Pubblicato in " Appunti "  settembre   2018   anno XV  n 9 HOME

 

 

LA CRISI DELLA SOCIETÀ’  AFFLUENTE

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

La nostra società moderna occidentale viene definita affluente o dell abbondanza in  contrapposizione a quelle  del passato dette della penuria  Le società primitive della raccolta e della caccia erano tutte rivolte alla semplice  sopravvivenza immediata legata al reperimento del cibo necessario al momento (preistoria)   Con la cosiddetta rivoluzione agricola entriamo in quella che viene definita ” storia”:   si riesce a stabilizzare la produzione, tutti possono avere una certa sicurezza di avere cibo sufficiente Ci sono inoltre eccedenza agricole che  permettono a un certo numero di individui di non occuparsi direttamente della produzione: nasce cosi la civiltà, la costruzione di grandi monumenti e città, di organizzazioni sociali complesse. di possibilità di commerci

Tuttavia fino a qualche secolo fa  la produzione era appena sufficiente : è vero che un parte della popolazione (nobiltà, patrizi, boiardi ecc) poteva vivere nel lusso ma in realtà si trattava di un numero ristrettissimo di persone : se si fossero distribuite i loro consumi a tutta la popolazioene il livello non sarebbe poi aumentato di molto e in concreto la disorganizzazione e i disordini  avrebbero  causato più danni di quanto vantaggi la distribuzione avrebbe comportato  Per questo motivi le rivolte popolari erano molto comuni, quasi una costante fisiologica ma presto si esaurivano  perchè alla  fine  la produzione era quella e distruggere i nobili non la faceva aumentare di certo

 Se consideriamo, ad esempio, l’assalto ai forni descritto da Manzoni, la collera popolare poteva portare a qualche  sollievo immediato ma alla fin,e se i raccolti erano andati male non bastava la farina per tutti:  era un fatto che non poteva essere cambiato (e i più poveri ne soffrivano di più)

 Tutto questo però ha cominciato a cambiare,  diciamo, alla fine del ‘700  con lo sviluppo tecnico scientifico   Questo infatti ha reso possibile una sempre maggiore produzione non solo di cibo ma di tutti i beni di consumo  con ritmi sempre maggiori  fino ad arrivare nella nostra  epoca, alla società affluente alla capacita cioe di produrre più cibo , più elettromestici,. più auto, più servizi di quanto possano poi effettivamente essere necessari e anche consumati  Il problema non è più produrre beni ma trovare persone che abbiano la volontà e i mezzi per comprarli. 

Questo ha portato a un innalzamento continuo del livello di vita materiale. Ogni generazione costantemente viveva meglio della precedente. Ma quasi improvvisamente ci siamo accorti  che questa tendenza che sembrava del tutto sicura si è inceppata, si è capovolta: una parte almeno infatti delle nuove generazioni vive peggio delle precedenti

Ci possiamo allora chiedere per quale misterioso, imprevisto motivo se possiamo produrre tanto  eppure tanti  mancano di tanto 

 

Il problema è soprattutto  la distribuzione e questo  dipende dal sistema economico. Infatti nei gloriosi trenta anni di crescita vi è stato progresso in Occidente ma molto meno in URSS e addirittura regresso in Cina. Se ora c'e difficolta in Occidente nella   distribuzione ( non produzione) dei beni questo non  può che essere dovuto al sistema politico   economico  Se non sara la globalizzazione o il neoliberismo  sarà magari un complotto di marziani    

Alcuni ritengono che ci sarebbe  una stasi nell’economia  perchè  la gente non  desidera dei beni Ma la domanda si  può spostare da un campo all’altro  ma l’uomo vuole sempre qualcosa in più: il problema è che non  può comprarli  perchè i redditi sono depressi non certo perchè  mancano i desideri  Se la popolazione invecchia si compreranno sedie  a rotelle invece che articoli sportivi , ma molti non riescono più a pagare le cure ( e nel futuro si prevede ancora peggio)  , se non ci vogliono più case in citta si compreranno quelle  di vacanza :ma non mi pare  proprio  che non occorrono  case  ma che molti stanno per perderla  perchè non riescono a pagare il mutuo  E impensabile che gli uomini non desiderano beni ma è evidente che molti, troppi non ne hanno la possibilità  economica per salari bassi e/o precari anche per quelli piùi

necessari (povertà assoluta, relativa, rischio povertà) Tutti vorrebbero fare una settimana bianca: ma certo i precari i sotto occupati, gli ingegneri da   1000 euro al mese  non possono permetterselo)

 

Ma cosa è intervenuta allora in questi ultimi anni per invertire una tendenza ormai secolare?  Il  fatto nuovo è con tutta evidenza la tendenza neo  liberista,  la  deregulation inaugurata  in America da Reagan  e in Inghilterra dalla Thatcher   e poi la globalizzazioene  che è un sistema di liberismo allargato a livello internazionale

 

Se una impresa aumenta i salari più delle altre imprese concorrenti   fallisce. sia che si trovi  di una fase di espansione che di crisi, di aumento o diminuzione della produttività.: è ovvio  Non fallisce invece se l’aumento riguarda contemporaneamente tutte le imprese Per questo il liberismo nei rapporti  di lavoro porta inevitabilmente alla diminuzione dei salari, alla polarizzazione dei redditi  e alla  fine  alla catastrofe economica  per sovrapproduzione   (come Marx  prevedeva 150 ani fa)

Il punto è che si tratta di un processo autoesaltante:  crescono i salari,  stimolano la produzione che stimola i salari che fanno aumentare la produzione. il processo inverso si ha quando la diminuzione dei salari abbassa la produzione che a sua volta abbassa i salari e cosi via

Se questo non è avvenuto  è  perchè lo stato (meglio  la società) è intervenuto. Si sono avuti i sindacati, i contratti collettivi, le assicurazioni obbligatorie, la pensione, la assistenza sanitaria la scuola e cosi via, tutte cose che alla  fine gravano in un modo o nell’altro sulla impresa e sulle entrate  Ma poichè l’aumento  di fatto riguarda  tutte le imprese, nessuna fallisce anzi tutte possono prosperare  perchè aumenta la domanda   Se pero le imprese possono delocalizzare  (globalizzazione) allora l’aumento dei  salari contemporaneo non è possibile (non esistono contratti collettivo transazionali)  Le imprese  necessariamente si trasferiscono dove vi sono  minore salari, minori tasse minori, controlli importando  quindi insieme alle merci povertà, scontento sociale  e crisi politica

E quello che avviene sotto gli occhi di tutti

Il problema è che si vede tutto dalla parte della offerta e si rimuove quasi  del tutto il lato della  domanda  Se c’e un crisi  allora si dice di aumentare la offerta diminuendo i costi , comprimendo i salari   ma le nostre crisi  sono di sovrapproduzione e quindi  bisogna aumentare la domanda   In questa prospettiva sono stati dati i famosi 80 euro ; sarebbe  stato meglio darli ai disoccupati, è vero,  ma la logica è la stessa

 I paesi del benessere  hanno prezzi alti e alti salari . Sono i paesi poveri ad avere prezzi bassi e bassi salari

 

 .Non è   possibile, mantenere  le conquiste dei lavoratori in un mondo globalizzato (delle  delocalizzazione)  perchè quelle  erano garantite e supportate  da uno stato  ( o meglio societa)  ma ora il mercato è diventato globale ma non esiste uno stato (società)  globale .- Non esistono sindacati nè leggi nè regole valide in tutto il mondo e quindi la competizione porta fatalmente   alla compressione delle condizioni dei lavoratori come  avveniva all’inizio della industrializzazione prima che  un po tutti i governi (non solo di sinistra) provvedessero a quelle garanzie