, nemmeno a livello linguistico, un riconoscimento a  una pretesa che ovviamente nessuno riconosce : bisognerebbe  dire sedicente califfato  o sedicente stato islamico. Ma la locuzione non è entrata nell’uso dei mass media  e avviene cosi che vengano continuati a esser usati ISIS o  ISIL e altri termini  in modo confuso e incerto  

 

 

CALIFFATO   E AL QAEDA

 

Noi occidentali assimiliamo il Califfato  ad al Aaeda e ad altre innumerevoli sigle nell’ indistinto  del terrorismo islamico. In realtà effettivamente il Califfato puo essere  assimilato alle altre organizzazioni  jihadiste nel quadro generale della ideologia del fondamentalismo islamico di ispirazione wahabite ma esistono anche non poche differenze. Infatti  non sono mancate, soprattutto in Sira scontri sanguinosi fra le organizzazioni ma nel complesso  agiscono all’unisono e il Califfato  quando era il più forte, tendeva  ad assorbire in qualche modo anche  al Qaeda e le altre

La prima differenza sostanziale è che l’ IS si caratterizza per essere sunnita. Anche bin Laden era sunnita, ispirato al movimento wahabita fieramente nemico degli sciiti: infatti al Qaeda non ebbe mai l’appoggio ma sempre l’aperta ostilità dell’ Iran sciita. Tuttavia la caratterizzazione sciita restava nello sfondo: i nemici erano sempre e soprattutto i regimi laici arabi : gli irtitad ( apostati), i Munafiq (ipocriti), i Kafirun (idolatri ),  gli strumenti del Grande Satana ( l’Occidente ) riprendendo la concezione che era stata dello sciita Khomeini. Il Califfato  deve invece molta della sua forza e popolarità alla identificazione dei sunniti oppressi o comunque in lotta con gli sciiti. In Iraq, infatti, le elezioni hanno consegnato tutto il potere alla maggioranza sciita emarginando la minoranza sunnita che da sempre invece deteneva il potere. Di fronte alla violentissima reazione sunnita i governi sciiti hanno risposto con altrettanta violenza. il governo sciita ha trasformato la polizia in una specie di milizia sciita e occupato tutti i posti chiave.  Per i sunniti iracheni quindi  il Califfato  si è presenta come i liberatori dall’oppressione sciita e non senza ragione.

Discorso simile in Siria in cui tutto il potere era accentrato nelle mani della minoranza alawita, assimilata agli sciiti. Fin che fu predominante il laicismo  la cosa poteva anche essere tollerata ma con l’esplodere dei conflitti religiosi la rivolta anti Asad, da una lotta di liberazione dalla dittatura si è rapidamente trasformato in una lotta di liberazione dagli sciiti.

  Si è quindi costituito il Califfato  che tende ad abbracciare i sunniti  di Siria ed lraq e anche del  Libano (pure essi in continua conflitto con i sunniti). Mentre quindi al Qaeda era solo un movimento estremista il Califfato si pone invece come la difesa dei sunniti oppressi dagli sciiti e questo rende problematico l’intervento delle altre nazioni sunnite ( soprattutto Arabia Saudita e Turchia) e popolare la loro causa, anche al di la dell’estremismo religioso, in tutto il mondo sunnita

Altra differenza importante con al qaeda è che il Califfato , per anni , si è costituito come uno  stato sovrano e pare che sia riuscito   ad avere anche una amministrazione più onesta ed efficace di quella precedente, cosa per altro non certo difficile. A prescindere  dall’estremismo religioso i sunniti iracheni hanno più servizi, più giustizia, meno corruzione del passato regime dominato dagli sciiti. Non più quindi insediamenti nei deserti o fra monti inospitali sempre  nel mirino dalle autorità legali ma una situazione di quasi normalità,  di relativa sicurezza che al Qaeda aveva cercato a lungo e trovato poi parzialmente nel remoto Afganistan.

 La connotazione sunnita  perde pero importanza al di fuori del Medio Oriente asiatico: non ci sono sciiti in Libia, Somalia o Nigeria. Qui pero entra in scena la proclamazione del califfato che si pone come una autorità universale dei mussulmani. Storicamente la sua autorità fu effettiva fino a che i mussulmani furono uniti politicamente e si perse poi quando nacquero le divisioni politiche  Idealmente però fu sempre sentito  come una grande speranza, una ininterrotta aspirazione: uno stato che possa ancora ora una volta, come ai tempi dei rashidun  ( i ben guidati , cioe i primi califfi) ai tempi gloriosi in cui  tutta la umma ( comunità dei fedeli) era raccolta in un unico stato : è l’idea che affascina tutti i mussulmani. Cosi movimenti diversissimi accomunati dall’integralismo religioso si dichiarano parte del califfato : in Libia, nel Sinai,  in Somalia, in  Nigeria movimenti diversissimi trovano un collante nella unità  ideale nel Califfato. Anche questo elemento aveva  un potente fascino che invece al qaeda non poteva avere.  Bin Laden era un personaggio prestigioso, eroe della guerra afgana ma non aveva alcuna aurea di legittimità religiosa 

In conclusione quindi al Qaeda non era uno stato ma solo un covo (questo significa al Qaeda)  nascosto a qualche parte,  ma il Califfato  un vero stato; al Qaeda non aveva nessuna pretesa universalistica o storica mentre  il Califfato  poteva  presentare un ideale antico e mai dimenticato di tutti i mussulmani. Tuttavia  proprio perchè ha uno stato  è anche più vulnerabile. Non si sapeva come e dove attaccare al qaeda ma si sa  benissimo dove sta il Califfato.

 

FOREIGN FIGHTERS

 

L’espressione  inglese indica i volontari stranieri che combattono per il Califfato ma anche in altre organizzazioni estremiste provenienti da altri paesi islamici ma anche da paesi occidentali  . Questa ultima provenienza  desta sconcerto nell’opinione pubblica europea: un parte consistente di essi sono cittadini  europei , in genere figli di immigrati di seconda o terza generazione e non mancano anche convertiti  di origine propriamente  europea . La meraviglia nasce dal  fatto che  si immagina il radicalismo islamico come qualcosa di un lontano e oscuro passato, comprensibile si  in pastori sperduti fra i  remoti monti dell’Afganistan o dei deserti del sahara ma impensabili  in persone che hanno studiato nelle nostre scuole,  che hanno  avuto come compagni i nostri figli , che passeggiano nelle nostre strade, che frequentano  i nostri pub.

In realtà noi dovremmo distinguere due modelli diversi di radicalismo islamico. In alcuni casi si tratta di un attaccamento forte al proprio stile di vita tradizionale   che non si vuole abbandonare per abbracciarne  uno importato più o meno  direttamente dall’Occidente. Il riferimento islamico  nasce piu che da un puro  zelo religioso dal fatto che la tradizione si identifica con  l’islam o meglio con una   particolare versione dell’Islam nella quale possono coesistere anche elementi pre islamici  o extra islamici.   E’ il caso tipico dei cosi  detti talebani dell’Afganistan o del Pakistan: si sentono minacciati da una cultura che appare a loro estranea, incomprensibile, folle,  soprattutto empia, immorale    e si aggrappano quindi alla propria tradizione  Fra di essi non si trovano foreign fighters provenienti dall’Europa e nemmeno da altri paesi islamici

Sono fenomeni ricorrenti  nella storia: si pensi ad  esempio alla  Vandea  durante la Rivoluzione Francese  o ai Sanfedisti  del regno di Napoli. Va anche notata che i vantaggi della liberta e del nuovo ordine di  idee non si vedevano affatto allora in quei luoghi e quindi quasi istintivamente  ci si attaccava al modo di vita tradizionale, al villaggio  che almeno era rassicurante in quanto  conosciuto   Cosi anche nell’Afganistan non si sono visti affatto  la prosperità e il benessere promessi degli Americani per motivi che qui non esaminiamo 

Ma accanto al semplice, direi istintivo  attaccamento al consueto,  al conosciuto  è quindi rassicurante  vi è pure un ideale radicale  e jihadista  che si presenta come il nuovo,  l’avvenire, la scoperta: è questo è proprio di movimenti jihadisti soprattutto attualmente del califfato   che attirano foreign fighters

 Il fatto che  ci si richiama alla  tradizione di mille anni fa non significa che  non si tratti del  nuovo, che non si guardi al futuro. Il rinnovamento che si pone come ritorno al passato è un fatto comune nella  storia.  Per esemplificare possiamo pensare all’Umanesimo come riscoperta dell’antichità o alla Riforma Protestante come ritorno ai tempi evangelici.  Anche nell’ambito islamico il ritorno ai salafiti ( ai primi tempi della predicazione coranica)    puo essere considerata una novità perché in realtà è una novità  per la attuale generazione e per quelle che la hanno immediatamente  precedute  

 I jihad guerresco si pone allora come un ideale  in grado di affascinare molti, di richiamare combattenti volontari da tutta la Umma. In tutte le guerre ideologiche  ci sono stranieri che combattono per una parte o per l’altra .Esemplificando  ricordiamo le Brigate Internazionali nella Guerra Civile Spagnola e anche fra i garibaldini vi erano  una percentuale non trascurabile  di volontari stranieri.  Non vanno ovviamente  confusi con i mercenari  che  restano indifferenti agli ideali della parte per la quale  combattono e sono mossi da interessi economici o da  spirito di avventura o da disagio per la vita comune

Cosi da ogni parte  della  umma nei paesi mussulmani o occidentali  partono in tanti giovani e   giovanissimi, a volta anche donne che pare costituiscano intorno al 15% del totale. Per la maggior parte i volontari provengono ai paesi islamici , in particolare da quelli nei quali le primavere arabe sono tristemente fallite   Tuttavia  la Tunisia, unico paese in cui si è formata  una democrazia sia pure  embrionale ha dato il maggior numero  di volontari rispetto alla popolazione

 La motivazione pare essere soprattutto la delusione: i regimi nazionalisti che fino agli anni 70  galvanizzavano le masse  arabe sono  degenerate man mano in dittature sempre più spietate e poi sprofondate  sotto una montagna di corruzione Le primavere arabe sono apparse per qualche breve tempo una spiraglio di rinascita ma sono tutte fallite  o degenerate in sanguinose guerre civili  Molti allora si sono rivolti all’ideale religioso come ultima e prima via di un  rinascimento sempre promesso e mai iniziato . I vessilli del califfato  rievocano un passato di splendore , di benessere ( molto esagerato nell’immaginario collettivo) e in contrapposizione al malessere, alla  miseria, alla mancanza di prospettive  dell’oggi nei paesi dell’islam  

Ma perche partono anche dall’Europa? la spiegazione è in parte simile e in parte diversa. Dal punto di vita socio economico  non appare una categoria particolare: ci sono integrati e non integrati, istruititi e non istruiti, ricchi e poveri.    Non è vero, come alcun pensano, che vengano solo dalle periferie,  da ghetti, dalle zone di disagio sociale. Non si tratta quindi di migliorare le condizioni economiche o di agire sulla integrazione come molti immaginano.  Si tratta di seconde o terze generazioni, di persone quindi nate ed educate nei paesi europei  mentre le prime generazioni sono tutte impegnate nello sforzo  di sopravvivere di inserirsi e non hanno tempo  e volontà per impelagarsi   in situazioni rischiose. Questo spiega perchè  il numero di volontari venuti dall’Italia, paese di recente immigrazione,  sia molto basso rispetto ad altri paesi di immigrazione ben più lontana

 Molto importante è notare che in genere non provengono da ambienti particolarmente religiosi, non sono cresciuti nel fanatismo, spesso  avevano abbracciato il dilagante ateismo dell’Occidente. Non provengono dai luoghi di culto, del fervore religioso, spesso invece dalle carceri, dai luoghi del vizio ,  In genere si tratta  infatti  di una conversione più o meno  improvvisa  e del tutto  personale I vicini, gli amici, la stessa famiglia spesso non se ne sono nemmeno accorte

Se nel Medio Oriente prevalgono nelle  cause le disastrose condizioni reali in Europa vanno invece considerate  le condizioni ideali.  I giovani e l’uomo in generale ha bisogno di  dare senso alla  propria vita e per molti  occorre una senso molto forte,  un qualcosa di eroico. Ma in Occidente non ci sono piu grandi ideali politici Sono  finiti per fortuna i  nazionalismi esasperati , è finito pure il sogno  comunista, quello del socialismo reale e poi quello della contestazione I partiti politici sono sempre più indistinguibili, nessuno pare  ricordarsi di ideali forti che possano dare un senso alla vale per i quali vivere e morire Accade  allora che un certo numero  di giovani trova un ideale  in grado di  dare un senso alla propria vita nel  jihadismo Anche se si tratta di giovani di origine mussulmana, tuttavia  si tratta di una conversione nuova,  non di una religiosità vista  come tranquilla regola di una vita normale, comune  di tutti i giorni.  Fra i credenti e fra i non credenti ci sono tanti che rifiutano  una vita banale, che vogliono dare un senso ad essa  e partono per lontane terre,   in missione umanitarie di apostolato o di ogni genere   E poi molti non sopportano una vita   fatta di lavoro che non si trova,  di conti di famiglia che non tornano , di bambini che piangono e di mogli stizzite    Niente da meravigliarsi  che  alcuni che hanno reincontrato l’islam  vadano a fare la jihad   per dare  un senso alla loro vita    

Bisogna  anche  considerare un fenomeno importante indicato in sociologia con il temine " marginal man", cioè della situazione in cui vengono a trovarsi individui che a causa di emigrazione restano  sospesi  fra due identità  diverse.

 Un musulmano che vive in Occidente  sarà percepito dagli occidentale come un "diverso" perchè mussulmano  e dai suoi compatrioti ancora come un "diverso" perchè vive in Occidente: un emigrante di terza generazione in Francia di origine magrebina non verrà percepito come francese dai francesi ma nemmeno come arabo dagli arabi: la sua identità  rimane  incerta, indefinita. Il Jihadismo   invece gli offre una identità decontestualizzata nel tempo e nello spazio: un salafita non è ne afgano ne americano, non è del XXI scolo o del X secolo: vive in una specie di patria ideale senza confini, non ha tradizioni, nè patria, nè tempo . E una identità particolarmente adatta    per chi non riesce più a identificarsi in nessuna patria e in nessuna tradizione.  

 Importante è che si tenga presente la proprozione del fenomeno dei foreign fighters: si tratta  di alcune  migliaia   di giovani ( forse 4 mila) a fronte dei molti milioni di mussulmani ( forse 40 milioni  ) residenti in Europa: facendo una proporzione: siamo sull’ordine di  1 su diecimila

 Questo non significa che il problema sia da sottovalutare Anche poche decine di persone possono gettare nel terrore l’intero Occidente e condizionarne  lo sviluppo economico e civile.

 

JIHAD AL-NIKAH: IL JIHAD SESSUALE

 

Si allude a un fenomeno non diffuso, marginale. ma pur sempre significativo . Alle donne islamiche non è permesso combattere nel jihad : alcune giovani donne tuttavia hanno deciso di dare un loro contributo, tutto femminile, offrendosi come “consolazione” per i veri e propri combattenti uomini. Un certo numero, anche se contenuto, è partito per il califfato per espletare la loro “missione” Alcune vogliono proprio combattere e immolarsi ma altre si accontentano del cosi detto jihad sessuale : fanno da maitress nei bordelli per combattenti o si offrono esse stesse  come premio ai valorosi che vanno a morire.


Vediamo meglio
Jihad al Nikah significa propriamente jihad del contratto matrimoniale (= Nikah ) Il matrimonio infatti è considerato un vero e proprio contratto civile come tutti gli altri: viene classificato fra i bay., contratti di vendita. Le parti si impegnano a osservare certe condizioni liberamente scelte. Da noi invece non è possibile inserire condizioni nel matrimonio che è regolato al diritto civile ( prima dal diritto canonico). Si avevano nel passato contratti prematrimoniali nel senso che si precisava l’ammontare e le condizioni della dote della moglie . Anche nei nikah si inserisce l’ammontare del mahr che impropriamente viene tradotto , a volte, con dote. Ma non è la moglie che porta la dote come da noi fino a qualche tempo fa: è invece il marito che consegna alla sposa una certa somma o proprietà o altro bene: questo rimane di proprietà della moglie che ne può disporre liberamente ( la dote invece era amministrata dal marito) e non è nemmeno tenuta a usarla per le necessita della famiglia: soprattutto rimane sua in caso di divorzio. Nel nikah può essere introdotto pero ogni clausola a differenza di quello occidentale: per esempio; puo essere previsto il consenso della moglie per una eventuale seconda moglie . Viene usato modernamente per migliorare le condizioni della moglie
Il matrimonio è, come da noi, a tempo indeterminato anche se è possibile il divorzio (talaaq il ripudio da parte dell’uomo che pero puo essere attribuito anche alla moglie) ma esiste anche un matrimonio a tempo determinato. Nell’islam si puo essere moglie precaria: meglio non farlo sapere da noi, non vorrei che si creasse pure un co.co.pro. anche matrimoniale Il matrimonio temporaneo viene  chiamata mut’a dagli sciiti, per i sunniti invece è il Nikah Misyar (matrimonio del viaggiatore). In questo caso gli sposi decidono la durata, in genere piuttosto breve. Questo tipo di contratto matrimoniale viene o veniva usato nel caso in cui l’uomo si trovava in viaggio per affari o per altro, lontano dalla sua propria famiglia e quindi si trovava una donna “provvisoria” . In effetti si tratta di una prostituzione mascherata: noi useremmo il termine ormai desueto di mantenuta. Ma le forme erano salve Non si era commesso zina (adulterio) severamente proibito , si poteva sperare quindi di andare in paradiso, gli eventuali figli erano pure essi figli legittimi , fondamentalmente appartenenti al padre, secondo l’uso islamico.
Durante la guerra del FIS nel Magreb negli anni novanta si vide una ulteriore evoluzione del fenomeno. I combattenti, entrati nei villaggi, sposavano le ragazze per una sola  o pochissime notti, il tempo che stavano al villaggio, secondo il matrimonio temporaneo e poi andavano via: un modo per stuprare delle ragazze in modo legale , con tutti i crismi della shari’ah . Il fenomeno pare che si sia oggi evoluto : dal Magreb delle ragazze partono proprio spontaneamente con il compito di consolare gli eroici combattenti, gli shaid ( martiri) o aspiranti tali: : il fascino della guerra, del combattente , fiero forte ed eroico pare forse abbia colpito ancora una volta, come spesso è accaduto, la fantasia femminile. Sposano quindi per qualche giorno i combattenti Questi sono giovani e vigorosi, oltre gli ideali hanno pure i loro bisogni sessuali: possono contare sulle 16 o piu uri, le vergini dagli occhi profondi che li aspettano in paradiso: ma intanto che ci arrivino al paradiso debbono accontentarsi di quello che questo basso mondo offre
Possono anche utilizzare le donne dei nemici Yazidi ( forse anche cristiani) Secondo le ancestrali tradizioni  le donne dei vinti sono bottino dei vincitori come se fossero pecore o granaglie ed possono essere quindi adibite a schiave sessuali: ( lo stesso avveniva ai tempi omerici: ricordate Briseide e Criseide) Pare che vengano comprate a diverso prezzo, a seconda che siano vergini o meno Vengono definite nel corano con la curiosa espressione ma malakat aymanukum che significa “che la tua mano destra possiede”
Anche Muhammed segui questo uso : si ricorda in particolare Safiyah, un giovane donna ebrea che Muhammed volle prendere la sera stessa in cui era stata sterminata dai suoi seguaci la sua famiglia, padre, fratelli e marito. Ma la donna si mostro cosi fiera e coraggiosa oltre che bella che Muhammed la sposo ( io non vedrei poi tanta differenza)
L’orrore del califfato non è solo nei massacri e nelle decapitazioni ma anche in queste folli riprese di usanze barbariche di tanti secoli fa : ma quello che ha fatto Muhammed è sempre cosa lecita
Contro il jihadismo sessuale si è la levata la voce un po di tutto l’islam: in particolare battono su questo doloro tasto gli iraniani , gli sciiti i più perseguitai e odiati dal fanatismo sanguinario del movimento wahabita al quale comunque il califfato si ispira

 

 LEGA SUNNITA

 

Il mese di gennaio del 2016   l’Arabia Saudita ha annunciato una coalizione  militare per sconfiggere il terrorismo in cinque paesi:  Afghanistan, Egitto, Libia, Iraq e Siria. e composta da quasi tutti i paesi sunniti: (in ordine alfabetico) Bahrain, Bangladesh, Benin, Ciad, Comore, Costa d'Avorio, Gibuti, Egitto, Gabon, Guinea, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Maldive, Mali, Mauritania, Marocco, Niger , Nigeria, Pakistan Palestina, Qatar, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Togo, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Yemen (Pakistan e Malesia si sono  subito ritirati )  E’ facile notare che una tale alleanza  militare è puramente teorica e non ha nessuna possibilità di interventi reali.

Qualcuno di questi paesi (Somalia. Libia) sono esplos,i esistono solo teoricamente, .  alcuni sono dichiaratamente nemici uno degli altri la maggior parte è impegnato in sanguinose  guerre civili  a sfondo religioso  o etnico,  Non è precisato cosa esattamente si intende  per  terrorismo che ha un significato molto evanescente e si presta, secondo le occasioni, a indicare qualsiasi movimento non solo di insorgenza ma anche semplicemente di protesta. Possono entrare quindi facilmente in esso anche  tutti i movimenti sciiti nel Medio Oriente, dal Libano al Pakistan

Molti commentatori hanno considerato quindi l’iniziativa velleitaria, o fatta  per  accontentare in qualche modo gli alleati occidentali preoccupati oltremodo del  terrorismo o anche si è pensato che in in effetti il vero  fine è quello di combattere gli sciiti e non  il  califfato o altre stremisti del  genere. 

Tuttavia bisogna  pure considerare il valore politico  La  lega promossa dall’Arabia Saudita non vuole essere un concreto  intervento  militare ma ha  un significato ideale: tutte le nazioni sunnite, di tutte le tendenze  politiche e religiose  sono contro il Califfato  islamico  cosi come tutte le autorità religiose di quelle nazioni hanno dichiarato del tutto privo di senso la proclamazione  del califfato.  

Per  persone che vogliono ristabilire  il califfato come espresisone di tutto il mondo sunnita è una smentita radicale : mostra il Califfato come poche migliaia di persone in lotta contro  un miliardo di credenti e quindi la assurdità di rappresentarli  

La lotta al califfato  non si combatte solo con le armi ma anche sul terreno dottrinale teorico perche è un fenomeno dottrinale ideale che ha un richiamo  potente presso tutta la sunna sparsa nel mondo, anche in Occidente Il califfato non può essere proclamato da una oscura assemblea  con un personaggio altrettanto oscuro ma deve essere espressione del mondo sunnita nel suo insieme:è  questo anche che la lega promossa dall’Arabia vuole mettere in luce

 

TRAMONTO DELLO STATO ISLAMICO

 

. Il  Califfato si è affermato in un vuoto di potere senza forze che fossero in grado di opporsi : lo stato di caos, di lotta di tutti contro tutti  che purtroppo caratterizza quelle terre. Curdi, Turchi, sciiti, sunniti, moderati e estremisti islamici, integralisti di diverse tendenza sono tutti in lotta fra di loro  e i nemici diventano provvisoriamente alleati  per ridiventare nemici un momento dopo, con interventi poi esterni di Americani e Russi ( i Cinesi si tengono ancora in disparte? Il califfato si è affermato in un vuoto di potere senza forze che fossero in grado di opporsi effettivamente

II successi iniziali erano dovuti soprattutto  al fatto che i sunniti di Iraq e Siria che si  sentivano oppressi dagli sciiti ( e alawiti)  li accoglievano come liberatori mentre l’esercito iracheno, nelle terre sunnite, si dissolveva senza combattere cedendo anche le armi  L’ ISIS però cominciava a  perseguitare  ferocemente  gli sciiti determinando  la reazione dell’intero mondo sciita  Ha poi infierito in modo del tutto ingiustificato sui cristiani e sugli yazidi  arrivando a usare come schiave sessuali le loro donne. un fatto che ha gettato su di essi una infamia ancora maggiore che le spietate esecuzioni di prigionieri e nemici veri o immaginari . Sono andati poi a  scontrarsi con i Curdi,  una etnia che da sempre si sente in guerra,  ben organizzata e decisa a difendersi: non c’era alcun motivo ragionevole di aprire un tale fronte Dapprima la Turchia per motivi ideologici e politici  li ha favoriti permettendo arrivo di rifornimenti e volontari  Per tutta risposta, di fronte a certe indecisioni, hanno colpito la Turchia con attentati devastanti  costringendola alla fine  a cambiare radicalmente  politica. Hanno rivendicato attacchi in Francia e in tutto l’Occidente del tutto  controproducenti. Hanno organizzato addirittura  attentati sanguinosi in Afganistan alienandosi perfino le simpatie dei talebani  che non gradirono questa intromissione sanguinosa

Perfino  le altre organizzazioni jihadiste di ascendenza di al Qaeda che all’inizio confluivano   nel califfato, si sono ritratte  di fronte a certi eccessi   

 E’ d’altra parte comune  nella storia che i fanatici credendo che Dio sia con loro non misurano forze e fatti e circostanze e finiscono con il creare essi stessi le condizioni della propria fine .

 In pratica il Califfato ha sfidato tanti che erano nemici fra loro  costringendoli in qualche modo ad allearsi contro di essa: dai Curdi agli sciiti, ai Russi agli Americani  Forse volevano emulare i primi califfi che affrontarono insieme Persiani e Bizantini e riuscirono vincitori creando in pochi anni un impero,   universale per quei tempi, dai confini dell’India ai Pirenei . Ma quelli si mostrarono non solo fanatici ma anche tolleranti e aperti e furono spesso accolti come liberatori perfino dalle chiese cristiane (come dai copti d’Egitto) :  questi dei nostri giorni invece si sono mostrati solo fanatici

Alla  meta del 2016  la sorte del Califfato  quindi era  segnata: rimaneva  solo incerto il tempo della sua caduta ma non la caduta.

Se la  affermazione dello Califfato islamico  fu fulminea  con l’occupazione quasi senza combattere di ampie zone della Siria e dell’Iraq, con   la grande citta di Mossul con 700.000  abitanti invece la  sua decadenza, il suo tramonto è stato invece lunghissimo.  In qualche modo le motivazioni sono le stesse Ed infatti ci sono  voluti ancora molti anni ancora  per abbattere il califfato In Siria, in verità, la lotta segnava  il passo perchè Asad , con il potente aiuto russo.  aveva  per obbiettivo primario i suoi nemici non-ISIS cioè le milizie islamiste e quelle  laiche del Libero Esercito Siriano che in realtà non sono poi tanto distinguibili poiche ambedue si riconoscono nella  parte sunnita . Ed è comprensibile l’intento di Asad:  finche esiste il califfato la sua presenza è preziosa e indispensabile come il più sicuro e principale nemico di esso.: paradossalmente la forza del califfato  rendeva  più forte la posizione di Asad: i nemici si tengono a vicenda , unfatto poi comune nella storia

 In Iraq invece verso la citta principale di tutto il califfato, Mosul  si sono mosse le milizie curde e  quelle sciite e l’esercito regolare iracheno che in realtà è anche esso formato da sciiti, tutti  appoggiati all’aviazione occidentale.  Si parlava di una difesa estrema in Mosul una specie  di Stalingrado islamica ma  mancavano  le forze popolari che diedero  luogo a quella lontana epopea russa .

In realta le forze del califfato  sono state sempre molto  esigue, per la meta circa formata da volontari provenienti da tanti paesi diversi  La loro resistenza per anni  è dovuta a una serie di fortuite circostanze nei complessi intrecci del  M.O . che pero il fanatismo estremo dei jihadisti ha dissolto  incautamente

 La parte siriana infatti era preda di una guerra civile feroce e insensata e infinita  con  il  territorio in mano a gruppi, meglio  bande, disordinate, in una folle lotta di tutti contro tutti. La parte irachena era invece  in preda di un forsennato conflitto etnico religioso: la maggioranza sciita dell’Iraq, da sempre oppressa dalla minoranza sunnita,  aveva preso il potere in base al democratico suffragio universale improvvidamente imposto dagli Americani e dominava a sua volta sui sunniti. Il movimento del Califfato, dominato dalla ideologia wahabita che considerava nemici più odiati proprio gli sciiti ,  apparve per qualche momento il mezzo provvidenziale di riscatto o almeno il male minore  per i sunniti.  Il fulmineo affermarsi del Califfato era quindi dovuto all’infinito inestricabile conflitto del Medio Oriente di tutti contro tutti.   Apparve pero ai credenti fanatici come  segno di Dio, la realizzazione voluta da Dio di uno stato pienamente islamico. Infatti  nel giugno del 2014 veniva proclamato il  Califfato islamico  che prendeva il posto del nome ISIS (Non si trattava di un semplice cambio di nome ma di una pretesa universalità del mondo islamico tutto riunito sotto la guida di una sola autorità, secondo la tradizione dei primi tempi. L’ultimo califfo era stato il sultano turco, poi deposto dai Giovani Turchi, e da allora la carica è restata vuota  Veniva pero proclamato califfo un personaggio non molto eminente, quasi sconosciuto, Ibrāhīm al-Badrī con il nome altisonante di Abū Bakr al-Baghdādī:  Abu bakr è il nome del primo califfo ( =succesore  ) del  Rasul   (l’inviato, il profeta)   , il padre della  famosa Aisha data in sposa ancora bambina  a Muhammed ( Maometto) , baghadadi invece  significa  da Bagdad perche pare che questi .nativo di Samarra , aveva studiato in quella città storica, sede dei primi califfi.   La proclamazione  di un califfo quasi sconosciuto era del tutto fuori delle  regole  della tradizione ma si affermava che Dio, dando la vittoria,  aveva dato il segno della sua volontà e che man mano i successi  futuri  avrebbero consolidato il suo ruolo. Accorrevano allora volontari (foreign fighters) da ogni parte, non solo dal  mondo islamico  ma anche dall’Occidente fra lo stupore e il timore degli occidentali . Questi  hanno sempre capito poco del jihadismo, inteso sempre come un fenomeno di arretratezza o di follia  che poteva contagiare solo menti di popoli arretrati  mentre invece vedevano con sgomento, che esso risorgeva fra le terze generazioni degli immigrati, gente nata e cresciuta ed educata in Occidente.  Il fenomeno del jihadismo  aveva già  una lunga storia  ed era culminato con l’attacco alle Torri Gemelle  del 11 settembre. Pero fino ad  allora   si trattava sempre  di gruppi terroristici  senza responsabilità di governo  mentre ora si aveva un territorio da amministrare , si creava insomma un vero stato islamico  sia pure non riconosciuto da nessuno a livello internazionale. Il successo fu quindi attribuito alla  volontà di Dio invece che a condizioni eccezionali e diede ali al fanatismo più esasperato , soprattutto si perse ogni senso del limite e della realtà  inimicandosi tutto e tutti. Sono stati cosi sempre più isolati   ed è cominciata la lunga,  lunghissima lotta di tutti  contro il Califfato. La lunghissima durata di essa è dovuta alle stesse ragioni della sua fulminea affermazione

Lentamente, molto lentamente si sonio spenti  gli ultimi fuochi del Califfato islamico  . La guerra  contro il  Califfato è stata per questo condotta da tutti ma nello stesso tempo tutti in lotta e in sospetto fra di loro 

La fine del Califfato non vuol dire la fine del  jihadismo  che continuerà ancora per un tempo imprevedibile. E’ però, a nostro parere, un colpo fortissimo per il jihadismo:  pare difficile credere ancora che Dio sia con essi dal momento che quel tentativo di stato è finito nel sangue, nella desolazione, in inaudite quante inutili sofferenze. Per i credenti questo può essere un motivo decisivo