Pubblicato in "Osservatorio Internazionale " marzo 2010 n. 3 ,     HOME

 

TOGLIATTI

E IL PARTITO DI MASSA 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

IL PANGNOTTISTA

Togliatti arrivò a Napoli nel  marzo del 44 mentre infuriava l'eruzione del  Vesuvio che fu l'ultima. A Napoli riceveva le iscrizioni al PCI a Montesanto, un vecchio militante comunista, uno della vecchia guardia: a chi chiedeva la iscrizione faceva una specie di esame: se lo riteneva sincero lo iscriveva: se invece pensava che fosse un opportunista allora lo cacciava scrivendo vicino al suo nome  una " P" (cioè pagnottista). Togliatti lo fece subito rimuovere e volle che il partito accogliesse  quanti più cittadini  fosse possibile

Il fatto e' che il militante, come tutti allora, pensava a una rivoluzione imminente  e quindi pensava a  un partito come quello di Lenin, fatto tutti da rivoluzionari dediti alla causa, quasi dei professionisti che guidasse la insurrezione. Ma  Togliatti veniva da Mosca e quindi sapeva che l'Italia era stata assegnato al “campo del capitalismo”, che la rivoluzione non si doveva fare  per il momento  ma un giorno, chi sa quando. Cosi Togliatti operò  la svolta di Salerno, entro nel governo del re, partecipò alla stesura di una Costituzione borghese,votò addirittura il Concordato  Per  attendere il momento propizio per la instaurazione del comunismo formò quello che fu detto " partito nuovo" che per una intera generazione segnò profondamente tanta parte degli italiani  

 

 PARTITO DI MASSA

Il partito comunista formato di Togliatti riprendeva la antica  e gloriosa tradizione del partito socialista prima del fascismo:  era quello che  modernamente viene definito  “partito di massa”

Si trattava di una organizzazione che non aveva come fine immediato e precipuo vincere le elezioni ma organizzare le masse per quando fosse venuto il momento  e intanto  rappresentare valori e istanze. il partito, quindi,   formava quasi  uno stato nello stato o, meglio, una società nella società: oltre che attività politica i giovani facevano sport, i vecchi giocavano a carte, chi voleva poteva anche studiare, fiorivano gli amori fra compagni e compagne.
Il PCI intendeva preparare le masse al momento ,considerato scientificamente sicuro,  nel quale sarebbe stato possibile la rivoluzione comunista e le masse comuniste potevano aspettare a lungo perche vi era una attesa escatologica, non si voleva un governo un pò meno peggio degli altri, ma un rinnovamento mondiale, una palingenesi universale
All’inizio  era viva l’attesa del momento, che sembrava imminente, della presa del potere e per tanti quel momento sembrò avverarsi nel 1948, all’attentato di Togliatti : le masse comuniste sembrarono insorgere spontaneamente ma le strutture del partito subito intervennero per evitare una tale eventualità che non era in ordine ai disegni del comunismo internazionale. Non che si  subordinasse l’ Italia alla Russia e a Stalin ma la rivoluzione comunista era considerata un fatto mondiale che vinceva o perdeva in tutto il mondo e per vincere occorreva coordinazione e disciplina internazionale.

 Man mano pero andò scemando la prospettiva di una rivoluzione di tipo leninista nella  quale le avanguardie proletarie avrebbero instaurato la dittatura del proletariato, occupando, come in Russia,  il Palazzo di Inverno: anche forse perche come aveva pure compreso 20 anni  prima Gramsci, in Italia non c’era nemmeno un Palazzo di Inverno

 Ma la  Rivoluzione non è solo la insurrezione armata di una minoranza, (anzi Marx lo avrebbe escluso): anzi in genere le rivoluzioni popolari non lo sono ma e' il popolo che scende in massa e abbatte un regime: cosi accadde  per la Zar di Russia e anche per la fine del comunismo.
Soprattutto poi nel pensiero marxista il  comunismo è “LA”  rivoluzione (non "una " rivoluzione ) nel senso che cambia radicalmente la società borghese, che questo avvenga attraverso la violenza o (quasi) pacificamente o anche attraverso il voto democratico.
Per questo  il PC rimase sempre  il partito della rivoluzione in riferimento alla società capitalista e tale si è sempre dichiarato, mai della insurrezione armata che il PC non solo non organizzò mai ma anzi fece sempre di tutto per scongiurare che una simile eventualità scoppiasse spontaneamente.
Gli altri partiti cercarono anche di imitarli senza riuscirci,  però. La DC non fu mai partito di massa: pero essa potè  contrapporre alle organizzazioni comuniste quelle altrettanto efficienti  cattoliche che erano il vero avversario di quelle comuniste ("collateralismo cattolico " , si disse)

Ma le organizzazioni cattoliche non facevano parte della DC : non erano dirette dalla DC, esistevano prima della DC ed esistono dopo la DC : il "collateralismo"  consisteva nel fatto  che le organizzazioni cattoliche si opponevano in tutti campi del sociale a quelle comuniste e d'altra parte  fornivano i quadri alla DC che di per se organizzava il consenso elettorale : esistevano cineforum comunisti e parrocchiali ,non quelli della DC.

La conseguenza pratica di questa situazione fu che il PC regalò alla DC un quarantennio incontrastato di governo: la DC correva per vincere  le elezioni, anzi era sempre certa di vincerle, a livello nazionale almeno, mentre il PC incarnava valori e aspettative ma era sempre sicuro di perdere le elezioni, almeno a livello nazionale

 

PARTITO ELETTORALE 

Alla fine  degli anni 60 fu chiaro che la società comunista  non sarebbe mai arrivata, il partito entro in crisi: ma  era cosi  radicato nel territorio e nella coscienza che in tanti continuarono a sentirsene parte e anche quando poi si sciolse nel 89 con il crollo definitivo del comunismo molti non si rassegnarono e vorrebbero ancora farlo risorgere

 Niente di nuovo:  fenomeni simili si ebbero anche fra ii cattolici che, per oltre 40 anni, non vollero partecipare allo stato unitario e rimpiangevano il tempo di "gnora ava", il bel tempo di una volta quando c’era il re

Il partito di massa  è finito  un po alla volta da oltre 30 anni: oggi vi sono i partiti cosi detti "elettorali " cioè organizzazioni che cercano di organizzare il consenso in vista di vincere le elezioni.
 
Nel mondo moderno  non è più proponibile un partito di massa  come nel secolo scorso e per molte ragioni di cui però la più importante ci pare questa: i grandi partiti di  massa, socialista e comunista, nascevano nella convinzione che prima o dopo, ma comunque in un periodo di tempo  non troppo lungo, ci sarebbe stata  la grande RIVOLUZIONE: ma le  masse hanno visto che  la rivoluzione ,e' venuta,  e' fallita, e' passata definitivamente: nessuno crede  che, almeno per le  la prossime generazioni,  ci sarà

Che senso avrebbe allora un partito che prepara a una società che non ci sarà, almeno in tempi prevedibili ?

Un partito moderno di opposizione come il PD deve preoccuparsi  delle "prossime" elezioni perché  non ha una alternativa globale in cui credere, non ha una Rivoluzione da attendere:  non può lasciare al governo la destra per 40 anni, deve cercare di vincere la prossima  elezione o si disintegrerà, sarà sostituito da altri

Però  i partiti di massa, nel senso sociologico di cui sopra, in effetti esistono  ancora: sono quelli dell'estrema sinistra ( e anche dell'estrema destra) che intendono portare avanti una loro  idea senza aspettarsi di vincere le elezioni  anzi spesso i propri aderenti non votano nemmeno: esistono ma sono troppo piccoli per avere una qualche influenza politica come lo ebbero invece  i gloriosi partiti  di sinistra del secolo scorso