Pubblicato in Italianotizie  14/04/20 Home  

 

  La sfida di  Hong Kong

 

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari  

 

La diffusione mondiale dell’infezione del covid 19 ha come  sospeso , messo tra parentesi, per qualche tempo le questioni internazionali  che però sono rimaste tutte intere pronte a deflagrare. E infatti in Estremo Oriente, dove  la  pandemia sembra attenuata, almeno per  il momento, si riaffaccia alla  ribalta la questione di Hong Kong   Nel 1997 la Cina con un accordo con l’Inghilterra  recuperò la sovranità sul territorio impegnandosi  però a lasciare che Hong Kong continuasse ad essere governata  secondo il sistema  politico  in atto per ancora 50 anni,  fino  al 2047: si disse: una nazione, due sistemi. In pratica a Hong Kong vige un  sistema di liberta democratiche  del tutto impensabile  nel resto della  Cina. In verità non si tengono propriamente delle  libere elezioni e il governo viene nominato con un complesso sistema nel quale  il governo centrale cinese ha una decisiva influenza : tuttavia le liberta fondamentali di tipo occidentale sono garantite. Dopo circa 25  anni questo accordo pragmatico  che salvava un pò la faccia a Cinesi e Inglesi  però mostra i suoi limiti. Che avverò fra 25 anni quando la  dualità di regimi del tutto incompatibile verrà a scadere? Chiaramente per i Cinesi non ci sono dubbi: Hong Kong diventerà  una delle  tante  province come tutte le altre, retta  dal sistema del resto della  Cina, autoritario,  repressivo  che non tollera nessun dissenso. A questo gli abitanti di Hong Kong non paiono affatto disposti  ad accettare e, inevitabilmente, per scongiurarlo non c’è altro mezzo  che prolungare all’infinito  la dualità  dei sistemi , in pratica diventare  uno stato indipendente. Dal punto di vista economico l’autonomia di Hong Kong potrebbe  essere conveniente anche alla Cina  stessa come lo è stato dal 1949 al 1997 : in effetti la Cina di   Mao si guardò bene  dal riconquistare  ( liberare, come  si diceva)  quel territorio  perché costituiva pur sempre la finestra della  Cina sul mondo. La convenienza potrebbe  essere presente anche ora  che la Cina è tornata da essere una grande potenza mondiale : tuttavia  una soluzione del genere  urta contro il sentimento dell’orgoglioso   patriottismo cinese. Si parla spesso di nazionalismo cinese  ma il concetto è molto diverso da quello occidentale: per i Cinesi la perdita di territori attraverso quelli che vengono  definiti ”trattati ineguali”  del’800 fu la massima umiliazione  per il paese che si riteneva  il centro del mondo (Zhōngguó  ) Il recupero di Hong Kong costituisce quello  che noi definiremmo un principio non negoziabile

Ad Hong Kong  una parte della popolazione,  cospicua anche se non facilmente quantificabile, vorrebbe invece mantenere la propria libertà  e autonomia e  anche, occorre dirlo, i vantaggi economici che essa comporta.  Da qui da anni ormai il  territorio è luogo di un continue  dimostrazioni e proteste che  sono poi esplose l anno scorso contro una trattato di estradizione  che avrebbe potuto essere usato anche per  reati politici, benchè il caso fosse escluso, ma si sa le differenze poi  sono difficilmente   definibili.

 Ora la protesta si è riaccesa di fronte  una nuova legge sulla sicurezza    valida  per Hong Kong by passando il governo locale che stabilisce  con margini indefiniti   di  impedire, fermare e punire ogni atto o attività che metta in pericolo la sicurezza nazionale, come separatismo, sovversione del potere dello Stato, terrorismo o attività di forze straniere che interferiscono negli affari di Hong Kong".

  La legge in concreto  non esiste ancora (noi diremmo una   legge delega)  ma è stata approvata da tutto il parlamento cinese  con 2.878 voti favorevoli, 6 astenuti  e 1 contrario ( tutti si chiedono  di chi fosse quel voto ma non si sa)

 

 Il pericolo questa volta è reale e concreto: è chiaro che applicando estensivamente una tale  norma le liberta di Hong Kong  in pratica  sarebbero soppresse  insieme a ogni velleità di indipendenza A questo punto pero entra in scena in modo massiccio la America di Trump e anche l'opinione pubblica, o almeno una parte di essa, dell'Europa  che scende in difesa delle libertà  contro la paventata oppressione poliziesca cinese ad Hong Kong.  Sarebbe facile notare che Trump non ha alcun problema a stringere una  cordiale  alleanza con paesi  come l ‘Ararbia Saudita, paese che è lontano molto più della Cina dai principi occidentali. Ma questo è un tema comune: è chiaro che Hong  Kong è solo una occasione per uno scontro fra i due paesi che appaiono al momento le due gradi potenze  mondiali La Ue invece è divisa fra i suoi 27 stati, ciascuno dei quali  ha una sua particolare politica internazionale e quindi in realtà  non ha alcuna influenza

Ma cosa possono  fare gli USA? Non certo  una opzione militare che  nessuno, per fortuna, nemmeno Trump, ipotizza ma solo rappresaglie economiche. La prima di essa è quella che  gli USA non intendono più riconoscere a Hong Kong lo statuto commerciale speciale, in sostanza un  porto franco: provvedimento che per altro colpirebbe piu direttamente proprio la popolazione  di Hong Kong che si proclama di voler proteggere.   Ma le  sanzioni potrebbero essere molto dannose anche per  la economia cinese  che già da anni vede il suo accrescimento del PIL  dimezzato rispetto ai primi anni del secolo : ma d’altra parte è anche vero che la Cina non solo può cedere per motivi politici-ideologici  ma anche da punto di vista  economico  con o senza Hong Kong le misure sarebbero prese ugualmente perche il problema di  Hong Kong sarebbe solo una occasione D’altra parte la Cina ha ormai da anni , in particolare con la svolta della ™Assemblea Nazionale del Popolo dopo il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese nel 2018 ha preso atto che non può piu basare il suo sviluppo sulle esportazioni  ma che deve incrementare i consumi interni.

Da tutto  questo la conclusione che si ricava è che Hong Kpng non riuscirà a mantenere la propria libertò, che gli interventi a difesa di essa, anche se ci saranno, risulteranno solo di facciata  o pretesti per altri fini 

 Ma è pur sempre vero che  il futuro non è mai prevedibile  con sicurezza.  

 

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