Pubblicato in  Italianotizie 02/12/20 Home

 

Il RCEP. il più grande accordo economico della storia

 

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

  

 

 Il RCEP, l’accordo  commerciale promosso soprattutto dalla  Cina nel Pacifico è passato quasi inosservato nella opinione pubblica occidentale,  tutta presa dai problemi ben più incombenti della pandemia La stampa economica però ne ha illustrato  ampiamente aspetti e conseguenze che, almeno potenzialmente, possono essere epocali. Vediamo innanzi tutto di che tratta precisamente. Il suo nome ufficiale è  Partenariato Economico Globale Regionale (in lingua inglese Regional Comprehensive Economic Partnership, da cui l’acronimo RCEP)

Ad esso aderiscono: Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud.

e altre  sette paesi già aderenti all ASEAN (l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico) e  cioè Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam

 Ci si sofferma sui numeri di record di questo trattato commerciale. il più ampio della storia,  che riunisce una popolazione di  due miliari e 200 milioni di persone,   intorno al 30% della popolazione mondiale  e grosso modo la stessa percentuale della economia mondiale 

Tuttavia la sua importanza sarà verificata o meno nei prossimi anni: benchè sia stata firmata  a novembre  di questo anno, le trattative erano già iniziate   dal lontano 2011 e andrà in vigore solo quando tutti i paesi lo avranno  ratificato secondo gli ordinamenti  di ciascuno, entro due anni. Solo dopo potrà andare in vigore ma i suoi effetti si vedranno in tempi lunghi  secondo quanto sarà effettivamente attivato di quello che in fondo sono soltanto delle dichiarazioni di intenti, tutte da verificare e attuare. Per dare una idea, delll’ unione europea si è cominciato  a trattare già da settanta anni e si è ben lungi della  sua  effettiva realizzazione.  

 Il RCEP riunisce paesi  diversi,  dal Giappone  e Corea da tempo già inseriti fra i paesi più avanzati al mondo, da paesi poveri e arretrati come  Filippine e Laos. dalla  Cina  che più che un paese è un intero continente  in via di imponente  sviluppo  da alcuni  decenni, e vi sono anche due paesi occidentali, Australia e Nuova Zelanda : riusciranno paesi  cosi diversi a trovare intese accettabili per tutti? vediamo già le difficolta per la Unione Europee i cui paesi sono ben più omogenei economicamente oltre che culturalmente

Si vedrà nel futuro , nemmeno troppo vicino

Importante è notare, però, il rapporto con il TPP (dall’inglese  Trans-Pacific Partnership, cioe Partenariato Trans-Pacifico ) Esso  riuniva paesi intorno al Pacifico  con esclusione pero della Cina  mentre il RCEP esclude gli USA Quindi i due trattati sembrerebbero  alternativi, l’uno guidato dalla Cina e l’altro dagli USA

 Il TIP comprendeva  oltre agli Stati Uniti, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Vietnam. Nel gennaio ddl 2017 l’allora nuovo presidente USA Trump ritirò formalmente la adesione  USA nel quadro del programmatico rifiuto di  vasti accordi  multilaterali e per  la preferenza ad accordi bilaterali. La causa  è che gli USA cercano di ridurre il proprio disavanzo commerciale limitando la globalizzazione. Il problema generale è che la  economia americana, e quella avanzata in generale, non può sostenere la concorrenza di paesi dai bassissimi salari e  bassissimi standard lavorativi e quindi finiscono  con l’importare, insieme alle  merci, anche disoccupazione, sotto occupazione e desertificazione industriale . Non fu quindi una decisione estemporanea  di Trump quanto una  tentativo di inversione di una tendenza globalizzatrice in atto ormai da molti decenni

 

Comunque  per effetto del ritiro americano il TTP si è trasformato in CPTPP (acronimo dall’inglese  Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) ma piu comunemente conosciuto come  TPP-11. Ad esso infatti hanno aderito  undici Paesi: Australia, Brunei , Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Perù, Nuova Zelanda, Singapore e Vietnam. Come si vede tranne i paesi della America latina  gli altri aderiscono ora al   RCEP con la Cina: inevitabilmente  i due trattati saranno alternativi   

Bisogna  ora vedere quale sarà il nuovo atteggiamento degli USA con Biden che potrebbe  continuare  nella sostanza la politica del predecessore o capovolgerla del tutto o mantenersi prudentemente su una via di mezzo. Impossibile per  ora prevedere  anche se a noi pare che la prima opzione sia quella più probabile

 

Altro elemento importante da rilevare è la non adesione dell’India . l’altro paese continente  L’ India era parte dei negoziati ma nel  novembre 2019, il primo ministro, nazionalista Narendra Modi, si ritirò , affermando di volere  proteggere industrie e agricoltura indiana  dai prodotti a basso costo della  Cina oltre che dall’avanzata agricoltura australiana e  neozelandese. Presumibilmente pero il motivo fondamentale  è stato di ordine politico : il l timore di una eccessiva preponderanza cinese e di un riavvicinamento agli  USA di Trump in controtendenza con quella  tradizionale di sempre che vedeva gli  USA alleati del Pakistan, storico nemico dell’ India

Per il momento l’ India, a differenza dei  paesi aderenti al RCEP,  è travolta dalla tragedia del covid che  ha messo in ginocchio la sua pur sempre fragile economia e quindi ha ben altri problemi a cui pensare. In un prossimo futuro la fazione nazionalista  potrebbe perdere le elezioni e magari anche l’India potrebbe riaccostarsi alla Cina ad aderire  al RCEP

In effetti  tutto rimane sempre  su supposizioni : solo in un futuro non troppo immediato si vedranno gli effetti e se ci saranno effettivamente

 

 

 

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