Pubblicato in " Appunti "  novembre   2020   anno XVII  n 11 HOME

 

 

FELICITÀ E BENESSERE

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Isistemi politici economici di oggi si occupano della prosperità, dei mezzi materiali ma non dei valori, della  spiritualità. in una parola della felicità dell’uomo  Da qui quindi l’accusa comune a destra e sinistra di materialismo con un velato  o non velato rimpianto dei tempi  in cui si suppone che  lo stato ponesse  come problema fondamentale  l’affermazione dei valori , della vera felicita  dell’uomo che non è nei beni di consumo Anzi non pochi vedono nel cosi detto consumismo il male radicale della nostra  età

Ma che basi ha una tale prospettiva?

  Chiariamo che Il benessere non riguarda solo l’ammontare del reddito: c’è anche la sicurezza personale, l’ordine, la possibilità di trovare lavoro, la pensione, la scuola, la assistenza sanitaria e cosi via Tutte cose che pero costano tanto e quindi le risorse finanziarie sono la condizione imprescindibile del benessere

 

E’ verissimo che nelle peggiori condizioni materiali l uomo puo trovare soddisfazione e felicita cosi come nella ricchezza infelicità e scontentezza_ si può essere felici e infelice a prescindere dal benessere

Tuttavia è anche vero che il benessere è preferibile sia nella felicita che nella infelicita

 

Avere la possibilità di mantenere una famiglia, o di curarci è certo meglio che non averla Una moglie piange se il marito che ama la ha abbandonata ma una cosa è se lo fa senza problemi economici magari ai bordi di una piscina, una cosa in un tugurio senza avere di che sopravvivere

E poi vero che  nella estrema miseria non si puo essere felice : chi soffre la fame e soprattutto vede i figli che la soffrono è alla disperazione . Ma qui non parliamo della estrema miseria ma della povertà dignitosa e di modeste condizioni di chi ha cio che è necessario e utile ma non il superfluo. La polemica è contro l’eccesso di beni ( il consumismo) con un richiamo a una vita più austera . Si dice spesso decrescita felice con l ’dea  che rinunciare agli eccessi del beni ( eccessi non presenza ) porti anche a una vita più felice

 

 Il problema essenziale pero è che  la felicita è qualcosa di esistenziale legato a esigenze puramente personali. Il cristiano è felice di andare al martirio perché crede di incontrare Dio , lo shaid sorride mentre si fa esplodere nella folla dei ( supposti) nemici perché lo attendono 32 vergini ( che non sono Dio, ma non da buttare via) Ma a parte i casi particolari, più banalmente, noi siamo felici quando la ragazza dei nostri sogni ci dice si, quando il nostro bambino balbetta la prima parola, quando un nostro caro supera una malattia e cosi via: lo stato democratico non può provvedere a queste cose e soprattutto nemmeno stabilire poi cosa ci fa felice.

 

Si puo  essere d’accordo sul primato dello spirituale ma lo stato democratico non puo stabilire quale sia il benessere spirituale come invece pretende di fare lo stato totalitario

Tutti sappiamo cosa sono i beni materiali ma quali sono i beni spirituali? : quelli cristiani o quelli buddisti, quelli religiosi o quelli dell’ateismo, forse l amore e la famiglia o l’essere senza legami o la cultura o i viaggi o mille altre cose Dipende dalla persona: lo stato democratico non può stabilirlo
Gli stati confessionali ( totalitari) credono invece di stabilire che seguendo questo o quel credo religioso o ateo si rende la gente felice

 Nella democrazia il perseguimento della spiritualità è delegato alle chiese, associazioni , enti che fioriscono in gran numero e fra le quali il cittadino può scegliere liberamente. C’è chi segue il messaggio evangelico e chi quello buddista, chi aderisce all’ ateismo integrale , ci sono i family day e i gay pride e cosi via (perfino i terrapiattisti)

Gli stati totalitari  mirano alla felicita dei cittadini, quelli democratici si occupano solo del benessere